” Sappi, o principe, che tra gli anni in cui gli oceani inghiottirono Atlantide e le sue splendide città, e gli anni dell’ ascesa dei figli di Aryas, ci fu un’ età di sogno durante la quale fantastici regni erano disseminati nel mondo, come manti celesti sotto le stelle. Nemedia, Ophir, Brythunia, Hiperborea; Zamora con le sue brune donne e le misteriose torri dei ragni; Zingara con la sua cavalleria; Koth confinante con la pastorale Shem; Stygia con le sue tombe protette dalle ombre; Hyrkania i cui cavalieri indossavano acciaio, seta e oro. Ma su tutti i regni del sognante Occidente, primeggiava superbo quello di Aquilonia. Qui venne Conan il Cimmero; i capelli neri; lo sguardo cupo; la spada nella mano: un ladro, un predone, un assassino, capace di abissali malinconie e di incontenibili esplosioni di allegria… venne a schiacciare sotto i suoi piedi i più preziosi troni della Terra. “
da ” Le Cronache Nemediane “
Con questo brano dall’ indiscutibile fascino, dal sapore arcaico ed evocativo, carico di suspense e di magia lo scrittore americano Robert Erwin Howard dava inizio ad una saga fantastica e barbarica che tanta fortuna avrebbe avuto nei decenni a venire, e creava un personaggio destinato ad affascinare milioni di persone, soprattutto giovani, in tutto il mondo: Conan il Barbaro. Nell’ era Hyboriana, dove lo scrittore colloca il suo personaggio, vivono barbari e guerrieri; re e maghi; mostri orribili e creature fantastiche; divinità che esigono sacrifici di sangue e sacerdoti implacabili; donne bellissime, superbe e crudeli che trascinano gli uomini negli abissi della perdizione e della morte e fanciulle innocenti rapite da mercanti di schiavi che attendono, fiduciose e tremanti, un impossibile salvatore. Su tutto domina, incontrastata e meravigliosa, la figura di Conan il Barbaro: un vagabondo, un mercenario che mette la propria spada e la propria forza fisica al servizio di re e potenti senza tuttavia giurare mai loro fedeltà. Conan è spietato, perchè spietato è il mondo in cui vive; ardente e passionale, possente, collerico ma anche tenero, capace di amare e di essere dominato dall’ amore verso le donne, egli, in realtà, ha un suo codice di onore, tipico forse anche dei popoli barbari del nord Europa in lontani tempi storici: non conosce la corruzione che nasce dalla brama di possesso; l’ avidità infinita alimentata dal lassismo dei costumi. In fondo, il suo animo è puro; il suo cuore è forte e generoso; il suo bene più prezioso sarà sempre la libertà, che non potrà mai essere comprata dall’ oro nè tantomeno scambiata per una vita di schiavitù o priva di una sola briciola di dignità. Da vagabondo senza fissa dimora, Conan arriverà addirittura un giorno a diventare re di Aquilonia, il regno più grande e più importante della sua epoca fantastica. Le opere di Robert Howard sono state spesso classificate come un grandioso e inquietante affresco di genere “Heroic Fantasy” cioè di fantastico-eroico, quasi un’ epica dei tempi moderni, che però è fuori dal tempo storico e si alimenta di miti, di leggende, di simboli che appartengono a civiltà del passato quali: i Celti, gli Egizi, gli Sciiti, i Vichinghi, i Babilonesi e altri, anche se, forse, vi fa da spartiacque spazio-temporale la fine di quella civiltà sulla quale studiosi vari e archeologhi indagano ancora, cioè Atlantide.
” Tutto è andato, tutto è finito: ponetemi sul rogo;
la festa è terminata e le lampade si spengono. ”
Era la mattina dell’ 11 giugno del 1936, un caldo giorno di imminente estate nello stato americano del Texas, quando allo scrittore Robert Howard viene comunicato che l’ amata madre è entrata in coma e che non si sarebbe più ripresa. Egli scrive questi due ultimi versi, sale in macchina, si inoltra nel deserto e si spara un colpo di pistola alla tempia. Aveva trent’ anni. La sua vita si spegne all’ improvviso, in modo tragico e in giovane età; forse, in un modo stranamente epico, forse da idealista spietato quanto i suoi personaggi fantastici. Egli muore solo e dimenticato. E’ ancora troppo presto perchè il mondo conosca e apprezzi Conan il Barbaro, la sua era fantastica al di là del tempo della storia reale e il loro creatore.
Nel 1982, il regista americano John Milius gira il film ” Conan il Barbaro “, liberamente tratto dal ciclo fantastico ” Conan il Barbaro ” di Robert Erwin Howard. Della colonna sonora del film si occuperà il musicista e compositore americano di origine greca Basil Poledouris, famoso per aver realizzato le colonne sonore di molti films di successo quali CACCIA A OTTOBRE ROSSO, ROBOCOP, STARSHIP TROOPERS. Nella parte di Conan il Barbaro, il pubblico ammira un attore giovane e sconosciuto; bello, muscoloso e pieno di grinta che tanta strada farà nel campo del cinema e più tardi anche in quello della politica. Il suo nome è Arnold Schwarzenegger.
Francesca Rita Rombolà
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