“…La passione per la scrittura, che avevo sempre tenuto in un cassetto”. Conversazione con lo scrittore Paolo Orsini
000 Primo piano , Paolo Orsini / 21 Febbraio 2024

Paolo Orsini è nato a Siena, ma ha sempre vissuto a Firenze. Dal 1981 al 2019 ha lavorato nell’ambito del marketing e della pubblicità. Si è sempre impegnato nel sociale, prima come attivista di Amnesty International, poi come volontario di Voce Amica centro nazionale di ascolto telefonico. Nel 2015 ha partecipato a un corso di scrittura creativa, e da allora è iniziata la sua attività letteraria. Ha scritto numerosi racconti pubblicati in raccolte di vari autori e di alcune riviste letterarie. Nel 2016 il suo racconto “La Buttadentro” ha vinto il primo premio al concorso letterario “Caffè Giubbe Rosse” di Firenze. Ancora nel 2015, insieme ad altri dodici scrittori, ha partecipato alla nascita dell’Associazione “Gruppo Scrittori Firenze”, che si occupa di letteratura e di arti visive in genere, organizza il concorso letterario “Città sul Ponte”, fornisce assistenza editoriale e cura l’organizzazione di eventi. Nel 2018 pubblica, in self publishing, “La Grande Rivelazione”, un’antologia di racconti. Nel 2022 esce l’antologia “Scintille di Oscurità” che contiene nuovi suoi racconti insieme ad altri, della precedente raccolta, rielaborati. Nel 2023 Paolo Orsini pubblica “Limousine”, il suo primo romanzo. Francesca Rita Rombolà e lo scrittore Paolo Orsini conversano di narrativa, di poesia e altro. D…

Una rosea orchidea per la festa dell’amore

Festa degli amanti, disperati e soli. Festa degli innamorati, solitari e insieme. Festa dell’amore che unisce e, allo stesso tempo, disperde; porta gioia immensa e dolore smisurato; coinvolge e sconvolge, sazia e affama, brucia e rinfresca, eleva e abbassa, calma e tormenta. Festa di chi ama davvero, senza essere mai riamato; di chi sogna, nel più lucido e amaro presente; di chi ha fatto dell’amore più tenace la propria bandiera e non dimentica mai la sofferenza dell’amato e lo sguardo dell’amante. Festa dell’amore, che sa di primavera precoce e già annunciata e percepisce nei cuori il profumo suadente del vento e dei fiori, del mare e del cielo, delle nubi e della luna, del faro lontano e della scia di stelle all’orizzonte. Festa dell’amore che tutto si dona e dona, e lacero e perdente non smette mai, e poi mai, di amare camminando lento e avanzando a tentoni fino ai cancelli dell’Eternità. LA FORMA DELL’ ORCHIDEA Nascosta ai venti che gonfiano fino alle stelle le onde dell’oceano tremolanti gocce e danza di ragazze scatenate, dura e selvatica la rosea orchidea radice endemica dell’unico sangue fecondo piacevole dolore, e il seme vagante dei mondi il silenzio cosmico l’immane esistenza della materia…

“La musica è un mistero ed è anche un linguaggio universale”. Conversando con il musicista e cantautore Andrea Mazzacavallo
000 Primo piano , Andrea Mazzacavallo / 7 Febbraio 2024

Andrea Mazzacavallo è un musicista e cantautore. Nel 1995 vince il premio dedicato a Demetrio Stratos “Cantare la voce”. Nel 2000 pubblica il suo primo album e, con la canzone “Nord – est”, partecipa a Sanremo 2000. Nel 2003 Andrea Mazzacavallo partecipa al festival della musica uzbeka, a Tashkent. Nel 2006 vince il “Leoncino d’oro” alla Biennale Teatro di Venezia con la colonna sonora dello spettacolo di Carlo Gozzi “Il Carro”. Nel 2007 tiene un seminario su “Musica e vocalità nella commedia dell’arte” presso l’università di Seul (Sud Corea). Lo stesso anno, Andrea Mazzacavallo firma la colonna sonora dello spettacolo scritto da Tiziano Scarpa “L’ultima cosa”, che vince il premio “Chi è di scena” alla Biennale di Venezia. Nel 2008 Andrea Mazzacavallo realizza la musica dello spettacolo di circo – teatro “Cirk”. Francesca Rita Rombolà e Andrea Mazzacavallo conversano insieme. D – Vuoi parlare un pò, Andrea, del tuo ultimo album “Capricci”? R – “Capricci” sono le canzoni del pollo che si lagna, è lui che canta e che sempre merita il taglio. “Capricci” è una raccolta di canzoni scritte su commissione per spettacoli di teatro e di cabaret. C’è una canzone su testo di Ruzzante (1500 d. C.) scritta…

“La metafora è uno degli elementi trainanti dell’elaborazione letteraria e creativa”. Un dialogo con Vanni De Simone,scrittore,traduttore,editore,autore/regista di RadioRai
000 Primo piano , Vanni De Simone / 31 Gennaio 2024

Vanni De Simone, scrittore, traduttore e autore/regista di Radio Rai, vive a Roma; attualmente è direttore editoriale della casa editrice Elemento 115, di Roma. Fra i suoi lavori a RadioRai: “Nord – Sud”, recitativo Rock, 1989; “Beowulf”, elaborazione radiofonica musicale ispirata all’omonimo poema anglosassone, 1990; “Versimedia”, festival poetico, Roma, 1991. Fra le sue traduzioni: “Fiesta”, di H. Hemingway, Newton Compton, 1989; “Dizionario Oxford della Letteratura americana” e “Dizionario Oxford della Letteratura inglese”, Gremese 1993 e 1994; “Gli animali del futuro”, De Agostini, 2003, adattato per Rete Quattro, 2002 – 3; “Un racconto del XX secolo” di Ignatius Donnelly, Elemento 115, 2021. Come direttore editoriale di Elemento 115, E – Book Elemento 115: “La Terra del Popolo Volante”di R. Paltok, “Il Mondo di Cristallo” di W. H. Hudson; “Il Turbine Uamano”, di King Camp Gillette (inventore dell’omonimo rasoio), Elemento 115, 2018. Fra le sue opere di narrativa: “La Leggenda dei Fantasmi”, Sinegon, 1993, “Il Respiro dell’Orso Bianco”, DeriveApprodi, 2002; “Il Racconto degli Dei”, Elemento 115, 2019. Francesca Rita Rombolà dialoga di poesia, di scrittura, di attualità con Vanni De Simone. D – Vanni De Simone, scrittore, traduttore, autore/regista di RadioRai perché ad un certo punto del suo percorso artistico/professionale decide di…

“Il giardino dei Finzi – Contini” di Giorgio Bassani, sfondo di un mondo effimero e crudele
000 Primo piano , Giorgio Bassani / 27 Gennaio 2024

“Il giardino dei Finzi – Contini” è il romanzo più conosciuto dello scrittore Giorgio Bassani. Ha avuto una, diciamo, “incubazione molto lunga” in quanto un primo abbozzo risale al 1942, a venti anni prima cioè della pubblicazione del libro. La vicenda del romanzo ha un prologo, piuttosto efficace dal punto di vista letterario, la cui scena l’autore immagina sia avvenuta nel 1957 (molti anni dopo la fine della guerra e soprattutto degli avvenimenti narrati nel romanzo). Questo prologo serve proprio allo scrittore, nel narrare la visita ad una necropoli etrusca, ad andare indietro col pensiero e con i ricordi per rievocare altri morti “inghiottiti” dall’inesorabilità del momento storico terribile e particolare a un tempo per l’Italia e per l’Europa. Va, così, indietro nel tempo, col pensiero e con i sentimenti più profondi e brucianti della sua anima, alla sua giovinezza e alla sua terra: “a Ferrara e al cimitero ebraico posto in via Montebello”.Così l’io narrante inizia a parlare della famiglia ebrea dell’alta borghesia: i Finzi – Contini, residenti a Ferrara in un bellissimo palazzo isolato, con un antico giardino circondato da un muro di cinta, quasi come una sorta di protezione, o di isolamento, dal mondo esterno. La storia…

Progresso, modernità, post – modernità. Tre idee importantissime e legate tra loro

Idea di progresso. Idea di modernità. Idea di post – modernità. Tre idee importantissime e legate tra loro dall’invisibile filo rosso della Storia e dall’ansia collettiva, conscia o inconscia che sia, per il futuro. L’idea di progresso segue una lunga genesi e si configura quale “sorta di conquista” piuttosto recente nella storia dell’uomo. Dal mito classico greco – romano dell’Età dell’Oro al principio medioevale della Storia come successione di eventi ordinata dal volere di Dio fino alla cultura rinascimentale si pone con connotazioni decisamente moderne. Alla fine del XVI secolo, Jean Bodin aveva affermato la graduale ascesa dell’umanità verso stati superiori di incivilimento e l’affrancamento dall’antica teoria della degenerazione dell’uomo. Francesco Bacone e Renato Cartesio porteranno a compimento questo processo con l’affermazione della funzione pratica del sapere come strumento di miglioramento della vita degli uomini: la “New Atlantis” di Francesco Bacone, infatti, sancisce il carattere progressivo del sapere, che diventa così la condizione del progresso generale dell’umanità. Di fondamentale importanza è il pensiero di Renato Cartesio che, affermando la possibilità di costruire “l’edificio scientifico” su una base razionale procedendo da un complesso articolato di principi evidenti, conduce al corollario del carattere cumulativo del grado di conoscenza raggiunto. Il pensiero del…

Il Mito: quella straordinaria invenzione – creazione dei poeti della Grecia arcaica. Una riflessione illuminante e inusuale intorno a “ERANO LE OMBRE DEGLI EROI” di Donatella Bisutti
000 Primo piano , Donatella Bisutti / 9 Gennaio 2024

Nel 1990 Francesca Rita Rombolà pubblica la sua prima raccolta di poesie TIRINTO (Firenze Libri Editore), e il suo primo libro in assoluto. Come il titolo ben dice, questa silloge poetica prende lo spunto primario dall’antica città – fortezza della Grecia ma i suoi contenuti sono attuali e spaziano per il mondo che vive, che lotta, che muta o è in fase di mutamenti profondi ed epocali: è il Mito che ritorna in poesia, quella straordinaria invenzione – creazione dei poeti della Grecia arcaica che ha consentito loro, in primis, di plasmare, con la plasticità del logos misto al linguaggio, un universo fatto di dei e di eroi, di caos e di armonia, di follia e di bellezza, di incanto e di dolore in cui il Mito, per mezzo del canto, conduce dal nulla all’esistere e dona l’immortalità vanificando lo spazio e il tempo. Scrive, a proposito del Mito, Walter F. Otto, fra i massimi interpreti – studiosi della religione greca classica: ” Il vero Mito è sempre un mito di dei. Vi rientra anche il mito concernente gli eroi. Questo infatti non soltanto presuppone il mito degli dei, ma gli si rivela affine anche nel culto al quale anch’esso…

La Poesia e il tempo

Il tempo, enigma e mistero fin dalla comparsa dell’uomo sulla terra. Il tempo, ossessione, ansia, tabù, realtà sacrale, entità che sfugge. E’ stato e continua ad essere tutto ciò per l’uomo il tempo e il concetto di tempo. Il tempo, inafferrabile eppure ineludibile; realtà o irrealtà? Cosa si sa o si può mai dire di concreto intorno al tempo? I rintocchi di una campana che scandiscono le ore, ciò che noi, come esseri umani, facciamo ogni giorno, nel bene o nel male, è uno scandire lento o veloce del tempo. Gli orologi (anche i più sofisticati quali quelli atomici che scandiscono perfino i millesecondi) misurano il tempo: in secondi, in minuti, in ore ma non dicono che cos’è il tempo. I calendari lunari o solari riportano, regolarmente e ciclicamente, i giorni, i mesi, gli anni ma non dicono, ugualmente, che cos’è il tempo. Ci hanno provato i filosofi di ogni epoca a pensare il tempo e a tentare di capire che cosa il tempo mai fosse. Ma in fondo non si è mai saputo, non si sa, forse non si saprà mai che cos’è il tempo. Tutti quelli che hanno indagato il tempo e hanno dissertato su di esso sono…

Un Lieto Natale e un Felice Nuovo Anno

NEI SUOI OCCHI Nei suoi occhi gravidi di misteriosa innocenza ora più che mai balugina il riflesso maestoso e improvviso dell’Universo infinito. E’ giunto il tempo, il tempo: l’eterno istante e non un riparo sotto il cielo che prepara da eoni primordiali proprio il compiersi di questo evento, solo laggiù dei resti cadenti di capanne forse di grotte usate da pastori e contadini come ricovero per le bestie nelle vaste notti invernali. … E lassù quel chiarore ancora soffuso come di luce che annuncia il suo mostrarsi speculare più elevato. Ancora, nei suoi occhi segno che addita: il segno primo e ultimo di stella che dal mare sorge per illuminare ogni devastante abisso, umido e caldo è l’antro della grotta dimora di chi fu viandante e viandante sarà, impavido nei sogni e nell’esistere di chi nulla ebbe e nulla avrà se non l’umiltà dello sguardo mite, per sempre. … E già il primo vagito si ode accolto e immensamente amato da iridi oltre l’azzurro umano che sapranno anche straziarsi in quell’ora della morte ancora più suprema, quando giungerà. Ma adesso: l’epifania del gioire, dell’esultare del prorompere in sospiri dolci come il miele in inni di gloria e di letizia vibranti…

“Che la Poesia sia la nostra linea di resistenza”. Conversazione con Donatella Bisutti
000 Primo piano , Donatella Bisutti / 13 Dicembre 2023

Donatella Bisutti, nata a Milano, vive a Genova, è poetessa, scrittrice, giornalista. Ha pubblicato per Bompiani il romanzo “Voglio avere gli occhi azzurri”. Il suo famoso saggio “La poesia salva la vita”, uscito per Mondadori, è ora nei Tascabili Feltrinelli. Fra le sue raccolte di poesie: “Inganno ottico”, Premio Montale Inediti; “Rosa alchemica”, Premio Lerici Pea e Premio Camaiore; “Un amore con due braccia”, Premio Alda Merini; “Dal buio della terra”, menzione speciale Premio Pontedilegno; “Sciamano”, menzione speciale Premio Gozzano, e il recentissimo “Erano le ombre degli dei” Passigli Editore. Fra i suoi libri per ragazzi: “Le parole magiche”, per Feltrinelli, e “Storie che finiscono male”, Einaudi ragazzi. Nel 2011 è stata ospite dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles per la Settimana della Lingua Italiana. E’ inclusa nell’antologia mondiale di poesia femminile “Arouse the wind, goddesses!” di prossima uscita in Giappone. Ha tradotto “La memoria e la mano” di Edmond Jabès e “Estratti del corpo” di Bernard Noel per Lo Specchio Mondadori e “La caduta dei tempi”, sempre di Bernard Noel, per Guanda. Ha curato l’edizione postuma di Fernanda Romagnoli “Il tredicesimo invitato e altre poesie”, per Scheiwiller. Ha da poco pubblicato un libro di aforismi dal titolo “Ogni spina…

La satira, genere poetico dal tono mordace e dissacrante

La satira (forse dal latino “satura lanx – piatto ricolmo di primizie”) è un genere poetico del quale Quintiliano rivendica l’originalità nella letteratura latina (“satura tota nostra est”). In epoca preletteraria, cioè in un’epoca piuttosto arcaica, la satira aveva forse carattere drammatico e godeva di grande libertà sia di forma che di contenuto (da qui, probabilmente, l’etimologia della parola). La satira letteraria risale invece a Lucilio (II secolo a. C.), che conferì al genere un carattere colloquiale, la forma metrica dell’esametro e, sul piano dello stile, la disponibilità ad accogliere diversi registri espressivi, con la caratteristica commistione tre forme auliche e termini del linguaggio quotidiano (“sermo quotidianus”). A Lucilio risale anche la codificazione del tono mordace e dissacrante, che è tutt’ora implicito nel significato della parola “satira”. Il modello esemplare della satira letteraria fu, però, quello elaborato da Orazio, che della satira sviluppò soprattutto il carattere di pacata conversazione e di dialogo tranquillo e calmo quasi gioviale (l’autore chiamò “Sermones” le sue satire) e di critica garbata, bonaria ed educata della condotta romana (I, 1, 24 – 25 ” … Ridentur dicere verum/quid vetata? – Che cosa impedisce di dire la verità col sorriso sulle labbra?”). Persio e Giovenale sono…

Intelligenza Artificiale, scrittura, democrazia

E’ il 2023 d. C., la tecnica, ontologicamente parlando, si avvia davvero a dominare ogni settore della società. C’è chi plaude a ciò, vedendo la cosa come l’ultima grande frontiera di un cammino che è iniziato secoli fa con il Rinascimento prima e l’Illuminismo in seguito, se non addirittura con la scoperta del fuoco in epoca preistorica, c’è chi invece vede in ciò un pericolo imminente per la sopravvivenza dell’umanità e della vita tutta sul pianeta terra. Ma per quanto riguarda la cultura, l’arte, la letteratura, la scrittura, la Poesia mi domando: cosa può apportare di nuovo e di migliore l’Intelligenza Artificiale? Sì, abbiamo letto (l’articolo su quest’ultima che ho scritto poco tempo fa e che è stato pubblicato da poesiaeletteratura.it) come l’algoritmo, servendosi dei concetti, compone una poesia che sembra scritta dall’autore in persona; ma quando ha fatto questo e quando, fra qualche anno o fra pochi mesi, arriverà a scrivere un’intero poema simile all’Iliade di Omero o al De Rerum Natura di Lucrezio o alla Divina Commedia di Dante Alighieri, o anche un romanzo d’appendice, un thriller o un saggio di storia o di filosofia che cosa cambierà per l’uomo o, forse meglio, per l’artista (il poeta, lo…

La donna e lo scricciolo

– Ehi, scricciolo, perché ti sei posato su questa finestra chiusa da sbarre di acciaio? Non lo so. Forse perché ho visto che dietro queste sbarre c’ è una donna. – Sì, è vero. Ma sono prigioniera. Non vedo più il sole, la pioggia, la neve, gli alberi e i fiori. Non sento più il soffio dell’aria mutare sulla pelle al volgere delle stagioni. Non so più cosa sia l’azzurro del cielo e del mare. Ma sei una donna. Sei una donna che ama, che lotta ogni giorno per la propria dignità. Sei una donna che mai perde la speranza, anche in un soffio di vento benevolo e amico. – Non posso darti nulla, scricciolo, nemmeno una briciola di pane o un avanzo di cibo qualsiasi. Lo scricciolo fece qualche passettino e si avvicinò di più alle sbarre di acciaio. Era molto piccolo e fragile, e si capiva subito che aveva patito la fame e i rigori improvvisi di un clima repentinamente mutabile. Non voglio nulla da mangiare, anche se ho, sì, molta fame. Ho solo bisogno di una carezza, e le mie ali intirizzite e deboli riuscirebbero a prendere il volo. – Una carezza!? … Sì, perché ti stupisci?…

Verso quella lontananza foriera di grandi sogni e di speranza. A proposito de IL SECONDO VIAGGIO – Gli imprevedibili effetti di un Grand Tour” di Adele Costanzo
000 Primo piano , Grand Tour / 14 Novembre 2023

Ed eccoci a “IL SECONDO VIAGGIO – Gli imprevedibili effetti di un Grand Tour” il secondo volume, o il sequel, de “Il Grand Tour” di Adele Costanzo. Fa davvero piacere ritrovare i personaggi lasciati nel primo volume cambiati, cresciuti psicologicamente, maturati forse, consapevoli del proprio cambiamento interiore e del proprio status sociale, e civile anche. Bachume, Henri Trespetit, Antonia di Grugliasco e, al posto del comandante Florentin, il di lui figlio ventenne carico di odio verso gli altri per la sorte toccata al padre allontanato, a causa loro, dalla Francia. Corre l’anno 1730, dopo una breve tappa di Henri nella sua casa natia a Chartres, egli lascia di nuovo la Francia, per ritrovare l’amata duchessa Antonia e l’antico precettore Bachume, alla volta dell’Italia. Le vicende di questo “secondo” grand tour si svolgeranno interamente nell’Italia del sud fra le odierne Puglia, Campania e Molise. Ho apprezzato molto la, diciamo così, “scansione temporale simultanea” che Adele Costanzo fa per tutto il romanzo dalle prime pagine fino alle ultime per dare al lettore un quadro completo degli accadimenti in ciascun ambito proprio dei diversi personaggi divisi dalla lontananza creata dallo spazio ma uniti dal legame invisibile del tempo; ogni “Nel momento preciso in…

… Nel ricordo di volti, di voci, di presenze care ormai scomparse
000 Primo piano , Stefan George / 6 Novembre 2023

Il poeta Stefan George (1868 – 1933) ebbe una concezione quasi mistica della poesia, concezione che tende al sublime elevandosi, con latente ilarità, sulla passionalità della vita di ogni giorno. La sua poetica raggiunge un’alta perfezione formale, resa alquanto suggestiva per la musicalità misteriosa e per l’atmosfera incantata che riesce a creare. Nella poesia “Vieni al parco sepolto” il poeta invita ad entrare in un parco già sopito nel letargo autunnale, dove il riflesso di spiagge lontane e calde (mediterranee o tropicali) e azzurre nubi illumina ogni sentiero piccolo o grande, nascosto o in vista ravvivando i colori, e ad ammirare la compiuta armonia di tinte che i fiori, le piante e gli alberi compongono con sfumature che hanno in sé tutte le tonalità proprie dell’autunno medio e tardo. La potenza catartica della poesia riesce a lenire ogni pena che pur persiste, ogni dolore che sottilmente consuma il cuore e i momenti dilatati dei giorni silenti e delle lunghe sere novembrine, e con il suo indiscusso afflato di evocazione colma il vuoto della psiche, rende fresca ed esuberante la triste malinconia del mese di novembre nostalgico e rammemorante di giorni altri e di vissuti più felici e più lievi ……

La voce libera … e liberata. Un riflettere improvviso intorno al libro “La voce liberata. Nove ritratti di femminilità negata” a cura di Ilaria Franciotti
000 Primo piano , Ilaria Franciotti / 30 Ottobre 2023

Una sensazione forte, corroborante. La mente che si apre, il cuore che pulsa e si rigenera, la voce che si libera di tante atavicità incancrenite, sclerotizzate, spesso assurde. E parla, perché riesce a parlare, adesso. Può parlare. Perfino urlare sì. Ormai può farlo senza più molta paura e con tutta la consapevolezza possibile della propria femminilità. Ho letto il bellissimo volume “La voce liberata. Nove ritratti di femminilità negata AA. VV. ” a cura di Ilaria Franciotti (ChiPiùNeArt Edizioni, 2021). L’ho letto. L’ho meditato. Ci ho riflettuto su. Ed è stato, per me, come un ri – torno. Un ri – trovare me stessa. Un andare col ricordo, e con la scrittura, a tante pagine che ho scritto su alcuni di questi ritratti femminili mitici, archetipici, semi divini a cominciare da Lilith (spesso soltanto citata, talvolta protagonista tenace del mio primo romanzo “Ultimi giorni di novembre” – Firenze Libri Editore, 1993) per finire a Penelope (alla quale ho dedicato un intero canto, “L’albero di Penelope”, nella silloge poetica “Petali grigi” – Edizioni del Leone Venezia, 2004). Il libro non è un saggio, né forse pretende di esserlo a tutti gli effetti, e non è una carrellata di ritratti che si…

Il poeta e la rivoluzione

Incendio di rivolta. Fuoco di rivoluzione. Vento di cambiamento. Lotta per la libertà. Muta un’epoca. Si trasforma la fisionomia di un’era. E il poeta, a qualunque epoca appartenga e in qualunque era dispieghi il suo operato, è lì: presente, attivo. Voce che annuncia la tempesta. Voce che si leva per ammonire, per denunciare, per esortare e per incitare. Voce che si leva per la libertà, non solo di ogni uomo o donna ma di ogni essere vivente che fa parte della natura, che vive e muore sulla terra. Voce che parla. Voce che grida. Voce che urla. Voce che non ha paura di parlare. Voce che non ha paura di gridare. Voce che non ha paura di urlare. Nelle rivolte, nelle rivoluzioni, nelle guerre civili e in quelle fra popoli e nazioni diversi il poeta è sempre sulle barricate e in prima linea a fianco di chi sta lottando per la propria libertà, i propri ideali, i propri sogni e le proprie utopie, la propria vita; a fianco di chi sta combattendo e di chi sta morendo, di chi muore, ad ogni ora del giorno e della notte, nei modi più atroci e più assurdi, più oscuri e più terrificanti,…

Il segno, o la traccia, di una innata primordiale speranza. “DIGNITA’ Mono – luoghi per attori, spettatori e lettori attivi” di Luciano Melchionna
000 Primo piano , Luciano Melchionna / 17 Ottobre 2023

Mettere il teatro per iscritto non è poi tanto semplice. Lo ha fatto Luigi Pirandello, lo ha fatto Samuele Beckett, lo ha fatto Gustav Strindberg ecc. ecc, drammaturghi e commediografi che hanno dato, in un certo qual senso, “letterarietà” alla parola e alla veste più elegante e più difficoltosa che è la recitazione. Si può dire che il teatro è la forma d’arte più elevata? Forse. O forse no. Ma è di sicuro la più singolare. Nel leggere il volume “DIGNITA’ Mono – luoghi per attori, spettatori e lettori attivi” di Luciano Melchionna, edito da ChiPiùNeArt Edizioni (quinta ristampa, maggio 2023), ho percepito e vissuto – forse in qualche profondità davvero remota e piuttosto oscura – nella mia psiche un qualcosa di indicibile e di spiazzante, talvolta perfino di scioccante. Non è il classico “pugno nello stomaco” che ti lascia intontito, sembra essere di più perché sconvolge, si impone e fa riflettere ma soprattutto pone interrogativi ai quali bisogna rispondere con urgenza. E’ un libro sì, in cui le piéces teatrali si avvicendano e si rincorrono, incalzano anche il lettore; brevi, veloci, taglienti che lacerano la carne e lo spirito (la pelle ha dei brividi nel leggerli). I riflettori dell’arte…

Il poeta e il suo compito nel tempo e nello spazio

Chi è il poeta? Il poeta è strumento dell’epoca. Come strumento della lingua. L’epoca e la sua lingua, in realtà, pensano per mezzo del poeta. Tuttavia questo pensiero stesso deve influenzare l’epoca e la sua lingua. Il poeta non trasforma il mondo e le cose del mondo, ma può influenzare la coscienza e toccare le corde più sensibili e profonde del cuore dell’uomo. Il poeta è un custode della tradizione, della memoria, del ricordo. Un custode della parole. E un custode dell’Essere. Si osservi la Storia là dove essa avviene “effettivamente” e su scala escatologica. Nel suo cataclisma continuo non restano e non possono restare dottrine né politiche né poetiche. Ma la Poesia rimane in ogni caso, e mostra di essere essa stessa una più alta “impolitica politica”. L’unica forma di poesia possibile alla fine di un’epoca, di un’era, dei tempi è quella escatologica, quella, in parole povere, che nega il mondo inumano dei giorni che si vivono in nome di un grande mutamento. La Poesia vera è una cosa rara: la sua pienezza fu dispiegata agli uomini nei templi antichi fra divinità e muse e in quel libro grandioso e misterioso conosciuto universalmente come la Bibbia. E da quel…

Ri-tornare a casa al termine di una lunga e sconvolgente erranza metafisica. “Né il cuore né il baratro” di Giovanni Rossi
000 Primo piano , Giovanni Rossi / 3 Ottobre 2023

Cosa può fare, o non fare, la Poesia in momenti cruciali della vita di una persona (uomo o donna) che la scrivono o la apprezzano o che comunque non sono estranei ad essa? Può salvare dal baratro quando questo si spalanca davanti all’improvviso, o può anche salvare dal cuore e aiutare a ritrovare il “proprio cuore” smarrito. Di certo punto a favore della grande potenza e del mistero insiti nella poesia. Ho appena finito di leggere “Né il cuore né il baratro” silloge poetica prima di Giovanni Rossi, edita da ChiPiùNeArt Edizioni (febbraio 2023), e sono diverse e varie le cose che mi hanno colpito della sua poetica: il titolo di ogni poesia è alla fine e non all’inizio segno, a mio parere, che in poesia non c’è rigidità di codici e che il suo fluire si incanala bene nel detto “tutto è possibile e il contrario di tutto”, l’io lirico costruito su un linguaggio quasi minimal decisamente efficace per l’immediatezza con la quale stimola nel lettore il meccanismo del sentimento; gli interrogativi che pone nei riguardi dell’esistente tutto (dal fiore al cielo, dalla roccia al filo d’erba al vento alle onde del mare ecc. ecc.); il senso recondito della…

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