Vespina Fortuna Ledda ha esordito come scrittrice con un fantasy dal titolo”Il principe di Udjania” (L’Oleandro Arga Edizioni, 2009), seguito da un secondo fantasy “La leggenda dei Plunolingi – Il popolo del sottosuolo”. Ha pubblicato anche un libro di tre fiabe: “Quatruo corpuli et quatruo capulei”. La sua grande passione è, però, il teatro con il quale ha esordito nel 2015 alla Casa Internazionale della Donna, a Roma, con tre monologhi estratti da “Donne Maledette”. Con lo stesso progetto nel 2019 ha vinto il concorso nazionale “La scena nova – sezione monologhi”. Del 2016 è invece “Tre donne in mare”, che verrà rappresentato al Teatro Tordinova di Roma nel marzo 2017. Seguiranno, nel 2018, “I Fantasmi di Marie Curie” e “Heic Artemisia”. Del 2019 è “Il segreto di Monna Lisa”. Nel 2022, di ritorno da un viaggio in Sardegna, Vespina Fortuna scrive “Briciole d’Infinito” ispirata dalle opere dell’artista Maria Lai. A questo progetto collabora la musicista Monica Conversano, che ne scrive le musiche. Nel 2019 coglie l’occasione del concorso “Un giallo per mille” e ottiene la pubblicazione del suo romanzo giallo “Poltrona vista mare”. Vespina Fortuna ha ottenuto premi e riconoscimenti letterari fra i quali, nel 2015, il 1° premio per 99 parole – II concorso letterario nazionale.
Francesca Rita Rombolà dialoga con Vespina Fortuna, drammaturga e scrittrice.
D – La specialità artistica di Vespina Fortuna sembra essere soprattutto il teatro, perché?
R – Avevo quindici anni quando ho messo piede per la prima volta in un teatro. Andava in scena”il Mistero Buffo” di Dario Fo e Franca Rame interpretato da una talentuosa, piccola compagnia teatrale. Fu un’esperienza straordinaria che ho ancora fresca nella memoria, così come indelebile è rimasto il proponimento di quel giorno: scrivere opere teatrali. Iniziai con brevi monologhi fino ad arrivare, col tempo e molto studio, alla drammaturgia. Tornando alla tua domanda, amo scrivere testi teatrali perché danno concretezza alla scrittura. Sul palcoscenico i personaggi si fanno carne, cuore, ossa, anima, cervello, sentimento … e il pensiero si fa voce, grido, sospiro, silenzio … Scrivere per me è sognare con la penna in mano, scrivere per il teatro è sognare con la consapevolezza che quel sogno diverrà reale, e questo pensiero mi riempie di gioia.
D – Quando hai capito che potevi anche scrivere un romanzo (ed in effetti lo hai fatto)?
R – Quel momento è arrivato dopo pagine, pagine e interi manoscritti gettati nel cestino. Dopo aver letto molto e soprattutto imparato che si inizia una storia solo se si ha qualcosa da dire. Credo, infatti, che lo scrittore, attraverso qualsiasi genere letterario, dal romanzo rosa alla fiaba al giallo al fantasy, abbia il dovere morale di trasmettere al lettore un’emozione o un sentimento. Cosa c’è di più bello che chiudere un libro e fermarsi a pensare?
D – L’autore di teatro famoso al quale ti ispiri di più.
r – A questa domanda rispondo facilmente. Sono Luigi Pirandello e William Shakespeare; due geni della drammaturgia, impermeabili al trascorrere del tempo. Del primo adoro la capacità di mostrare le debolezze umane con feroce naturalezza; del secondo la vivacità della forma e la spregiudicata fantasia.
D – Vuoi dire qualcosa sui tuoi progetti futuri nel teatro e nella narrativa?
R – Se tutto andrà per il verso giusto, nella prossima stagione andranno in scena due mie pièce teatrali: “il segreto di Monna Lisa” e “Marie Curie”. Per quanto riguarda la narrativa, invece, entro dicembre verrà pubblicato da Robin Edizioni il secondo giallo della trilogia riguardante le indagini dell’ispettrice Andrea Dufour. il primo dei tre, “Pietre”, ha visto la luce lo scorso settembre.
D – Ami la Poesia e i poeti?
R – Come potrei non amarli? Ho scritto la mia prima poesia in terza elementare, e da allora non ho più smesso. Solo con i versi riesco a superare i dolori dell’anima. Non potrei vivere senza, mi è necessaria come l’acqua e l’aria. La Poesia è linfa vitale che conforta e rafforza lo spirito. Sono fermamente convinta che se riconquistasse le piazze, anziché essere relegata in una gabbia dorata, vivremmo tutti in un mondo migliore.
Francesca Rita Rombolà
Vespina Fortuna
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