Paolo Orsini è nato a Siena, ma ha sempre vissuto a Firenze. Dal 1981 al 2019 ha lavorato nell’ambito del marketing e della pubblicità. Si è sempre impegnato nel sociale, prima come attivista di Amnesty International, poi come volontario di Voce Amica centro nazionale di ascolto telefonico. Nel 2015 ha partecipato a un corso di scrittura creativa, e da allora è iniziata la sua attività letteraria. Ha scritto numerosi racconti pubblicati in raccolte di vari autori e di alcune riviste letterarie. Nel 2016 il suo racconto “La Buttadentro” ha vinto il primo premio al concorso letterario “Caffè Giubbe Rosse” di Firenze. Ancora nel 2015, insieme ad altri dodici scrittori, ha partecipato alla nascita dell’Associazione “Gruppo Scrittori Firenze”, che si occupa di letteratura e di arti visive in genere, organizza il concorso letterario “Città sul Ponte”, fornisce assistenza editoriale e cura l’organizzazione di eventi. Nel 2018 pubblica, in self publishing, “La Grande Rivelazione”, un’antologia di racconti. Nel 2022 esce l’antologia “Scintille di Oscurità” che contiene nuovi suoi racconti insieme ad altri, della precedente raccolta, rielaborati. Nel 2023 Paolo Orsini pubblica “Limousine”, il suo primo romanzo.
Francesca Rita Rombolà e lo scrittore Paolo Orsini conversano di narrativa, di poesia e altro.
D – Perché, Paolo, hai iniziato a scrivere? Cosa ti ha realmente spinto a farlo?
R – All’alba dei sessant’anni, in attesa della pensione, mi riprese la passione per la scrittura, che avevo sempre tenuto in un cassetto, insieme ad alcuni scritti di narrativa e di poesia. Pulsava incessante e, con il tempo libero, grazie alla pensione finalmente arrivata, si è concretizzata dapprima con racconti, alcuni pubblicati in varie antologie, di cui uno ha vinto il primo premio a un concorso letterario; poi un diario di un viaggio in Birmania, una silloge di poesie e infine una raccolta di racconti, che ha avuto tre edizioni. Infine è arrivato “Limousine”, il mio primo romanzo.
D – Cosa vuoi dire del tuo primo romanzo “Limousine” pubblicato nel 2023?
R – Mi ha dato la possibilità di dare sfogo a un dolore (la prematura morte di mia madre quando avevo trentatre anni) e di toccare numerosi temi che mi stavano a cuore. Ma non è un romanzo autobiografico, anche se molti personaggi e molte situazioni sono reali, nel senso che ho avuto modo di viverli personalmente. Nella storia ci sono anche molte ambientazioni per me del tutto nuove e molti personaggi inventati. E’ stata una bella sfida ambientare il romanzo in uno yacht da 60 metri sul quale non ho mai messo piede, oppure a New York dove non sono mai stato. Mi sono divertito, e sempre più è cresciuta la passione per la scrittura.
D – Fai parte dell’Associazione “Gruppo Scrittori Firenze”, vero? Racconta in breve di cosa si tratta.
R – Si tratta di un’Associazione senza scopo di lucro che raggruppa un certo numero di scrittori dell’area fiorentina, fornendo loro vari servizi come la pubblicazione di antologie di racconti, la partecipazione a fiere ed eventi, corsi di scrittura, presentazione di libri etc. Insomma, un modo di fare comunità che serve moltissimo a scrittori emergenti, o comunque non famosi, come me e gli altri associati.
D – Sei stato impegnato anche nel sociale, lo sei ancora?
R – In passato sono stato molto impegnato nel sociale in due settori: la difesa dei diritti umani con Amnesty International e l’ascolto telefonico con l’Associazione Voce Amica. Attualmente non sono impegnato, ma la mia propensione verso una particolare attenzione alla socialità emerge di frequente, soprattutto nei miei racconti. Ma anche nel mio romanzo ci sono alcune tematiche importanti che cerco di affrontare con la leggerezza della narrazione e il brio della fantasia.
D – La Poesia e i poeti, per te.
R – La Poesia è per me un altro pianeta. Il linguaggio poetico non è quello della prosa. E’ diverso. E per giudicare si deve saper respirare quell’atmosfera, che non è la prosaica. A parte alcuni tentativi in gioventù, soprattutto nei momenti di maggiore sofferenza, raramente mi sono cimentato con il linguaggio poetico. Resta il fatto che quando leggo una poesia di un grande poeta sento un brivido o subisco una certa commozione fino alle lacrime. Razionalmente non sono in grado di giudicare, o interpretare, il testo poetico, ma l’emozione scaturisce forte e potente dal profondo.
Francesca Rita Rombolà
Paolo Orsini
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