Ri-tornare a casa al termine di una lunga e sconvolgente erranza metafisica. “Né il cuore né il baratro” di Giovanni Rossi
000 Primo piano , Giovanni Rossi / 3 Ottobre 2023

Cosa può fare, o non fare, la Poesia in momenti cruciali della vita di una persona (uomo o donna) che la scrivono o la apprezzano o che comunque non sono estranei ad essa? Può salvare dal baratro quando questo si spalanca davanti all’improvviso, o può anche salvare dal cuore e aiutare a ritrovare il “proprio cuore” smarrito. Di certo punto a favore della grande potenza e del mistero insiti nella poesia. Ho appena finito di leggere “Né il cuore né il baratro” silloge poetica prima di Giovanni Rossi, edita da ChiPiùNeArt Edizioni (febbraio 2023), e sono diverse e varie le cose che mi hanno colpito della sua poetica: il titolo di ogni poesia è alla fine e non all’inizio segno, a mio parere, che in poesia non c’è rigidità di codici e che il suo fluire si incanala bene nel detto “tutto è possibile e il contrario di tutto”, l’io lirico costruito su un linguaggio quasi minimal decisamente efficace per l’immediatezza con la quale stimola nel lettore il meccanismo del sentimento; gli interrogativi che pone nei riguardi dell’esistente tutto (dal fiore al cielo, dalla roccia al filo d’erba al vento alle onde del mare ecc. ecc.); il senso recondito della…

La luna e i poeti

La luna. Sempre splendida e meravigliosa nel cielo notturno dei tempi. La luna. L’unico satellite del pianeta terra. Che intorno al pianeta terra gira e compie il suo ciclo. La luna. Che brilla per la luce riflessa del sole, talvolta pallida, talvolta argentea, talaltra bianca, trasparente e spettrale. Corpo celeste sferico forse desertico e desolato. Forse senza vita. La luna. Amica e (perché no?) “braccio destro” dei poeti. La luna e i poeti. Connubio antico e solido. Sodalizio totale e infinito. Non vi è poeta che non abbia contemplato la luna in notti dell’anima placide e serene e che non si sia rivolto alla luna in altrettante notti dell’anima tempestose e terribili, in un cielo dalla vastità schiacciante e inaudita, al di sopra di paesaggi irreali o surreali, collinari o montani, lacustri o campestri, marittimi e insulari. Alla luna il poeta racconta da sempre le sue pene e i suoi dolori, le sue speranze e le sue gioie. Alla luna da sempre il poeta parla intrattenendo un dialogo muto o percettibile appena, silenzioso o esuberante; e la luna lo ascolta parlandogli e sua volta (non è dato, credo, a chi la poesia non ama e non comprende almeno un pò,…

Il sacro fuoco della poesia e i muri da abbattere

Muri di pietra. Muri di gomma. Muri di ghiaccio. Muri di cristallo. Muri di legno. Muri di sabbia. Muri di mattoni. Muri di acciaio. Muri invisibili fatti di aria o di etere, di omertà, di rancore, di invidia o di malvagità, di odio o di vanagloria, di egoismo o di perbenismo, di paura o di pregiudizio contro i quali spesso si va a sbattere inconsciamente e li si porta nell’anima come ferite piccole e dolorose forse per l’intero arco della propria esistenza. Un muro davanti alla tua strada. Sul tuo cammino già tortuoso e difficile. Un muro alto o basso. Che separa e che divide. Un muro come una barriera. Che si snoda per kilometri in lunghezza e in larghezza. Attraverso lo spazio e il tempo. Un muro che ti impedisce di vedere. E forse perfino di morire quando lo desideri tanto. Quanti muri nel nostro percorso esistenziale e nella storia dei popoli e delle nazioni. Muri di ogni genere. Di ogni tipo. Di ogni natura. Di ogni sostanza. Muri costruiti apposta. Talvolta per sbaglio o per ripicca. Talvolta per disprezzo o per protezione. Muri costruiti perfino per troppo amore o per eccessiva e inconscia morbosità. E i giorni corrono…

Willem Elsschot: uno dei grandi classici della letteratura olandese
000 Primo piano , Willem Elsschot / 11 Settembre 2023

Willem Elsschot (1882 – 1960) è stato romanziere e poeta belga di lingua olandese. Di professione fu uomo di affari, ma fu soprattutto un narratore molto sensibile e piuttosto puntuale e preciso delle strane ambiguità della morale borghese. La sua scrittura, come il suo stile pungente e mordace spesso diverso e a tratti decisamente innovativo in letteratura, si contraddistinguono ampiamente per una particolare quanto speciale fusione di malinconia intensa e di quasi grottesca comicità, concisa e fredda oggettività alternata ad un efficace gioco verbale, latente cinismo e sentimenti contrastanti. I suoi ultimi romanzi soprattutto raccontano, attraverso i loro protagonisti – narratori, il mondo dei perdenti, degli autsider, dei delusi e disillusi dalla vita. Ne viene fuori, perciò, un affresco quanto mai bizzarro e accattivante eppure doloroso e sarcastico insieme, che lascia nel lettore una sensazione di velato compianto misto a rabbia sottile e montante. L’universo letterario di Willem Elsschot è popolato da proletari, gente che nulla ha da guadagnare e dunque nulla da perdere dalla vita, gli ultimi del mondo forse trovatisi a vivere, o a sopravvivere, loro malgrado in una società che si pone indifferente nei loro riguardi, se non addirittura ostile, che sembra voglia quasi rigettarli e fin’anche…

La lotta quasi incessante fra il Bene e il Male. Una breve riflessione su “IL Signore degli Anelli” di John Ronald Reuel Tolkien

A partire dal 2 settembre fino al 2 ottobre 2023, e forse più oltre, ci saranno, in tutto il mondo, le celebrazioni per i cinquant’anni della morte di John Ronald Reuel Tolkien (1892 – 1973). Il suo nome è legato indissolubilmente alla sua opera “Il Signore degli Anelli” (non può esserci “Il Signore degli Anelli” senza Tolkien e non può esserci Tolkien senza “Il Signore degli Anelli”), un successo mondiale che accumula lettori, ammiratori ed estimatori in ogni parte del pianeta sempre più con il passare dei decenni. Saga affascinante quanto lunga e avventurosa ( si compone di più volumi ciascuno con un proprio titolo) “Il Signore degli Anelli”, a detta di molti critici letterari e di intellettuali, e non solo del mondo anglosassone, è il capostipite, o l’iniziatore, di un genere (forse letterario a tutti gli effetti, o forse no) letterario che verrà chiamato “Fantasy” e che avrà tanta fortuna e tanto proliferare praticamente dapertutto. Forse Tolkien, quando scrisse “Il Signore degli Anelli”, non si aspettava di sicuro tale successo mondiale, forse neppure lo auspicava; per diversi anni la sua lunga narrazione è stata considerata un’opera per ragazzi ricca di avventure, di personaggi strani, di epiche battaglie, di terre…

Quasi una mineralità animata dalla scintilla della vita che incendia e penetra. Per i dieci anni della morte del poeta Seamus Heaney
000 Primo piano , Seamus Heaney / 30 Agosto 2023

Il 30 agosto 2013, esattamente dieci anni fa, moriva il poeta irlandese, Premio Nobel 1995 (anno in cui mi recai in Irlanda per la prima volta e in cui le librerie del centro di Dublino mettevano in bella mostra, non senza una punta di orgoglio gaelico, la freschissima assegnazione del Nobel al poeta) per la Letteratura, Seamus Heaney. Cantore di un’Irlanda rurale, dei suoi paesaggi naturali contrastanti e quasi imprigionati nelle mille ombre del suo endemico verde, del lavoro e dell’operosità, di un passato lontano spesso pre – istorico o addirittura a – storico Seamus Heaney non ha mai, allo stesso tempo, tralasciato o dimenticato la modernità che avanza, che trasforma, che cambia, talvolta distrugge e perverte l’ambiente e l’uomo. Gli elementi base della sua poetica sono stati pochi ma essenziali: la terra d’Irlanda con le sue torbiere di migliaia di anni e le sue brughiere che incantano il viaggiatore ma racchiudono, nel proprio nucleo latente, tutta l’asprezza di un suolo difficile e duro, la strada o il sentiero ancora senza asfalto, il mare – oceano che sferza le alte scogliere dell’isola di smeraldo, i fiumi, i laghi, le rovine di antiche abbazie che un tempo resero famosa questa terra…

La Poesia e il territorio. Un legame reale (e ideale)

Domandiamoci, per gioco o per semplice curiosità, può la Poesia avere dei legami con il territorio? Forse è difficile, dopotutto, dare una risposta. Una risposta scontata. Ma tentiamo pure di rispondere di sì, e cioè che la Poesia può (uso un verbo ipotetico perché si è in un campo oscuro, incerto, misterico) essere o divenire (a seconda dei casi e del contesto) vera, sentita, percepita e rendersi completa quando ha dei legami con il territorio nel quale si manifesta e che la stimola e la produce anche. Se la Natura, in un dato territorio, è ancora pura, primitiva, fresca e incontaminata; se la vita dell’uomo e delle cose rispetta ancora in parte i suoi ritmi e i suoi cicli annuali allora anche (posso affermarlo per esperienza diretta) le emozioni, le percezioni, i sentimenti, in due parole, l’anima e il cuore avranno, sempre e comunque, un qualcosa di poetico e vedranno ogni cosa come “permeata” da un tocco di poesia che dona alla vita quel senso di bellezza, di esteticità e di libertà anche fugaci e in misura e quantità limitate. Ho vissuto, da bambina e da adolescente, in un territorio particolarmente selvaggio e molto suggestivo dal punto di vista naturale….

La ginestra in poesia

La ginestra, un fiore giallo come i raggi del sole, pieno e copioso come un grappolo d’uva, esuberante e festoso come spighe di grano maturo. La ginestra, un fiore che rinasce ogni tarda primavera, annuncia la calda estate mediterranea e tellurica e si protrae talvolta fino ad autunno inoltrato. L’essenza di ginestra è una fragranza … un profumo pregiato e delicato, la fibra di ginestra è usata per realizzare tappeti, coperte, stuoie perché molto resistente e dal tessuto traspirante, caldo e fresco allo stesso tempo. Ma è in poesia che il fiore della ginestra si mostra nascondendosi, si nasconde mostrandosi. Metafora di un mondo nuovo e di un tempo che si rinnova. Simbolo di tenacia, di resistenza alle intemperie, di forza rigogliosa ed esplosiva, radice che sa sfruttare al meglio i terreni vulcanici, le lande rocciose, i dirupi inaccessibili. Non a caso, credo, la ginestra alligna sulle pendici dei vulcani attivi e spenti o addormentati, ed è uno spettacolo potente e meraviglioso vedere fianchi lavici e nudi in un profilarsi di giallo danzante al vento che soffia dal mare, marcandone ogni tratto dalla base fino alla cima. Gli occhi di un poeta, o di chi ama e comprende la Poesia…

Quasi un’espressione per antonomasia

“Hai scritto una lirica?”; “Il suo percepire e il suo sentire sono molto lirici”; “L’atteggiamento lirico nei confronti delle persone, delle cose, della natura”. Il concetto di lirica e il termine lirica sono molto conosciuti e diffusi in poesia, ma anche nella realtà quotidiana. Cerchiamo di capire un po’, in sintesi, che cosa implica, fin dalle origini, il concetto e il termine di lirica. Lirica (dal greco lyrikà – “versi cantati al suono della lira”) è il termine con il quale i grammatici alessandrini designarono la poesia accompagnata dalla musica, dal canto e dalla danza (prima di loro nota con il nome di “melica”) che impiegava versi cantati e stroficamente organizzati. La poesia epica, elegiaca e giambica erano, invece, recitate con il concorso di un semplice sottofondo musicale (parakatalghé) e impiegavano quindi versi recitativi e stichicamente costruiti, cioè privi di organizzazione strofica. Nell’ambito della poesia lirica vennero distinte: 1) La lirica monodica, cantata da una sola voce e nella quale il poeta parlava di se stesso e dei suoi sentimenti; 2) La lirica corale, eseguita da un coro di voci e nella quale il poeta non parlava a titolo personale ma come interprete della collettività di cui faceva parte. I…

Il poeta e il potere costituito: un rapporto da sempre ambivalente

Il Potere è sovrano. Spesso e comunemente il potere politico. Ma diciamo meglio il potere in sé. Spesso è quasi onnipotente, addirittura apoteosi dell’incredibile. Il tiranno ha potere di vita e di morte sui propri sudditi, il dittatore (di destra, di sinistra, di qualunque colore e di qualunque appartenenza ideologica) impone con la forza bruta o con la coercizione sottile il proprio potere di decisione sulla vita e sulla morte delle persone (dei cittadini, che forse cittadini non sono ormai più). Nulla teme il Potere sulla terra. Nulla teme il tiranno. Nulla il dittatore. Ogni cosa gli si piega e può essere piegata al suo volere. Ogni essere vivente: pianta, animale, uomo, può essere assoggettato al suo volere. Egli crea, certo, mirabili opere. Costruisce e cambia. Edifica e, allo stesso tempo, annienta. Eppure vi è un “qualcosa” o un “qualcuno” che sembra, da sempre, collocarsi in una specie di zona grigia, quasi una linea di confine incerta, seminascosta, ciò nonostante perfettamente tracciata e piuttosto visibile. Questo “qualcosa” o “qualcuno” è il poeta e il suo proprio canto. Da sempre, appunto, il poeta ha un rapporto decisamente ambivalente con il potente di turno sia egli imperatore, monarca, tiranno, dittatore e forse…

Un’iniziazione all’amore, all’età adulta e soprattutto alla libertà. ” Il Gran Tour” romanzo di Adele Costanzo
000 Primo piano , Adele Costanzo / 25 Luglio 2023

“Faceva caldo, ma la diversa consistenza delle ombre e dell’aria rivelavano un imminente cambio di stagione. Tuttavia non per la bella estate mediterranea che declinava si rammaricò Florentin quando percepì il mutamento, per le sue lunghe giornate che versavano la vasta luce sulla città e sul mare e si spegnevano nel profumo dell’erba degli orti e dei giardini, ma per il tempo che aveva sprecato. Per il nudo tempo, il tempo disadorno. Per la somma totale di ore, di giorni indistinti. Perché gioielli, amore, denaro, libertà tutto può essere rubato, recuperato e perso ancora. Il tempo no. I giorni buttati, o portati via, non tornano indietro”. E’ un breve primo estratto, pagina 29, del romanzo ” Il Gran Tour” ( Chipiùneart Edizioni, 2022 ) di Adele Costanzo del quale ho appena terminato la lettura. E’ un romanzo storico in quanto le vicende narrate trovano ambientazione nei primi decenni del diciottesimo secolo, ed è insieme un romanzo dal taglio fresco, attuale e quasi piacevolmente sbarazzino pur nella sua profonda complessità e nella varietà delle sfaccettature che lo caratterizzano. La prosa di Adele Costanzo, in questo romanzo, risulta impeccabile; la sua scrittura si presenta fluida, scorrevole, impegnata nello stile purtuttavia che sa…

“Scrivere per me è sognare con la penna in mano”. Breve dialogo con Vespina Fortuna, drammaturga e scrittrice
000 Primo piano , Vespina Fortuna / 18 Luglio 2023

Vespina Fortuna Ledda ha esordito come scrittrice con un fantasy dal titolo”Il principe di Udjania” (L’Oleandro Arga Edizioni, 2009), seguito da un secondo fantasy “La leggenda dei Plunolingi – Il popolo del sottosuolo”. Ha pubblicato anche un libro di tre fiabe: “Quatruo corpuli et quatruo capulei”. La sua grande passione è, però, il teatro con il quale ha esordito nel 2015 alla Casa Internazionale della Donna, a Roma, con tre monologhi estratti da “Donne Maledette”. Con lo stesso progetto nel 2019 ha vinto il concorso nazionale “La scena nova – sezione monologhi”. Del 2016 è invece “Tre donne in mare”, che verrà rappresentato al Teatro Tordinova di Roma nel marzo 2017. Seguiranno, nel 2018, “I Fantasmi di Marie Curie” e “Heic Artemisia”. Del 2019 è “Il segreto di Monna Lisa”. Nel 2022, di ritorno da un viaggio in Sardegna, Vespina Fortuna scrive “Briciole d’Infinito” ispirata dalle opere dell’artista Maria Lai. A questo progetto collabora la musicista Monica Conversano, che ne scrive le musiche. Nel 2019 coglie l’occasione del concorso “Un giallo per mille” e ottiene la pubblicazione del suo romanzo giallo “Poltrona vista mare”. Vespina Fortuna ha ottenuto premi e riconoscimenti letterari fra i quali, nel 2015, il 1° premio…

“La vita è altrove. La vita è sempre dove tu non sei”. Addio allo scrittore Milan Kundera
000 Primo piano , Milan Kundera / 13 Luglio 2023

Martedì 11 luglio 2023 è morto a Parigi, all’età di novantaquattro anni, lo scrittore Milan Kundera. Era Cecoslovacco, ma francese di adozione. Fra i suoi molti romanzi, oltre a quello che gli ha dato fama mondiale, cioè “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, uno mi sembra lo caratterizzi e lo presenti come un autore particolare: forse un poeta, forse un amante discreto purtuttavia molto passionale della poesia, si tratta di “La vita è altrove”; titolo di già molto eloquente in quanto riporta proprio una frase oscura quanto utopistica, di Arthur Rimbaud nei riguardi del poeta, in primis, e della poesia. Già da diversi anni, Milan Kundera veniva inserito fra i massimi autori del Novecento. Non mi soffermo su i suoi scritti, né sulla sua scrittura, né sulla sua fama letteraria (si è scritto e si sta scrivendo tanto su ciò in questi due giorni). Mi piace ricordare questo scrittore soprattutto per la sua riservatezza, la sua serietà profonda, la sua seraficità intensa quanto spontaneamente semplice e soprattutto per il suo amore verso i poeti e la Poesia. Nella poesia Milan Kundera ha forse intravisto, con occhio accorto e acuto, una speranza e una possibilità di redenzione e di rinascita per il genere umano…

Il poeta e il Decadentismo

La culla del Decadentismo fu nei cenacoli “Bohémiens” della Rive Gauche – gli “Hidropathes”, gli “Hirsutes”, gli “Zutistes”, i “Nous Autres”, il “Chat Noir” – la cui fama verso il 1880 e ancora più in là negli anni, in tutta Europa e al di là degli oceani, sembrò creare intorno al nome di Parigi un alone suggestivo e quasi inquietante di genialità e di poesia. Il termine “decadenti” fu adoperato dapprima in senso dispregiativo dalla critica benpensante, borghese o accademica, ma già dalla fine dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento, quando l’inglese Gibbon aveva descritto la “storia della decadenza e della caduta dell’impero romano” con una certa simpatia per i vinti – “rappresentanti di tutti i valori della cultura” – e i vincitori – “uomini della barbarie” – la parola “decadenza” aveva perso molto del suo significato originario svalutativo, e l’attrazione verso le “culture tarde e morenti” aveva costituito anzi una sorta di distinzione al di sopra di una società e di un mondo alle soglie di un’oscuro sfacelo imminente. Per primo fu il poeta francese Charles Baudelaire che scoprì e svelò la potenza trasfigurativa che la Poesia possiede anche di fronte a ciò che la vita può avere…

La Poesia, sangue e fuoco della terra

Poesia è un soffio di vento appena, tra i fiori e sulle cime degli alberi più alti. Poesia è la brezza lieve che increspa le onde del mare al tramonto quando il sole si immerge nel sonno di antri oscuri e profondi per permettere ad ogni vivente di sognare. Poesia è il murmure misterioso e misterico del bosco, il respiro sottile della foresta, lo scorrere quieto del ruscello fra i sassi del suo letto. Poesia è la cadenza ondulata della sabbia che forma e sposta le dune del deserto. Poesia è lo stormire delle foglie, il calpestio dei passi, il gemito impercettibile di una goccia di rugiada in un’alba di giugno, la voce impossibile e incredibile della pioggia d’autunno, il rombo lontano del tuono in mezzo alle nuvole grandi e in corsa. Poesia è il silenzio che non si può spiegare. Poesia è il pianto imperscrutabile di una sola lacrima. La lava del vulcano scende come un fiume placido e inesorabile. E’ rossa e calda. Quasi inverosimile. E’ il sangue della terra. Convulsione tellurica del suo corpo di vegliarda. Fiotto e anima delle sue profondità inaccessibili, dei suoi abissi e dei suoi baratri senza confronto. E’ fuoco. Il fuoco che…

“La musica non si sceglie, ti sceglie”. Una breve conversazione con gli Armonium in occasione del 50° anniversario della band
000 Primo piano , Armonium / 20 Giugno 2023

Gli Armonium si formano nel 1973 e debuttano, con contratto discografico, nel 1975. l’anno seguente partecipano al Festival di Sanremo 1976 con “Stella cadente” e lo stesso anno eseguono due canzoni, “Emanuelle in America” e “Naked Emanuelle” scritte da Nico Fidenco ed inserite nella colonna sonora del film “Emanuelle in America” di Joe D’Amato. Nel 1979 gli Armonium stringono un solido rapporto professionale con Enzo Ghinazzo, in arte Pupo, il quale si avvale dei musicisti della band durante i suoi concerti. Successivamente incidono alcuni singoli tra cui il grande successo “Bambina mia” che viene pubblicato anche all’estero. La band prosegue l’attività live fino al 1984 con concerti in Europa e tournée in Canada, Stati Uniti e Australia. Nel 1986 gli Armonium pubblicano il loro primo album “Made in Italy”. Nel 2013, in occasione dei quarant’anni dalla fondazione degli Armonium, incidono l’album “Siamo ancora qui – 40 anni di musica insieme”. Nel 2015 e nel 2016 partecipano a Sanremo Doc come ospiti d’onore e vengono premiati dalla Federazione Europea per la Tutela dei Diritti Umani. Le loro apparizioni su varie emittenti TV e radio sono molto frequenti. Nel 2023 sono cinquant’anni esatti dalla fondazione degli Armonium. Francesca Rita Rombolà e gli…

Sembra che né lo spazio né il tempo abbiano più un valore probante per il poeta. “KLINAMEN”, silloge poetica di Enrico Piccinini
000 Primo piano , Enrico Piccinini / 6 Giugno 2023

Nella fisica epicurea il klinamen è la deviazione spontanea degli atomi nel corso della loro caduta nel vuoto in linea retta. E’ una deviazione casuale, sia nel tempo sia nello spazio, che permette agli atomi di incontrarsi e dunque di aggregarsi (formando così le cose). Dopo Epicuro il termine fu tradotto dal poeta Lucrezio con quello latino di “klinamen” al posto di quello greco “parenclesi”. Grazie al klinamen viene introdotto un elemento di spontaneità, un grado di libertà conciliabile – almeno in modo figurato – con la libertà umana. Lucrezio afferma: << Che la mente in tutto ciò che compie non abbia una necessità interna, che non sia sconfitta e costretta a sopportare, ciò nasce proprio dalla piccola inclinazione (klinamen) degli elementi che avviene in un momento e un punto indeterminati. Questa breve introduzione (la definizione in generale) per tentare di spiegare, e di comprendere (in primis a me stessa e dopo al lettore) la silloge poetica di Enrico Piccinini. “KLINAMEN” è appunto il suo titolo, è stata pubblicata da ChiPiùNeArt Edizioni nel 2021 e fa parte de “le Haunie” una delle diverse collane di poesia di questa casa editrice. Il libro, tra le altre, ha anche questa particolarità: è…

La Poesia, un potenziale “rivoluzionario”, di libertà, di resistenza spesso sottovalutato e spesso oscuro

In una prigione terribile e orribile sconosciuta al mondo, dove chi vi è rinchiuso vive in condizioni disumane ed estreme, qualcuno ha con sé (per caso? Per magia? O per inutilità della vita e del tutto, o per motivi altri) un libro di poesie di un poeta che ha cantato la libertà, la bellezza e la potenza della natura, la dolcezza o l’esuberanza ardente dei sentimenti, le meraviglie dell’amore, il mistero della vita. E’ l’unica cosa che possiede in quell’ambiente fatiscente, umiliante e doloroso. E’ l’unica cosa che i suoi carcerieri – aguzzini gli consentono di tenere con sé. E’ il suo unico possesso in un luogo dove non si possiede più niente forse nemmeno più la propria autostima e la propria dignità umana le quali vengono messe a dura prova quasi ogni giorno e, ogni giorno, venendo meno ad ogni nuova “seduta” di tortura. Un libro di poesie. Già. Chissà poi perché i carcerieri – aguzzini consentono proprio il possesso di un libro di poesie a prigionieri – detenuti che vogliono “annientare” non solo fisicamente ma soprattutto e principalmente psicologicamente cioè nello spirito, nell’anima, nella capacità di pensiero e di raziocinio. Già. Forse perché ritengono che un libro di…

“C’è un grande bisogno di cultura, di dialogo, di apprendimento …” Dialogo con Adele Costanzo, scrittrice e direttore editoriale
000 Primo piano , Adele Costanzo / 26 Maggio 2023

Adele Costanzo, vicepresidente dell’Associazione ChiPiùNeArt e dal 2015 direttore editoriale e fondatore della ChiPiùNeArt Edizioni s.r.l.s., nasce a Castrovillari (CS) nel 1958. Ha insegnato presso le scuole superiori e attualmente si dedica a tempo pieno alla scrittura e all’editoria. Ha pubblicato con la Giulio Perrone Editore, divisione LAB, la raccolta di racconti “L’isola di Paris” (2009), vincitrice della prima edizione del premio “Cose e Parole”, e nel 2011 il romanzo “Cronache della città capovolta”. Per il romanzo ha ottenuto riconoscimenti in diversi premi letterari per opere edite ed inedite: Vigonza 2009 (menzione d’onore), Vigonza 2010 (vincitrice assoluta con attribuzione della medaglia d’oro del Presidente della Repubblica); Cerchiara (terzo premio) 2009; Nemo Editrice 2009 (secondo premio); Europclub 2009 (primo premio); Mondolibro 2011 (terzo premio per editi); Micheloni 2011 (menzione d’onore per editi); Holden 2011 (finalista). Il romanzo viene rieditato nel maggio 2019 da ChiPiùNeArt Edizioni insieme alla versione teatrale di Cecilia Bernabei “La città capovolta”. Con il romanzo storico “Il Grand Tour” vince nel 2013 il Premio Città del Galateo e, poco dopo, ottiene il secondo posto al Premio Kultura e la segnalazione alla XXVII edizione del Calvino. Nel 2017 pubblica “La consistenza dei cerchi nell’acqua” (Lettere Animate Editore). Nel 2021…

Il ricordo e la rammemorazione. Per i centocinquanta anni della morte di Alessandro Manzoni

Il 22 maggio 1873 lasciava questa vita, all’età di ottantotto anni, il poeta e romanziere Alessandro Manzoni. Sono passati esattamente centocinquanta anni dalla morte di uno dei più grandi autori della Letteratura Italiana. Una breve nota per ricordarlo in tempi in cui forse la letteratura, insieme alla memoria, non sembrano avere più quel posto predominante che hanno avuto nei decenni scorsi. Alessandro Manzoni è stato l’autore di capolavori letterari quali il romanzo “I Promessi Sposi”, di tragedie quali “Adelchi” e “Il conte di Carmagnola” e di poesie quali “Il 5 Maggio”. Non so più se le giovani e le giovanissime generazioni, a partire dai Millennials, (nati nel 2000/2001) hanno ancora nei loro programmi di studio alle scuole superiori, per quanto riguarda l’italiano, le opere di Alessandro Manzoni, quindi se lo studiano o lo conoscono come semplice autore appena; ai “miei tempi” (anni Ottanta del secolo scorso) era un autore di primo piano alle scuole superiori, e il romanzo “I promessi Sposi” era il classico che si doveva studiare e commentare per un intero anno scolastico. A questo riguardo, non posso non ricordare e non menzionare il compianto professore Franco Rombolà con il quale ho proprio studiato “I promessi Sposi” di…

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