Una Pasqua di pace interiore e di pace universale. Perché l’uomo è inquieto e in guerra contro se stesso. Perché gli uomini sono indifferenti e in guerra gli uni contro gli altri. Perché l’uomo, nel più profondo di se stesso, desidera ardentemente la pace. Perché gli uomini, nel loro inconscio collettivo, profondamente, desiderano con ardore la pace.
LA PIETRA MONOLITICA
Un tremore nelle ossa
da lungo diaccio
o da colpo mortale
il rombo sordo
come da profondità abissali,
e una luce micidiale dal cielo
o dal principio cosmico
dei multiversi sconosciuti.
Cosa accade?
Cosa è accaduto?
Nulla di simile
ai distinti boati della guerra
al fragore e ai fuochi
dei campi di battaglia
alla morte e al sangue
che su di essi impera.
La vista si assottiglia.
E scompare.
Ritornerà attonita
quando il sole è ormai alto
e nessuno saprà
o capirà o immaginerà
col suo povero e gretto
mortale e umano pensare.
Cosa accade?
Cosa è accaduto?
Domande su domande
risposte infinite
che si rincorrono e si scontrano
voci e mezze voci che borbottano
ipotesi e di nuovo ipotesi
che non hanno né fondamento né appiglio.
… Ma la pietra monolitica
che copriva l’entrata del sepolcro
giace a terra. A terra.
Dura roccia dei deserti
roccia rossa di ere geologiche
prima degli uomini
e delle bestie
e delle piante.
Rude il palmo della mano
avvezzo alla spada
gonfio il cuore di nostalgia
per i lidi d’Occidente,
ma avvertono quasi per istinto
e per l’afrore ineluttabile
tante volte percepito
che la Morte è stata sconfitta.
La vita rinnovata
di tutto ciò che infinitamente
esiste e si riproduce
emana ora il suo sottile profumo
percepibile soltanto
da umili, innocenti, semplici
le menti acute e altere, ghignanti
stringono già in mano il sudario
compostamente ripiegato in un angolo,
e quel lenzuolo funebre
che tanto nei secoli futuri
farà parlare
e scrivere
e dissertare
altre e altre menti
di ogni genere e origine.
La pietra monolitica
possente roccia
del pianeta nascente
conserverà in eterno
il tocco che crea e distrugge i mondi
guida le collisioni fra galassie
le spaventose convulsioni
e le silenziosissime danze
negli impossibili orizzonti degli eventi,
questa mattina di un giorno nuovo
il calzare del legionario
la sfiora appena
incredulo, intontito, ignaro.
Francesca Rita Rombolà
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