L’Africa, continente, mondo, pianeta, fu già sede di splendide e operose civiltà, dall’egizia alla cartaginese, dall’ellenistica all’afro – romana, all’araba, ai regni del Sud e dell’Ovest, e impenetrabile ricettacolo di popolazioni (tribù e gruppi consistenti) nomadi e stanziali. Divenne terra di avventurose esplorazioni, oggetto della cupidigia di predatori e di schiavisti, campo d’azione per l’ardente carità di missionari e di filantropi, sostegno, con le sue inesauribili riserve, della potenza politica ed economica di imperi coloniali insaziabili e spesso sfruttatori, centro di attrazione (soprattutto negli ultimi decenni), per opulenti turisti amanti della caccia grossa (i famosi safari) e dell’esotismo.
Oggi, in pieno ventunesimo secolo, l’Africa presenta un quadro contraddittorio e multiforme di rivendicazioni non appagate, di aggrovigliati problemi economici, sociali, nazionali non risolti, di orgogliosi tentativi di procedere sulla via non facile del progresso tecnologico. Forse la sua identità più vera e più genuina può essere reperita ancora nella poesia orale che in ogni parte del continente, a sud, a nord, a ovest a est, si mantiene ed è piuttosto vivace e meravigliosa.
I boscimani, altro popolo di raccoglitori – cacciatori, sono i depositari di una tradizione orale, soprattutto poetica, davvero antichissima che le pitture rupestri della Rhodesia (l’attuale Zimbawe) testimoniano come fiorente già nella preistoria. Il sole e l’albero, in primis, sono protagonisti indiscussi dei miti e delle leggende in ogni parte del vasto continente; i boscimani li cantano entrambi fin dalle origini del mondo. Il canto che segue, “Il sole e l’albero”, è un loro inno, sublime e antico, alla potenza dei raggi del sole e all’albero, dal grosso tronco e dagli ampi rami, che, solitario nell’immensa savana, protegge dalla calura del giorno e dal brusco freddo della notte.
Il sole e l’albero
Il sole è qui,
tutta la terra è illuminata
il sole è qui
la gente cammina nella luce
che illumina la terra.
O sole devi avanzare
devi resistere mentre sei caldo.
L’albero è qui,
ogni persona trova rifugio
e riposo
sotto i suoi rami,
l’albero è qui
tutta la gente si riunisce
presso il suo tronco
per consigliare o per raccontare.
O albero devi proteggerci
devi resistere al caldo del giorno
e al freddo improvviso della notte.
Francesca Rita Rombolà
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