Samira Makhmalbaf, una regista donna che racconta la donna

Samira Makhmalbaf, regista e donna, nasce a Teheran, in Iran, il 15 febbraio 1980. Figlia del famoso regista iraniano Mohsen Makhmalbaf, già all’età di otto anni compariva nell’acclamato film “The Cyclist” diretto dal padre. Dopo aver terminato la scuola di cinematografia, è stata assistente alla regia del padre per il film “Il Silenzio”. Ha debuttato alla regia di lungometraggi a soli venti anni, classificandosi come la regista più giovane in assoluto del mondo, con la pellicola “La Mela” nel 1998. Il film è stato presentato al Festival di Cannes, edizione 1998, e premiato in una delle sezioni collaterali. Fra i suoi film più importanti, oltre al già citato “La Mela”, si ricordano “Lavagne” (2000), “Joy of Madness” (2003), “Alle cinque della sera” (2003). Samira Makhmalbaf è veramente una regista donna che racconta la donna, in contesti difficili, e non di certo a favore della donna, in paesi quali l’Afganistan e l’Iran in cui i diritti delle donne sono spesso calpestati e derisi se non addirittura inesistenti. Il suo cinema coraggioso ha fatto conoscere all’Occidente super tecnologizzato e foriero dei diritti umani, civili e politici, delle donne in primis, una realtà diversa, sconosciuta, spesso oscura e profonda in cui la donna…

“La Poesia è indispensabile nella crescita e nello sviluppo umano”. Un dialogo breve e intenso sulla poesia con Giovanni Tavcar
000 Primo piano , Giovanni Tavcar / 5 Marzo 2021

Giovanni Tavcar è nato a Trieste. E’, per sangue e collocazione culturale, poeta di tre lingue e tre culture diverse: l’italiana, la slovena e l’austriaca. Egli risulta essere, con queste caratteristiche, il poeta più originale di Trieste, intesa come città mitteleuropea. Fino ad oggi ha pubblicato venticinque raccolte di poesie nonché diversi altri volumi (saggi, biografie, traduzioni poetiche, riflessioni religiose).Collabora con diverse riviste culturali con articoli musicali, poesie, prosa, approfondimenti religiosi e traduzioni poetiche (italiano, sloveno, tedesco e viceversa). Ha poi pubblicato sedici raccolte di poesie di gruppo con altri autori. Premiato in numerosi concorsi nazionali e internazionali di poesia, è stato anche quaranta volte finalista e ha vinto più di un centinaio di diplomi d’onore, di merito, encomi solenni, ecc. ecc. Gli sono stati assegnati cinquantasei premi speciali “Ad personam”. Giovanni Tavcar è presente in diversi dizionari, atlanti e enciclopedie e in più di un centinaio di antologie diverse (anche di carattere scolastico). Francesca Rita Rombolà e Giovanni Tavcar dialogano sulla poesia. D – Vedo, dottor Tavcar, che la sua produzione poetica è piuttosto notevole, e allora mi può dire come sente, come percepisce, come vive e come giudica la Poesia? R – Innanzitutto, non sono dottore. Dimentichi, perciò,…

“Scrivere è sempre stato il mio sogno”. Conversando con Ezio Gavazzeni
000 Primo piano , Ezio Gavazzeni / 25 Febbraio 2021

Ezio Gavazzeni nasce a Milano, dove vive e lavora. E’ laureato in Scienze del Servizio Sociale, master in Managment per la PMI, diploma superiore in Tecniche di Marketing. Per diciotto anni alle dipendenze dell’ Università Statale di Milano dove ha pubblicato, con altri, undici articoli scientifici. Dal 1986 al 2011 ha collaborato, in modo continuato, con diverse agenzie stampa e case editrici: News, Proget, PrePress, Motta Editore, Giuffré Editore. Ha lavorato per diverse redazioni di settimanali e mensili occupandosi della correzione bozze e revisione testi, tra le tante: “Mondo Economico”, “Il Mondo”, “Bella”, “L’ Europeo”, “Capital”, “Donna Moderna”, “Photo”, “Elle”, “Marie Clare”, “Astra”, “Playstation”, “World”, “Ville e Giardini”. Negli anni ’90 e fino al 2001 Ezio Gavazzeni si è occupato, in modo continuato e assiduo, della correzione bozze delle collane Mondadori con circa 32 – 33 testi all’anno: Gialli Mondadori, Urania, i Romanzi, Best Seller e Segretissimo. Per la Motta Editore ha curato la redazione dell’Enciclopedia della Letteratura Internazionale e l’Annuario del Cinema per diversi anni. Come redattore e coautore ha legato il proprio nome alle guide di viaggio “Portogallo Madeira e le Azzorre”, “Grecia 2 isole greche”, “Parigi”, “Milano” (Mondadori 1998). Nell’ottobre 2015 inizia a dirigere il Laboratorio di…

Gli oscuri e aurei cancelli dell’Eternità. Per il bicentenario della morte del poeta John Keats
000 Primo piano , John Keats / 23 Febbraio 2021

Poeta fra i massimi esponenti del Romanticismo inglese, colui che ne ha incarnato appieno i valori, le finalità, le idee, il senso artistico e umano più autentico, John Keats compie oggi, 23 febbraio 2021, i duecento anni della propria dipartita da questo mondo e da una vita brevissima segnata dal dolore ma anche dall’intensità, dalla profondità e dal sublime afflato della poesia. Venerdì 23 febbraio 1821 è l’ultimo giorno di vita di John Keats. Le sue ultime parole sono rivolte all’amico Severn che lo assisteva sul letto di morte: “Severn Severn sollevami sto morendo, morirò facilmente e in modo lieve, non spaventarti. Grazie a Dio è giunta l’ora …”. Poi un po’ più tardi: “Non respiratemi addosso, sembra ghiaccio”. Morirà alle undici di sera. Due giorni dopo, il 25 febbraio, il dottor Clark, il medico inglese che lo aveva in cura, fa l’autopsia e trova che i polmoni di quel corpo giovane e bello sono completamente devastati. John Keats è morto di tubercolosi ad appena ventisei anni (essendo nato il 31 ottobre 1795 a Finsbury nei pressi di Londra) al pari di altri poeti romantici quali Novalis e Tieck e come gli eroi di un mondo mitico, leggendario, lontano, forse…

… Attimi vibranti e ardenti avvolti dall’amore. Le “Quartine” di Omar Khayyam
000 Primo piano , Omar Khayyam / 13 Febbraio 2021

Nulla, in fondo, si sa di Omar Khayyam uno dei massimi e più celebri poeti e uomini di cultura dell’Iran dell’X – XI secolo circa. Egli nacque probabilmente in uno degli anni della prima metà del V secolo dell’Egira (computo cronologico – temporale musulmano). Nemmeno l’anno della sua morte è noto con esattezza. Forse è avvenuta intorno al 510 dell’Egira (1130 d. C. circa). Delle caratteristiche della personalità di questo poeta si tramanda che egli si dedicò con molto impegno all’insegnamento e alla produzione letteraria. E’ conosciuto in tutto il mondo soprattutto per le sue famosissime “Quartine”, opera poetica dal rilievo molto alto e dalla sensibilità profonda e raffinata. Da una riflessione non superficiale delle “Quartine” di Omar Khayyam si evince che egli forse non era un poeta faceto e che, tramite tali componimenti poetici, non cerca di mettere in risalto la sua arte poetica, il gusto ricolmo e la natura brillante che si riteneva conveniente possedere, bensì di esprimere in versi i pensieri e le meditazioni della sua mente vigile, aperta e grande. Egli ha, infatti, uno stile e una eloquenza trascinanti: è scorrevole e semplice come l’acqua, è molto lontano da artificiosità e formalismo, non tende ad abbellire…

“La scrittura è il mezzo che ho scelto per esprimermi”. Cinzia Fiore Ricci parla di sé e della scrittura
000 Primo piano , Cinzia Fiore Ricci / 10 Febbraio 2021

Cinzia Fiore Ricci nasce a Roma nel 1971. Inizia la sua attività come fotografa, sua grande passione, dove avrà modo, per diversi anni, di entrare in contatto con grandi colleghi del mondo dello spettacolo, della moda, del reportage. Inizia a scrivere per caso, spinta dall’esigenza di esprimere il suo estro. Il suo primo libro, “La rosa del mare”, è un romanzo erotico. Nel 2015 esce un suo racconto, “Il limbo della verità”, per la collana indipendente “Attimi infiniti”, progetto fondato da Walter Padovani e Andrea Lagrein. “Fino all’ultimo respiro” è il primo di quattro libri della serie “Colpe d’amore” pubblicato dalla ErosCultura nel 2016. “Innamorarsi a Natale” è un racconto breve che Cinzia Fiore Ricci auto pubblica nel dicembre 2016. Nel gennaio 2017 esce la sua prima raccolta di poesie “Essenza di Donna”. Nel marzo 2017 Cinzia Fiore Ricci diventa socia di EWWA. Nel novembre 2017 esce un suo racconto per la collana erotica “Passione Fucsia” della Clown Bianco Edizioni dal titolo “MeravOgliosa”. Francesca Rita Rombolà e Cinzia Fiore Ricci conversano insieme. D – Cinzia Fiore Ricci cosa ha chiesto, e cosa continua a chiedere, alla scrittura? R – Non credo di aver mai chiesto qualcosa in particolare alla scrittura….

“Amo molto tutti i libri che ho pubblicato, e li amo nella loro interezza” Conversazione con Piera Mattei, scrittrice ed editore
000 Primo piano , Piera Mattei / 1 Febbraio 2021

Piera Mattei, dopo una laurea in filosofia, studi e realizzazioni nel campo del teatro e del cinema e una collaborazione decennale alle pagine culturali di testate nazionali e riviste culturali, dal 1991 al 2013 è stata nella redazione della rivista di poesia internazionale “Pagine” per la quale si è occupata soprattutto di critica letteraria e di traduzione di poeti stranieri. Nel 2010 ha fondato le Edizioni Gattomerlino, delle quali è la responsabile editoriale, firmando anche all’interno della sua casa editrice introduzioni, traduzioni, curatele. Negli ultimi venti anni ha pubblicato raccolte di poesie – “L’infinito dei verbi”, Manni, dicembre 2019, è la sesta – raccolte di racconti, libri per l’infanzia, testi di critica letteraria. Ha firmato molte traduzioni di prosa e poesia, in particolare di poeti contemporanei d’Europa e d’America e di classici degli ultimi secoli. Piera Mattei, come poetessa e narratrice, è presente in numerose antologie ed è tradotta in molte lingue: inglese, francese, spagnolo, russo, turco, estone. Francesca Rita Rombolà e Piera Mattei conversano di poesia, di cultura e altro per poesiaeletteratura.it. D – Piera Mattei, iniziamo la nostra conversazione per poesiaeletteratura.it con la Poesia, cioè tutto ciò che Piera Mattei ha fatto e fa per la Poesia, e…

Premio Letterario Città di Castello

PREMIO LETTERARIO «Città di Castello» XV edizione 2021   REGOLAMENTO   Art. 1  L’Associazione Culturale «Tracciati Virtuali» indice la XV edizione del Premio Letterario «Città di Castello», riservato a opere inedite, che dovranno essere tali sia al mo­mento dell’iscrizione che al momento della premiazione finale. Art. 2  Il concorso, a tema libero, è diviso in tre sezioni: Narrativa, Poesia e Saggistica. I lavori, su formato max A4, dovranno essere necessariamente scritti a macchina o al computer: non vengono pertanto accettati manoscritti. La quantità di pagine (circa 2.000 caratteri cad.) per la narrativa dovrà essere compresa tra un minimo di 50 e un massimo di 180; per la saggistica il quantitativo minimo dovrà essere di 60 per un massimo di 200; per la poesia il quantitativo minimo accettato sarà di 25 poesie per un massimo di 60. Art. 3  I concorrenti dovranno far pervenire, entro e non oltre il 30 giugno 2021, a mezzo posta elettronica (premioletterariocdc@libero.it) il seguente materiale: 1) File dell’opera in formato word o pdf; 2) breve presentazione dell’Autore con i dati anagrafici completi e l’indicazione della fonte da cui è stata appresa la notizia del concorso, recapiti postali e telefonici; e-mail; 4) attestato dell’avvenuto pagamento del rimborso…

Wallace Stevens. Il poeta che va, dolorosamente e coraggiosamente, in direzione della luce
000 Primo piano , Wallace Stevens / 19 Gennaio 2021

Wallace Stevens (1879 – 1955), poeta americano, sensibile quanto colto e di una profondità schiva e spesso oscura, si colloca quale figura singolare e tuttavia specifica nella letteratura americana del Novecento, assurgendo a voce di spicco di elevato livello universale. Nella sua prima silloge poetica, pubblicata nel 1923, dal titolo “Harmonium”, vi è già, visibilmente delineata, la sua poetica, sorta di ideale di una poesia sublime intesa come riscatto per un mondo in cui ogni agire umano è privo di idealità e di idealismo e ogni fede (religiosa, politica, sociale, etica ecc. ecc. ), insieme a ogni trascendenza unita a un marcato o latente senso del Divino, è morta o morente. In un mondo dallo scenario ambiguo, rischiarato, poco o nulla, da una sinistra luminosità larvale o di tenebra la Poesia assurge allora, per Wallace Stevens, a un piano quasi assoluto di realtà e di verità superiori. Essa, infatti, è l’unica a poter trascendere la realtà tutta, anche la più infima, per sostituirvisi quale guida, cammino, luce. Nella seconda silloge poetica dal titolo “Ideas of Order” questo concetto avrà un ampliamento significativo e quasi assoluto e Wollace Stevens teorizza, da ciò, una “parola poetica” artefice del mondo, cioè in grado…

Danza di angeli liberi

        DANZA DI ANGELI LIBERI Oscuro è il mondo nella sua notte più lunga. Là nelle dolci terre mediterranee dove la natura non muore mai neanche d’inverno, va solo l’ultimo viandante alla ricerca di una grotta che millenaria e obliata attende solerte la presenza.   Tace il Mistero oggi muta è la parola, un suono primordiale l’intima nota dispersa ha dato ascolto e origine al mistero dell’Universo.   Colui che nasce reca silente il mistico dono della rosa. E’ una rosa fiorita radice d’Oriente che cambia, rinnova, salva.   E’ una danza il cielo danza di angeli liberi. Giunge il lontano. Ha trovato. Dai monti i perduti sentono il Canto che guida e spiana la via.   Lieto e immane è il sorriso del bimbo ormai nato. Andiamo. Da ogni dove. E’ il tempo. Tempo di essere, soltanto. Francesca Rita Rombolà   P. S. – Buon Natale e felice Nuovo Anno a tutti gli esseri e alle cose tutte dell’Universo.

Quel mistero recondito insito nel verso. “Produco veleno” di Silvia Temponi
000 Primo piano , Silvia Temponi / 21 Dicembre 2020

“Produco veleno” è l’opera prima di Silvia Temponi. E’ una raccolta di poesie netta, precisa, secca, tagliente, a tratti dissacrante dall’effetto forte e immediato quasi come il classico “pugno nello stomaco”. Chi l’ha meditata e scritta è una ragazza non ancora maggiorenne che ha forse trovato nella poesia uno sfogo e un punto di approdo importanti per il presente e per il futuro. Colpisce, in quasi tutte le poesie della raccolta, la costanza dei sentimenti e la percezione di una crisi che non è prettamente soltanto adolescenziale. Un certo pessimismo di fondo rimarca ancora una volta la difficile esistenza del poeta nella sua scoperta della vita e la complessità nel rapportarsi al mondo e alle cose che ivi dimorano. E anche se il linguaggio è ancora acerbo e veicolo di semplice essenzialità che ha bisogno di maturare col tempo, ciò che esprime e che imprime può dar adito ad una riflessione di certo non superficiale su quei temi molto cari alla gioventù di ogni periodo storico e di ogni latitudine. Emblematica, a tal riguardo, la citazione, presente nel volumetto, dalla famosa opera di Wolgang Goethe “I dolori del giovane Wherter”; segno questo che i giovani sperimentano la sofferenza esistenziale e…

La luna bambina forse è diventata faticosamente adulta
000 Primo piano , Francesca Gallus / 10 Dicembre 2020

Memorie vive che si intrecciano ai ricordi, desideri e sogni che forse un domani si avvereranno. “La luna bambina” di Francesca Gallus è una silloge poetica quasi innocente e spensierata, fresca e piena di vita alla stessa maniera di una bambina. Cosa pensa una bambina nel guardare la luna in una notte di primavera o d’estate? Tante cose. Ma soprattutto si sente immersa in un mondo incantato che sembra proteggerla e nutrirla. Ella allora è diventata poesia insieme a tutto quello che la circonda … basta poi, quando si avrà una consapevolezza maggiore, prendere in mano una penna e scrivere in versi il vissuto, il percepito, l’immaginato. Sono tante le poesie di “La luna bambina” di Francesca Gallus che rammemorano momenti felici, in primis, e altri tristi. Raccontano sì. Riescono a raccontare e a trasmettere la loro magia e la loro forza poetica agli altri. Particolarmente toccante è la poesia “Luna”: “Come la sento mia questa luna,/mi vesto di cielo/e ascolto la sera che danza,/per sentire ancora/il profumo della mia terra./Antichi ricordi lusingano/frammenti di me bambina/e cerco risposte tra le stelle/e tra il dolce profumo di elicrisio,/mi perdo nel respirare l’immenso./Non togliermi la notte/non togliermi la notte e i suoi…

Conversando con Antonio Pilato autore di “Incubi grotteschi di esiliati sognatori”
000 Primo piano , Antonio Pilato / 8 Dicembre 2020

Antonio Pilato (Ravenna, 11 marzo 1990) è uno psicopedagogista e uno scrittore. Fin da bambino si appassiona alla letteratura dell’orrore leggendo, a casa e a scuola, i romanzi brevi della serie “Piccoli brividi” di R.L. Stine. Terminati gli studi liceali si iscrive all’Università di Bologna laureandosi in Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali nel 2013 e in Psicologia delle Organizzazioni e dei Servizi nel 2015. Nel frattempo, inizia a conoscere la prosa di S. King leggendo diversi romanzi e alcune raccolte di racconti. Dal 2016 la sua visione letteraria si allarga ad altri autori, primi fra tutti H. P. Lovecraft e T. Ligotti, i quali influenzeranno non poco i suoi pensieri e il suo immaginario portandolo a laurearsi una terza volta nel 2018 in Pedagogia e a scrivere la sua tesi di laurea proprio sul tema dell’infanzia insita nei contesti della letteratura dell’orrore. Dal 2018 inizia a scrivere, preso da una forte ispirazione innata  e arcana, una serie di racconti di genere weird. Nel 2020 pubblica la sua prima raccolta di racconti, con la casa editrice Mario Vallone Editore, dal titolo “Incubi grotteschi di esiliati sognatori” (vai alla scheda del libro). Francesca Rita Rombolà e Antonio Pilato conversano insieme….

InediTo 2021

XX Edizione 2021  POESIA | NARRATIVA | SAGGISTICA | TEATRO | CINEMA | MUSICA   PRESENTAZIONE BANDO     Il Premio InediTO – Colline di Torino giunge al prestigioso traguardo della ventesima edizione quando sembra sospeso il tempo di ogni corsa nell’incertezza che ci circonda, dopo aver premiato in tutti questi anni tantissimi autori affermati e nuovi talenti, di ogni età e nazionalità, sostenendoli e accompagnandoli verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo. Il concorso letterario, punto di riferimento in Italia tra quelli dedicati alle opere inedite, il cui bando scadrà il 31 gennaio 2021, è l’unico nel suo genere a rivolgersi a tutte le forme di scrittura (poesia, narrativa, saggistica, teatro, cinema e musica), in lingua italiana e a tema libero. Grazie al montepremi di 7.000 euro i vincitori delle sezioni Poesia, Narrativa-Romanzo, Narrativa-Racconto e Saggistica ricevono un contributo destinato alla pubblicazione e/o alla promozione con editori qualificati, mentre i vincitori delle sezioni Testo Teatrale, Cinematografico e Canzone un contributo per la messa in scena, lo sviluppo della produzione, la diffusione radiofonica e sul web. Inoltre, vengono assegnate menzioni agli autori promettenti, segnalazioni, i premi speciali “InediTO RitrovaTO”, “InediTO Young”, “Alexander Langer”, “Giovanni Arpino”, “Borgate Dal Vivo”, e il…

Genevieve Makaping. Il coraggio e la determinazione di una “Donna che dice no”
000 Primo piano , Genevieve Makaping / 25 Novembre 2020

Il racconto di un viaggio, metafora di dolorosa migrazione e di scottante attualità. Il racconto di un percorso che non è ancora finito. Continua. La protagonista è Genevieve Makaping, un’antropologa del Camerun (Africa). Ripudiata dalla Famiglia per la sua relazione con Marcel, lascia il suo paese per la Francia e, dopo la morte del suo compagno, resta sola e senza sostegno. Genevieve Makaping arriva in Italia e, in Calabria (dove si laurea, prima, diventando docente di antropologia, dopo, all’Università della Calabria di Cosenza) inizia un percorso di studio, di ricerca, di lavoro ma soprattutto di osservazione degli uomini, delle donne e della società che le sono intorno. Di questa società, da ospite, diventa parte vitale ed integrante, voce ed espressione. “Makaping”, nella lingua autoctona del Camerun, significa “Donna che dice no”. Perciò, nel suo nome, è veramente racchiuso un destino. Genevieve Makaping è una studiosa ma è, prima di tutto, una donna che dice no alle violenze contro le donne e contro ogni essere vivente, no all’ignoranza imperante ad ogni livello (culturale, sociale, scientifico, umano), no al pregiudizio sempre in agguato e spesso palese, no all’ipocrisia che dipinge e ridipinge continuamente la propria maschera sul volto delle persone, no ad…

“Personalmente la Poesia sta alla prosa come la grappa sta al vino”. Dialogando con il professor Riccardo Duranti, editore di Coazinzola Press
000 Primo piano , Riccardo Duranti / 12 Novembre 2020

Riccardo Duranti ha insegnato a lungo Letteratura Inglese e Traduzione Letteraria presso l’Università La Sapienza di Roma. Ha ricevuto il Premio Nazionale per la Traduzione nel 1996 e il Premio Catullo nel 2014. Ha tradotto l’opera omnia di Raymond Carver e autori come John Berger, Philip K., Dick, Cormak McCarthy, Michael Ondaatje, Nathanael West, Richard Brautigan, Caryl Churchill, Elizabeth Bishop, Henry David Thoureau, Eduard Bond, Kate Tempest e Robert Coover. Tra i suoi libri di poesia: “Bivio di voce” (Empiria, 1987); “The Archer’s Paradox” (The Many Press, 1993); “L’affettuosa fantasia” (Aracne, 1998); “Made in Mompeo”; “Haiku e immagini” (con Rino Bianchi, Corbu, 2007) e “Meditamondo” (Coazinzola Press, 2013). Nel 2015 è uscito il suo primo libro di racconti “L’orsacchiotto Carver e altri segreti”. Vive sui Monti Sabini dove gestisce un uliveto. Francesca Rita Rombolà e il professor Riccardo Duranti dialogano principalmente sulla letteratura. D – Professor Duranti, lei ha tradotto in italiano le opere di Raymond Carver; cosa ne pensa di un autore come Raymond Carver? Lo ritiene importante, fondamentale nel panorama letterario anglosassone? R – Oltre a considerare Ray uno scrittore imprescindibile per il ruolo da lui avuto nel rinnovare e arricchire la tradizione della Short Story, è stato…

Anna Rita Rossi e i suoi libri compositi
000 Primo piano , Anna Rita Rossi / 9 Novembre 2020

Anna Rita Rossi ha studiato danza, canto e pianoforte laureandosi al DAMS. La scrittura è attualmente la sua professione, anche se la musica è ugualmente presente, e in modo totale, nella sua vita. Con il suo nome e con vari pseudonimi ha all’attivo ventisei pubblicazioni (libri cartacei ed e – book) che spaziano tra vari generi. Tra i suoi libri: “Cammerville” (libro illustrato per bambini) e tra gli e – book: “L’assassino va in scena”, “Presagio mortale” (pseudonimo A. J. Evans), “L’ultimo salto” (pseudonimo A. J. Evans). Francesca Rita Rombolà e Anna Rita Rossi conversano insieme. D – Anna Rita Rossi, la danza e il canto come li percepisci a livello emozionale? R – Sono entrambe due espressioni molto intense del corpo che mi consentono di dare forma alle mie emozioni; forme effimere che si perdono in fretta alla vista, ma che restano dentro: nei muscoli, nelle corde vocali, nel respiro. Muovendomi per danzare rilascio delle energie, ma sempre nuove ne emergono dal movimento stesso. Per quanto riguarda il canto, quando eseguo certe frasi musicali sento di rivelare tutte le mie fragilità, nel rompersi della voce, specialmente quando una combinazione di suoni o una melodia mi toccano particolarmente l’anima. Ma…

“Scrivere per me significa raccontare la verità”. Andrea Taietti, un narratore del sociale
000 Primo piano , Andrea Taietti / 5 Novembre 2020

Andrea Taietti è nato a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo. Si è laureato in Lettere, all’Università degli Studi di Bergamo, con curriculum in Scienze dell’editoria e della promozione multimediale. Ha frequentato per due anni la Holden di Torino. Ama la filosofia, la cucina, i libri. Andrea Taietti è stato finalista in diversi premi letterari fra cui  il Premio Letterario italo – russo per giovani scrittori e traduttori. Le sue pubblicazioni. “Stavolta è difficile”, “Ed è quasi giorno”, “Igel”, “Bianco di felicità” (in Almanacco letterario 7). Francesca Rita Rombolà ha conversato con lui. D – Andrea, il tuo periodo alla scuola Holden di Torino. R – Sono stati due anni unici. Ho sempre fatto fatica a capire quando qualcosa è più unica che rara. Fino alla Holden. Sì, sono stati davvero due anni unici e che, probabilmente, non rivivrò più. Ne sono consapevole, perché la Scuola di Scrittura Holden ha la capacità di portarti in un mondo e fartici restare ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette quando sei a lezione ma, anche e soprattutto, quando non lo sei. Hai l’opportunità, infatti, una volta varcata la soglia del primo giorno di opening doors, di vivere due anni a…

Grazie, leone di Scozia
000 Primo piano , Sean Connery / 2 Novembre 2020

Era nato a Edimburgo (Scozia) il 25 agosto 1930. Attore e produttore cinematografico, Sean Connery, leggenda del cinema britannico e del cinema internazionale, si è spento due giorni fa, il 31 ottobre 2020, all’età di novant’anni. Aveva raggiunto il successo mondiale negli anni Sessanta del secolo scorso impersonando il personaggio di James Bond nella fortunata serie dell’ Agente 007 tratta dai romanzi di Jan Flaming. Registi del calibro di Alfred Htchcock lo vollero quale protagonista maschile nel famoso thriller a sfondo psicologico “Marnie”. Prese parte a film celebri proiettati in tutto il mondo fra cui “Highlander – L’ultimo immortale”, “Indiana Jones e l’ultima crociata”, “Caccia a Ottobre Rosso”, “Gli intoccabili” per il quale vinse l’Oskar come migliore attore non protagonista, e l’indimenticabile capolavoro “Il nome della rosa”, dove ha magistralmente interpretato il ruolo di Guglielmo di Baskerville”, tratto dal romanzo di Umberto Eco. Distinto, vigoroso, fiero, bello e sensuale, ma anche con un talento per la recitazione davvero ineguagliabile, Sean Connery è stato un po’ il classico gentleman scozzese d’altri tempi (non a caso Elisabetta II d’Inghilterra gli ha conferito il titolo di baronetto per i suoi meriti artistici, che lui ha portato fino alla fine con orgoglio e con…

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