Jònas Hallgrimsson (1807 – 1845) rappresenta l’eco della poesia romantica nella lontana Islanda, di cui cantò antiche leggende e descrisse il paesaggio tanto amato. Nella sua poetica è presente una certa nota patriottica: il poeta esalta, infatti, l’Islanda antica contrapponendola a quella dei suoi tempi. Nella poesia “La nostra terra” sono manifesti i temi più cari al poeta, espressi con forza e vigore, anche se vi risuona una certa malinconia, tipica dei poeti romantici, insieme a un sottile rimpianto, per le glorie del passato. L’Islanda è terra ricca di vulcani. E’ formata da campi di lava la pianura nei dintorni di Thingvellir dove, nel 930 d. C., si riunì la prima assemblea legislativa islandese, la più antica d’Europa, l’Althing, e dove il bardo e capo guerriero Snorri Sturlsson piantava la propria tenda (egli fu fatto uccidere dal re di Norvegia nel 1241 che, in seguito, riuscì a farsi eleggere re degli islandesi). Il sacro monte Longberg è ormai dimenticato, esso fu la così detta “rupe delle leggi” dall’alto della quale il dicitore del diritto nordico, il Logsoguman, recitava davanti all’Althing tutte le leggi del regno. Vi incombe su tutto ciò l’oblio … e sull’oblio il canto del poeta che sconfigge la dimenticanza e va sicuro oltre il tempo. L’Islanda affascina da sempre il visitatore per i suoi paesaggi quasi estremi (non ci dimentichiamo che l’Islanda è la grande isola situata più a Nord dell’emisfero boreale, con la sua vicinanza alla Groelandia praticamente al Polo Nord) che oscillano fra il bianco del ghiaccio e della neve, il rosso della lava dei vulcani, il grigio delle rocce laviche e il verde delle foreste di conifere … il visitatore reale e quello che ha una grande capacità di immaginare. Lo stesso poeta italiano Giacomo Leopardi (1798 – 1837) ne fu molto affascinato trovando ispirazione, proprio in questa isola nordica, per il suo famoso “Dialogo della Natura e di un islandese”.
La nostra terra
Bella è la nostra terra
che di neve è bianca,
che ha serena
la volta immensa del cielo
e chiaro e brillante il mare infinito.
Ma oggi là, sulla lava ardente
che il flutto ancor batte
come nei tempi remoti,
più non si aggiorna l’Althing;
e la tenda di Snorri
è una povera stalla
e il sacro monte Logberg
già tutto di bacche coperto
è ora campo di gioco di bambini
e ritrovo di cornacchie.
O giovani, figli forti d’Islanda,
ecco l’oblio senza fine che incombe
sulla gloria degli avi!
Francesca Rita Rombolà
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