Sandro Calvani è professore associato (Guest Faculty) del Mohammad Yunus Masters in Social Business & Entrepreneuership presso l’Asian Institute of Technology di Bangkok e presidente del consiglio scientifico dell’Istituto “Giuseppe Toniolo” per il Diritto Internazionale della Pace. E’ stato Direttore Esecutivo dell’ANSEAN Center of Excellence on United Nation Millennium Development Goals presso l’Asian Institute of Technology e ha lavorato, dal 1980 al 2010, come capo – missione e alto dirigente di diversi organi delle Nazioni Unite in centotrentacinque paesi su quattro continenti. Sandro Calvani è autore di trentuno libri, fra i quali: “La coca – Passato e presente, miti e realtà” (Effatà Editrice, 2008); “Le stelle non hanno paura di sembrare lucciole” (AVE Editore, 2018); “La realtà è più importante dell’idea – Per una nuova corresponsabilità globale” (AVE Editore, 2015), trenta volumi multi – autore e novecento articoli su temi di pace e sviluppo internazionale. Ha scritto, a quattro mani con Lucia Giovannini, “La Quinta Foglia” (Trigono Editore, 2025). Francesca Rita Rombolà conversa con Sandro Calvani. D – Dottor Calvani, perché proprio un romanzo come “La Quinta Foglia” per iniziare il 2025, e insieme a Lucia Giovannini? R – L’idea è nata dal desiderio di divulgare le conoscenze di psicologia…
Lucia Giovannini è stata attratta fin da piccola dalle potenzialità inesplorate e dalle capacità insite in ogni essere umano, e ha dedicato buona parte della sua vita alla ricerca in questo campo. Da circa trent’anni tiene corsi e conferenze, per privati e aziende, in tutta Europa e in Asia, e nel 2008 ha fondato il metodo “Tutta un’altra vita”. Lucia Giovannini ha un Doctorate in Psychology e Counselling, un Bachelor in Psychoanthropology ed è membro dell’American Psychological Assotiation. E’ master trainer di Firewolking, trainer di Programmazione Neuro – Linguistica e Neuro – Semantica (ISNS USA), coach certificate (ACMC USA), master trainer di Breathwork, unica facilitatrice italiana di Labirinti ed è responsabile per l’Europa del Movimento del Labirinto e dei Facilitatori Veriditas. E’ l’insegnante degli insegnanti del metodo HYL Louise L. Hay per l’Italia, la Svizzera e la Thailandia. E’ la fondatrice di Blessyou International e la co – direttrice della scuola di PNL e Coaching L’UCE Libera Università di Crescita Evolutiva e dell’Istituto di Neuro – Semantica. E’ autrice di best sellers quali: “Tutta un’altra vita” (PickWick Libri, 2019); “Mi merito il meglio” (PickWick Libri, 2019); “Libera la tua vita” (PickWick Libri, 2020); “Il potere delle domande” (Roi Edizioni, 2021);…
Massimo Granchi è nato a Cagliari nel 1974. Vive a Siena. Scrittore, antropologo, comunicatore pubblico, è specializzato in media, storia, cittadinanza. Ha conseguito un dottorato in Istituzioni e Società. Ha fondato l’Associazione culturale “Gruppo Scrittori Senesi” di cui è presidente onorario, il “Premio Letterario Città di Siena” e il “Premio Letterario di Quartu S. Elena” di cui è direttore artistico. E’ ideatore e coordinatore del “Premio Letterario Toscana” e responsabile del settore cultura del “Circolo Peppino Mereu” di Siena. E’ stato vice presidente del “Club per l’Unesco” di Siena. Tiene corsi di scrittura creativa per bambini, ragazzi e adulti nelle scuole e all’università e laboratori rivolti ai detenuti nelle carceri. Massimo Granchi ha vinto numerosi premi letterari e, oltre a vari racconti, saggi e brevi articoli, ha pubblicato romanzi, raccolte di racconti e fiabe. Francesca Rita Rombolà conversa con Massimo Granchi. D – Iniziamo questa conversazione parlando dell’ultimo libro di Massimo Granchi, appena uscito qualche mese fa; che ne dici? R – Cara Francesca, intanto vorrei ringraziarti per questo spazio. Il mio quinto romanzo è uscito il 31 gennaio 2025 per Arkadia Editore. Si intitola: “La memoria della vite” ed è la storia di un’amicizia tra due adolescenti che vivono…
“Un inno iniziatico che travolge l’essere, come l’impeto della primavera frantuma gli spessi ghiacci invernali ( … )”. Così il critico letterario ed editore Mauro Baroni definì “Inno a Isthar” di Francesca Rita Rombolà facente parte della silloge poetica “Alba, sul ponte sospeso” (Mauro Baroni Editore, 1994). Lo ripropongo oggi, a tantissimi anni di distanza dalla sua pubblicazione, in occasione della Giornata Internazionale della poesia, e primo giorno di primavera. Un inno dedicato all’antichissima dea assiro – babilonese, Isthar, dell’amore e della guerra, della vita e della morte; un inno lungo quasi quanto un piccolo poema; forse bello, toccante e coinvolgente, forse no. L’inverno è terminato, ancora una volta sì; la primavera giunge oggi, lieta e attesa come sempre, ancora una volta sì. Inno a Isthar Canto d’amore e morte Sussurri, oh dolorosi ed eterni sussurri Il tuo sussurro il mio sussurro, di notte In cieli dentro il Cielo In aurore senza confine. Notte notte, tempestosa notte Venti venti, tempestosi venti della notte Amore amore, misterioso amore Sussulto, sussulto nell’ombra Che rattrista il mio lamento d’amore E la voluttà di quel singulto. Tutto l’amore riunisce, Tutto l’amore trascina. Lontano amore, lontano venti, Nelle notti tempestose di ceneri e di stelle,…
Younis Tawfik è uno scrittore nato in Irak nel 1957, naturalizzato italiano (insegna Lingua e Letteratura Araba presso l’Università di Genova). Nel suo romanzo “La straniera” racconta la storia di due giovani, due “anime” che si incontrano e cercano di conoscersi a vicenda per potersi amare. La vicenda viene narrata, alternativamente, dalle voci dei due protagonisti: quella di un giovane proveniente dal Medio Oriente e quella di Amina, una ragazza dalla quale il giovane si sente attratto ma che, in fondo, non è mai riuscita ad integrarsi nel mondo occidentale e vive prostituendosi. La storia è ambientata a Torino. Ed è una storia di esclusione. Esclusa è lei, la protagonista femminile, da una realtà che non comprende e che, a sua volta, non la comprende. L’integrazione risulta difficile o è addirittura inesistente. Amina, segnata da un’infanzia dolorosa, cerca una possibilità di riscatto umano, sociale, femminile e insegue, perciò, un’ideale di amore totale che, a tratti, può sembrare assurdo. Ella rimarrà, pur sempre, (meravigliosamente, direi) legata alla terra in maniera forte, quasi dura come roccia, in una forma di attaccamento ancestrale e di sangue. Emblematiche, al riguardo, le sue parole. “Non vedo l’ora di rientrare a casa per togliermi le scarpe,…
Certi libri ti colpiscono subito fin dalle prime pagine… li apri, li sfogli, inizi a leggere, un qualcosa di indefinibile ti pervade l’anima e il cuore e capisci che vivrai un’esperienza, in un certo qual modo, sconvolgente ma comunque bella sì. Per me è stato così nel leggere il volume “Karen Blixen, il coraggio, l’amore, l’ironia” (Ares Edizioni, 2024) di Rossella Pretto. Forse è un saggio, forse una biografia un po’ romanzata sulla vita della famosa scrittrice danese Karen Blixen (quella, per intenderci, che ha scritto il romanzo “La mia Africa” dal quale è stato tratto un film di successo, negli anni Ottanta del secolo scorso, con Robert Redford e Meryl Streep), forse un mix di tutto ciò, o forse niente di tutto ciò perché travalica tutto ciò andando oltre. Su Karen Blixen sono stati scritti volumi e volumi, in Italia e nel mondo; questa danese dalla “penna scorrevole”, aristocratica e anticonformista, diventata scrittrice per amore e per “recondito bisogno interiore”, è stata un personaggio fuori dal comune e per le opere che ha scritto e per, soprattutto, la vita di avventuriera e di “donna libera e indipendente” che ha vissuto, un modello quasi per ogni donna, non solo che…
Rossella Pretto si è laureata in DAMS, presso l’università Roma Tre, in “Istituzioni di regia teatrale”. E’ presente nella raccolta di racconti, curata da Filippo Tuena, “L’ultimo sesso al tempo della peste” (Neo Edizioni, 2020). Nel 2023 esce il suo memoir di viaggio, “La vita incauta” (Editoriale Scientifica, collana S – confini), presentato al Premio Strega e candidato al Premio Severino Cesari. Nel 2024 esce il saggio “Karen Blixen, il coraggio, l’amore, l’ironia” per Edizioni Ares. Con Marco Sonzogni Rossella Pretto ha curato l’edizione e la traduzione di “Memorial” (Archinto Edizioni, 2020), riscrittura dell’Iliade della poetessa inglese Alice Oswald e l’edizione delle traduzioni sofoclee di Seamus Heaney, “Speranza e storia. Le quattro versioni sofoclee” (Il Convivio Editore, 2022); ha curato anche l’edizione de “La terra desolata” di T. S. Eliot tradotta da Elio Chinol (Interno Poesia Edizioni, 2022). La sua prima raccolta di versi, “Nerotonia”, esce nel 2020 per i tipi di Samuele Editore. E’ presente nelle seguenti antologie poetiche: “Dal sottovuoto – Poesie assetate d’aria” (Samuele Editore, 2020); “Oikos. Poeti per il futuro” (Mimesis, Classici Contro, 2020); “Cinque sensi per un albero” (L’EstroVerso, 2020); “Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla rete” (Puntoacapo Editrice, 2021). Ha scritto articoli e recensioni…
Piero Boitani è professore Ordinario di Critica Letteraria e Letterature Comparate all’Università “La Sapienza” di Roma. Ha insegnato Lingua e Letteratura Italiana all’Università di Cambridge come Lector (1971 – 1974), Letteratura Americana e poi Lingua e Letteratura Inglese dal 1981. Nel 1985 è stato chiamato alla “Sapienza” di Roma, su quella cattedra, per passare poi, nel 1998, a Letterature Comparate. E’ autore di numerosi volumi fra i quali: “Prosatori negri americani del Novecento” (Edizioni Storia e Letteratura, 1973); “Schemi della cultura inglese nel Medioevo” (Libreria Università, 1979); “Il tragico e il sublime nella letteratura medioevale” (Il Mulino, 1992); “L’ombra di Ulisse” (Il Mulino, 1998). Ha curato e contribuito a volumi quali: “L’età vittoriana: l’immagine dell’uomo fra letteratura e scienza” con V. Gentili (Storia e Letteratura Edizioni, 1982); “Il Medioevo” (Il Mulino, 1991). Ha tradotto e curato volumi quali: “Sir Gawain e il cavaliere verde” (Adelphi Edizioni, 1998). Ha curato le opere di Chauser per Einaudi (anno 2000) e ha scritto le introduzioni ai “Racconti di Canterbury” di Chauser (Leonardo Edizioni, 1991) e a “Piero L’Aratore” di Langleland (San Paolo Edizioni, 1994). Ha contribuito alla “Storia della civiltà letteraria inglese” curata da F. Marenco (UTET, 1996) e ad “Alessandro nel Medioevo…
Gaio Valerio Catullo (Verona, 84 a. C. – Roma, 54 a. C.) fu un poeta latino. Le sue liriche d’amore, famosissime, rappresentano il primo esempio di letteratura latina in grado di esprimere l’intensità delle passioni amorose sul modello greco – ellenistico della poesia di Saffo, Nosside, Callimaco e degli Alessandrini. Diverse furono le donne da lui amate, sventurati e tragici i suoi amori; eppure Catullo seppe sempre cantare l’amore, la sua sublimità, la sua forza, la sua importanza per il genere umano e per la Natura tutta. Egli amò e amò, nonostante la cattiva sorte e la palese avversità del Fato, e volle esprimere la sua gioia e il suo dolore insieme con la Poesia … ben sapendo che soltanto questa avrebbe, al di là della fama effimera e della gloria passeggera, sottratto all’oblio inaudito del tempo il proprio vissuto e il proprio sentire. Lesbia è il nome più ricorrente fra le donne amate da Catullo, e proprio a questa è dedicata una delle sue liriche più conosciute (riportata in basso), che ha sfidato i secoli e i millenni, indenne da critiche e da incomprensioni di ogni genere, conservando la sua freschezza originale, a conferma, per l’ennesima volta, di come…
“Carne della tua carne/sangue del tuo sangue/madre adorata/amore perenne/procreatrice” Forse una dedica, semplicemente;oppure no? Di sicuro dei versi dall’intensità incredibile, primevi a solcare la prima pagina bianca di “IOdrama”, opera poetica di Valerio Vigliaturo (Ensamble Edizioni, 2024). Il poetare è qui prolisso tanto da afferrare il mondo e la Storia per portarli al centro del suo canto. Dolente e insieme profonde sono le parole, in primis, seguite dai versi possenti che si elevano in tutta la loro potenza, note musicali di un blues aspro e infinito carico di memoria e tuttavia velato dall’oblio; sembra quasi di sentire un sax solitario che, impetuoso e triste, sfida il silenzio di una notte senza stelle striata da bagliori lontani (Valerio Vigliaturo è anche musicista, oltre che poeta). Allora nel suo lungo canto dolente e nella sua musica di rivolta, di dolore, di riscatto sociale e umano trovano posto civiltà e popoli di continenti lontanissimi sopraffatti dall’uomo e dalla sua sete di dominio, realtà ed esistenze che non hanno nome nella Storia ufficiale, che non hanno volto per chi non vuole guardare oltre la maschera dell’ipocrisia e della menzogna. “IOdrama” è come una sorta di poemetto post – moderno proprio nel tempo in cui…
Emanuele Cangini nasce a Modena. E’ giornalista, curatore e revisore di testi, divulgatore scientifico per la rivista “Scienza e conoscenza”, recensore e articolista, critico letterario etc. Collabora con diverse case editrici fra cui Macro Edizioni. Coadiuva e assiste autori e manager nell’ideazione e progettazione di libri biografici, testi di stampo didattico e opere di ampio carattere documentale. Ha corretto e curato la prefazione, a cura del professor Vittorio Sgarbi, al libro “I codici della Logogenesi Versione Albedo” degli autori Zancanella e Bianco e curato l’opera omnia di Eliano Cominetti, di cui ha steso anche la prefazione, “I signori rappresentanti si ricevono il martedì”. Come curatore ha supervisionato moltissimi autori. Emanuele Cangini è autore dei libri – raccolta “Geni del passato” e “Il romanzo della Scienza”, usciti in formato e – book rispettivamente nel 2017 e nel 2018, editi da Macro Edizioni. Nel 2019 esce il suo terzo libro, “Ad Astra per Logos”, nei titoli di Editrice Stilgraf. Sempre per Stilgraf Editrice, scrive il libro del quarantennale “Stilgraf: una storia lunga quaranta anni” (ottobre, 2020). Dal 2018 Emanuele Cangini riveste anche la figura di Avatarwriter. Il suo sito internet è https://www.emanuelecangini.co/ Francesca Rita Rombolà dialoga con Emanuele Cangini di arte, di…
Auschwitz, 1945 – 2025, per non dimenticare mai ciò che l’uomo può fare all’uomo. Per capire e, allo stesso tempo, non voler capire perché. Per continuare ad essere sempre, nel bene come nel male, umani e riuscire a conservare la propria dignità di esseri viventi sotto il cielo. Per fare memoria di ciò che il passare del tempo e l’incuria degli uomini potrebbe cancellare o rimandare in un oblio senza speranza. Per consentire alla morte di essere vera morte e alla vita di essere vita vera. Per non dimenticare sì, mai niente di quello di più caro, e di più intimo, che ci appartiene comunque. MEMORIA Perché ricordare la mano che ti ha colpito al volto e ti ha fatto sanguinare? E l’arma, di ferro, di pietra di titanio che ti ha tolto la vita nel fiore degli anni? E la bomba che ha raso al suolo la tua casa e la tua città mettendo fine ai sogni di fanciullo e all’innocenza di bambino esili e forti sulla terra? Uno strano nome ha da quel giorno lontano di gennaio il simbolo del male, luogo e insieme non – luogo in cui milioni e milioni persero la gioia e il dolore…
E’ opinione largamente condivisa, fra gli “incliti e colti”, che la poesia sia un’arte massimamente rivelatrice, in grado di metterci in contatto con la profondità del nostro essere, dai cui oscuri recessi essa stessa scaturisce, disvelandolo a noi stessi. Ma, preso atto che i poeti sono degli ammalianti visionari, come giudicare invece coloro che pure, analogamente ai poeti, soggiacciono al fascino delle Muse e, assaporandone da lettori appassionati i frutti più attraenti, si cimentano nell’arduo tentativo di disvelare la poesia a sé medesima? E’ un interrogativo, questo, che sorge spontaneo leggendo il bel libro di Marina Caracciolo, “Verso lontani orizzonti”, pubblicato da BastogiLibri di Roma e dedicato alle opere di Imperia Tognacci, autrice di mirabili componimenti poetici, pascoliana per filiazione, e tuttavia voce originalissima di una terra di Romagna che, anche grazie a costei, rinuncia a celebrarsi carnale e ipermondana, come da iconografia tuttora imperante, per proiettarsi invece nelle dissolvenze, tenui e spirituali, del sogno, del viaggio, del ricordo, dell’amore. Opera meritoria, c’è da credere, quella dei critici, allorquando, come in questo caso, sappia risolversi in una sapiente e onesta mediazione tra il poeta e il suo pubblico potenziale che, se oggi sembra distratto da una attualità sempre più tumultuosa,…
Gabriele Giuliani è scrittore, editor freelance per la narrativa, docente di scrittura creativa. Ha pubblicato diversi libri di narrativa fra i quali: “Le tre vie” (Les Flaneurs Edizioni, 2024), “La vita tragicomica” (Augh! Edizioni, 2019), “Il palazzo dei sette portoni” (Bertone Editore, 2020″, “Il giorno prima delle nozze” (Montag Edizioni, 2018). Tra il 2023 e il 2024 Gabriele Giuliani ha iniziato una serie di lezioni di scrittura creativa e incontri con le scuole per parlare di narrativa e di stili di scrittura. Francesca Rita Rombolà dialoga con Gabriele Giuliani intorno alla narrativa e alla poesia. D – Gabriele, vuoi parlare dei tuoi libri di narrativa? R – Ciao Francesca, grazie di avermi invitato in questa rubrica. E’ per me un piacere rispondere alle tue domande. Dunque, i miei libri. Parafrasando Oriana Fallaci, faccio un po’ di fatica a considerarli solo dei libri, specialmente nell’accezione che la società di oggi gli attribuisce (siamo, infatti, passati da oggetto di cultura a prodotto di consumo), per me quei testi sono come dei figli, un qualcosa a cui sono talmente legato da sentirli sempre vivi. In parte questo è un errore, i libri, una volta dati alle stampe, diventano dei lettori, li dobbiamo lasciare…
Massimo Morasso, genovese, scrittore e comunicatore culturale. Ha pubblicato libri di poesia, critica letteraria e d’arte. Della sua scrittura si sono occupate numerose riviste, antologie (Einaudi, San Paolo, Garzanti), testate giornalistiche (fra le quali “Il Tempo”, “Il Messaggero”) e televisive (“Rai 1”). Nell’ambito delle sue attività di comunicazione si è occupato, in particolare, di tematiche scientifiche e ambientali oltre che, a più livelli, della questione dell’identità europea. Nel 1998 ha curato la riedizione del “Supplemento Letterario del Mare” il foglio italiano di Ezra Pound. Nel 2001 ha scritto la “Carta per la Terra e per l’Uomo”, un documento di etica ambientale declinato in tesi, che è stato sottoscritto anche da cinque Premi Nobel per la Letteratura e da sette premi Pulitzer per la Poesia. Ha collaborato a molte riviste letterarie, e non solo, (fra le quali “MicroMega”, “Doppiozero”), e ne dirige una “AV”. Collabora alle pagine culturali dei quotidiani “Il Foglio”, “Il Manifesto”, “Il Secolo XIX”. Come poeta ha vinto dei premi importanti – Il Gozzano nel 2017, il Catullo nel 2018 e il Flaiano nel 2024. Massimo Morasso ha pubblicato il ciclo poetico de “Il portavoce” (1995 – 2006) e due libri apocrifi nel segno unico dell’attrice Vivien Leigh….
Clio Petazzoni nasce a Ferrara, ma vive in Versilia. Il suo primo libro, “Aspettando Natale” (Europa Edizioni, 2020), è stato tra i finalisti del premio letterario “Giovane Holden” 2020. Ha ricevuto il Riconoscimento di Merito del premio internazionale “Città della Rosa”, l’Attestato di Merito del premio internazionale “Michelangelo Buonarroti”, la Menzione d’Onore al premio intercontinentale “Le Nove Muse”. Nel 2022 Clio Petazzoni pubblica il suo secondo libro “Sarò la tua ossessione” , sempre con la Casa Editrice Europa. Clio Petazzoni, dopo una vita di lavoro e di viaggi in tutto il mondo, è ritornata a casa e ha iniziato a raccontare e a raccontarsi. Fraqncesca Rita Rombolà e Clio Petazzoni conversano insieme. D – Clio, vuoi dire qualcosa sui tuoi libri già pubblicati e sulle eventuali pubblicazioni future? R – Grazie, Francesca, per avermi dato l’opportunità di raccontarmi e raccontare i miei scritti. Durante la mia carriera ho sempre sentito il piacere di scrivere in azienda testi professionali ma, a un certo punto della mia vita, il destino ha voluto darmi il dono della scrittura creativa. Era una fredda mattinata di sole e, senza accorgermene, il mio viso è stato colpito da una paralisi di Bell, facendomi perdere l’uso della…
Un Natale di nuvole, di azzurro e di splendidi colori, di sole e di pioggia, di candida neve e di vento sottile. Un Natale che sia, per tutti e per ciascuno, motivo di riflessione profonda perché ogni giorno un bambino nasce, ogni giorno un bambino muore nel cuore ferito (e spesso lacerato) della Terra. Un Nuovo Anno (2025) di pace in quell’anima e in quella mente in cui pace non c’è mai stata, presso quella gente, quel popolo, quella nazione che pace non ha mai avuto. Che l’attuale travolgente trascorrere degli anni presenti possa almeno farci comprendere l’importanza dell’istante il quale custodisce la gioia dei lieti ricordi e la speranza del tempo a venire. PIANTI DI BIMBI INNOCENTI Un angelo, in sogno lo stesso angelo: “Porta il bambino e sua madre lontano”. In fretta, a raccogliere le poche cose il pericolo incombe su di lui nato da giorni: mai un re cederà il proprio regno a chi non porta nome e stirpe del suo stesso sangue. Pianti di bimbi innocenti ignari del mondo e del male il vento lieve trasporta di già per le alture della regale città. E poi … il silenzio attimi abissali prima che lo strazio delle…
Una fiaba bella e affascinante quasi un poco esotica, tra il moderno e il post – moderno, la storia e la metastoria, con qualche goccia di fantasy e un lieve sentore gastronomico che vuole come “condire” il tutto; dunque un’ottima ricetta e un gustoso piatto! “LA MARGHERITA DELLA REGINA” (ChiPiùNeArt Edizioni, 2024) è il romanzo di esordio di Barbara Grella. Una fiaba, come dicevo prima, la cui ambientazione è una Napoli sempre fresca, attuale e senza storia, o meglio, al di fuori della Storia e al di là del tempo quindi, città che sa dare, come nessun’altra al mondo forse, emozioni positive seppur contrastanti, in cui ogni sentimento riesce a trasformarsi in pietra preziosa di fattura ineguagliabile per la vita, per l’anima, per il cuore. Intrise di poesia le descrizioni di una natura mediterranea solare e traboccante di fecondità. I personaggi sono esseri umani, nobili e plebei, ma anche animali che parlano con voce umana a degli umani e, insieme agli umani, vivono le vicende contorte dell’esistenza. Di tale, diciamo così, “espediente” si serviva già Esopo millenni fa nella Grecia antica, cioè raccontava, e scriveva, storie i cui protagonisti erano animali che incarnavano vizi, virtù, pregi etc. degli uomini in…
Strano romanzo “Charleston dell’apatia” di Sergio Sozi (ChiPiùNeArt Edizioni, ottobre 2024), purtuttavia, bisogna premettere subito, interessante e molto piacevole da leggere. Direi che io lo vedo nella sua funzione precipua, cioè di allegoria volta a smascherare e a rivelare e, insieme, a mantenere un profilo basso e latente, e a velare il suo sottile messaggio al lettore. Lo stile narrativo di “Charleston dell’apatia” è minimal e decisamente post – moderno; non può sfuggire in nessun modo l’ironia che lo pervade dalla prima pagina fino all’ultima le quali rilasciano, appunto, una narratività leggera, quasi soft, dietro la profondità delle idee e della metanarrazione. La scrittura, in particolare, come la cultura, in genere, stridono quasi sul piano della realtà quando ci presentano un protagonista la cui vita è più una lotta per la sopravvivenza quotidiana in un condominio, in un quartiere, in una città metropolitana, che una professione a tempo pieno quale, forse, dovrebbe essere quella dello scrittore, o quantomeno quella di chi fa del libro la propria dispensa di pane quotidiano; ricorda ciò, per alcuni versi, la vita dell’artista (poeta, scrittore, musicista, pittore etc.) nella Parigi de “I fiori del male” di Baudilaire, o quella de “Una stagione all’inferno” di Rimbaud,…
Marina Caracciolo, nata a Milano, risiede a Torino dove si è laureata in Lettere con lode (Storia della Musica). Ha insegnato nei licei ed è consulente di redazione presso varie case editrici. Alla UTET ha collaborato a “Musica in scena. Storia dello spettacolo musicale” (sei volumi) e al “Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti”. Nel 2001, presso Genesi Editrice, è uscito il suo saggio “Gianni Rescigno: dall’Essere all’Infinito”, primo classificato per la saggistica al Premio Internazionale “Mario Pannunzio” (Torino, 2002). Nel 2005 ha ricevuto il Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Roma) e il premio speciale per la critica “Libertà nella Scrittura” al Concorso Letterario Internazionale “Rocca di Montemurlo” (Prato). Con l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte ha collaborato alla realizzazione del grande volume “I Mozart in Italia” (a cura di Alberto Basso, ed. Accademia di S. Cecilia, Roma, 2006). L’editrice Bastogi Libri di Roma ha pubblicato i suoi saggi critici: “Oltre i respiri del tempo. L’universo poetico di Ines Betta Montanelli” (2016); “Verso lontani orizzonti. L’itinerario lirico di Imperia Tognacci” (2020; Premio della Critica “Locanda del Doge”, 2021); “Il pensiero sognante. La poesia di Ada De Judicibus Lisena” (2022). Nel 2017 sono usciti,…