QUESTO BIMBO
Fu il più oscuro
e il più solitario dei profeti
nelle sue dolorose visioni
a percepire, a capire …
I pianeti, le costellazioni
si mossero nei cieli
quasi si misero in cammino
come gli uomini che li osservavano
da tempo, e del tempo compresero
la grandiosità dell’Evento.
Notti così stellate …
Luce. Luce che splende sui popoli.
Non ne verranno mai più
in quel che è nominato futuro,
in una notte così lunga
per il mondo
così sfibrante e unica
il buio era tenebra
le tenebre si libravano sopra l’Abisso.
Che cos’è il cielo per la terra?
Soltanto mistero e silenzio
che parlano da una lontananza
interdetta alla vista
di occhi procaci nella tempesta.
Chi è predisposto all’ascolto
sa prima di comprendere
che il segno giunge
affinché sia ricomposta l’origine
frantumata dal remoto accadimento degli avi.
L’invisibile conosce
la sua propria essenza
per cui tutte le ragioni del mondo
non potranno bastare.
Immerso nell’azzurra quiete
il bue gode
la pienezza dell’istante,
l’asino lo guarda felice
dall’azzurro primordiale
che lo avvolge.
Sono e saranno gli animali più sfruttati
più battuti, più dileggiati
ma la notte in cui nasce
questo bimbo
hanno un compito elevato
al pari del sole e della luna
per i viventi tutti,
questo bimbo
soffio dell’Eterno, rugiada celeste
sopra il campo arso e nudo
che l’attende.
Francesca Rita Rombolà
P. S. – Un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo a tutti.
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