“Marguerite non perdeva una prima, e passava tutte le serate al teatro o al ballo. Ogni volta che c’ era un nuovo spettacolo, si poteva esser certi di incontrarcela, con tre piccoli oggetti che non la lasciavano mai, e che stavano sempre sul parapetto del suo palco di platea: l’ occhialino, un sacchetto di dolci e un mazzo di camelie. Per venticinque giorni al mese, le camelie erano bianche, e per cinque erano rosse: nessuno ha mai capito il motivo di quella varietà di colori, che segnalo senza essere in grado di spiegare, e che sia i frequentatori dei teatri dove ella andava più spesso, sia i suoi amici, avevano notato come me. Nessuno aveva mai visto a Marguerite fiori che non fossero camelie. Ecco perchè da Madame Barjon, la sua fioraia, era stata soprannominata la Signora delle Camelie, e quel soprannome le era rimasto.”
Brano particolare, intenso, un pò enigmatico, quasi sembra nascondere un mistero che lo stesso io narrante non riesce a spiegare. E’ tratto dal celebre romanzo LA SIGNORA DELLE CAMELIE di Alexandre Dumas figlio. Un classico della letteratura francese ma anche di altri campi dell’ Arte, come vedremo. Alexandre Dumas figlio scrisse LA SIGNORA DELLE CAMELIE ( LA DAME AUX CAMèLLAS ) nel 1848 ispirandosi alla storia della sua amante Marie Duplessis, che aveva conosciuto nel 1844 e che era morta giovanissima di tisi appena tre anni dopo. La vicenda del romanzo è ambientata nella Parigi dell’ alta società dove il gusto, l’ eleganza, la vita mondana sono dettate dalle cortigiane o cocotte o, se si vuole, dalle prostitute di alto bordo, che sembrano quasi fare a gara tra di loro nel dividersi i cuori e le ricchezze dei membri dell’ alta aristocrazia, dell’ alta finanza e della buona borghesia. Il romanzo LA SIGNORA DELLE CAMELIE potrebbe apparire banale, scontato, un luogo comune fatto di luoghi comuni; una empasse senza speciali entusiasmi, senza colpi di scena o vissuti quotidiani esaltanti. Tuttavia, la protagonista, Marguerite Gautier, lascia il segno in chi la avvicina e un segno anche profondo che non si cancella più. Ella è una ragazza di campagna, poco più che ventenne e già malata, consumata dalla tubercolosi che tante vittime miete nel contesto storico – letterario romantico dell’ Ottocento europeo, la quale si trasferisce a Parigi e con la sua bellezza, il suo charme, la sua classe innate conquista, sin da subito, la Parigi bene e diventa la cortigiana più famosa, più desiderata e più ricca della capitale francese. Dalla critica letteraria, da più di un secolo, viene annoverata tra le grandi eroine romantiche che non passeranno mai di moda. Perchè? E’ difficile dirlo. Dopotutto non è stata altro che una prostituta, anche se dell’ alta società. Cos’ è che rapporta Marguerite Gautier ad un personaggio illustre e addirittura a un’ eroina? Forse il suo comportamento, forse la forza sconvolgente del suo amore; forse il suo ” sacrificio ” voluto per amore e consumato per amore.
Sì, ella ha veramente molto amato il giovane Armand Duval ( riamata, a sua volta, da lui ) tanto da saper rinunciare a lui per sempre, da perdere tutte le proprie ricchezze materiali e da morire sola e quasi in miseria col nome dell’ amato sulle labbra negli istanti che precedono la fine. Marguerite Gautier, nei giorni lieti come in quelli tristi, porta con sè il fascino ammaliante di un segreto che si trasforma subito in mistero, e ciò la rende diversa da tutte le altre donne e fuori dal comune. Si tratta delle camelie… del fiore della camelia che, forse accostato alla sua persona, non è un prodotto del semplice caso ma piuttosto una sorta di ” messaggero oscuro ” del Destino. Si alterna, nella sua breve quanto fugace esistenza, il colore delle camelie: il rosso e il bianco, gioco complicato che assurge a simbolo il cui significato rimanda sempre a qualcosa d’ altro. Infatti, la camelia esprime l’ attaccamento amoroso di lunga durata, incarnando l’ essenza di una ragazza che ha fatto la scelta di affidarsi alla protezione del giovane amato. La camelia è il simbolo per antonomasia dell’ unione perfetta fra l’ uomo e la donna e della devozione eterna tra innamorati… ma è anche il simbolo di una vita spezzata nel fiore degli anni, soprattutto di donna o di ragazza. Bianca è simbolo di amore casto e puro; rossa è simbolo di passione e di amore erotico. Tutto ciò Marguerite Gautier lo sa perchè in fondo rimane una ragazza di campagna, legata alla terra, ai suoi cicli, ai suoi ritmi, alla sua fioritura e alla sua morte temporanea che porterà il rinnovamento della Natura nel tempo nuovo che viene. Resta , però, il segreto del perchè le camelie di Marguerite “per venticinque giorni al mese erano bianche, e per cinque erano rosse.” Nessuno lo ha mai capito, ci dice l’ Autore, e forse non lo comprendiamo ancora… Eppure vi era l’ usanza nelle campagne francesi, fino a pochi decenni fa almeno, che le ragazze ponessero fasci di camelie rosse davanti all’immagine della Madonna nelle edicole sparse un pò ovunque sulle strade in prossimità dei villaggi o dei campi arati, nei quattro o cinque giorni del loro ciclo mestruale, mentre, per i restanti ventiquattro o venticinque giorni, pare li ponessero bianche; chiaro messaggio di appartenenza segreta e femminile alla terra, ai suoi culti ancestrali, ai suoi cicli biologici e umani di vita e morte, di amore e di rinascita nell’ amore. LA SIGNORA DELLE CAMELIE commosse e conquistò subito i lettori, talmente tanto che Dumas traspose il romanzo in versione teatrale, che andò in scena, per la prima volta, a Parigi nel 1852 e poi, di seguito, a Londra e a Broadway e in molti altri teatri del mondo.
De LA SIGNORA DELLE CAMELIE ” si innamorò ” anche il grande compositore italiano Giuseppe Verdi, che commissionò a Francesco Maria Piave il libretto de LA TRAVIATA nel 1853, melodramma in tre atti con i nomi dei protagonisti cambiati in Violetta Valèry, invece di Marguerite Gautier, e Alfredo Germont invece di Armand Duval. All’ inizio dell’ opera musicata dal genio di Giuseppe Verdi, Violetta porge una camelia bianca ( che è il suo fiore preferito ) ad Alfredo in risposta alla sua dichiarazione d’ amore. In seguito, i due si rivedranno quando la camelia sarà appassita. Riuscitissima (ritenuta dai critici un capolavoro) LA TRAVIATA del regista Franco Zeffirelli ( l’ opera lirica vista in chiave cinematografica ), con il tenore Placido Domingo nella parte di Alfredo Germont e il soprano Teresa Stratas in quella di Violetta Valéry. Da questo romanzo di Dumas, sono stati tratti anche diversi balletti di danza classica ( ricordiamo il più famoso ” Marguerite et Armand ” di Frederick Ashton, con Rudolf Nureyev e Margot Fontaine nel 1963 ), molte opere televisive e cinematografiche in paesi e in lingue diverse. Una fra le tante: il film ” La Signora delle Camelie ” di Michelangelo Antonioni, con Lucia Bosè e Gino cervi nel 1953, e la più recente: il film ” Moulin Rouge “, del 2001, di Baz Luhrman, con Nicole Kidman e Ewan Mecgregor. In omaggio al suo romanzo preferito, cioè LA SIGNORA DELLE CAMELIE, la famosa stilista francese Coco Chanel volle come logo della sua maison di moda una camelia bianca, quale simbolo dell’ amore puro e disinteressato e allo stesso tempo eterno.
L’ Autrice dedica questo articolo al dottor Pasquale Vallone di Brattirò da sempre estimatore delle opere di Giuseppe Verdi e in partiolar modo de LA TRAVIATA
Francesca Rita Rombolà
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