Il 22 maggio 1873 lasciava questa vita, all’età di ottantotto anni, il poeta e romanziere Alessandro Manzoni. Sono passati esattamente centocinquanta anni dalla morte di uno dei più grandi autori della Letteratura Italiana. Una breve nota per ricordarlo in tempi in cui forse la letteratura, insieme alla memoria, non sembrano avere più quel posto predominante che hanno avuto nei decenni scorsi. Alessandro Manzoni è stato l’autore di capolavori letterari quali il romanzo “I Promessi Sposi”, di tragedie quali “Adelchi” e “Il conte di Carmagnola” e di poesie quali “Il 5 Maggio”. Non so più se le giovani e le giovanissime generazioni, a partire dai Millennials, (nati nel 2000/2001) hanno ancora nei loro programmi di studio alle scuole superiori, per quanto riguarda l’italiano, le opere di Alessandro Manzoni, quindi se lo studiano o lo conoscono come semplice autore appena; ai “miei tempi” (anni Ottanta del secolo scorso) era un autore di primo piano alle scuole superiori, e il romanzo “I promessi Sposi” era il classico che si doveva studiare e commentare per un intero anno scolastico. A questo riguardo, non posso non ricordare e non menzionare il compianto professore Franco Rombolà con il quale ho proprio studiato “I promessi Sposi” di…
Animarea è un progetto artistico sorto ufficialmente da un’idea di Gabriele Toniolo e Rossana Bern. Nel 2011 esce il loro primo EP composto da cinque brani inediti. Dal racconto EP è stato estratto il singolo “Onda Anomala” trasmesso da diverse emittenti radiofoniche e da Rai Radio 1 durante il programma “Citofonare Cuccarini” condotto da Lorella Cuccarini. Le esperienze live, radiofoniche, televisive e soprattutto lo studio rappresentano la base di una ricerca continua per gli Animarea per raggiungere un’identità musicale e stilistica propria, originale, unica. Nel 2018 gli Animarea pubblicano il disco “Holidays in Rome” che riceve molti apprezzamenti. Nel 2022 inizia per gli Animarea la collaborazione con il musicista e produttore Alberto Paderni. “Welcome to Babylon” è il nuovo singolo degli Animarea. Francesca Rita Rombolà e gli Animarea conversano di musica e di poeti. D – Il genere musicale che caratterizza gli Animarea e ciò che lo ha influenzato. R – Il nostro genere musicale spazia tra lo smooth jazz e il pop – soul. I precedenti lavori discografici, come “Holidays in Rome” (disco del 2017) hanno forti contaminazioni jazz, bossa nova e funky – soul. Il nostro background è molto variegato. Da giovanissimi ascoltavamo soprattutto pop e rock (italiano…
Rompo un silenzio durato più di un mese. Rompo oggi un silenzio nel cui tempo il dolore, lo shock emotivo e l’ineluttabilità di un lutto improvviso hanno dato spazio e una certa fermezza per una riflessione sulla morte e sul suo senso e sulla poesia che può essere chiarificatrice di questo recondito senso. Talvolta in momenti di dolore grande e improvviso, come forse anche di gioia inaspettata, cerchiamo una risposta, se ci riesce, o almeno un qualcosa che vada oltre la superficie delle cose, a quel che ci è accaduto, che ci accade, che ci coinvolge e ci stravolge, ci afferra e ci consuma. Forse la Poesia, come sempre e come da sempre fa, può essere questa specie di risposta o questo qualcosa, strana pellicola sottile mai del tutto invisibile. C’è una poesia forse che adesso può rendere l’idea, la sensazione, la particolarità di questo tempo vissuto; forse i suoi versi iniziali, i versi che danno il titolo all’intero componimento sembrano voler comunicare ad ogni costo la loro possibile ermeneutica: “parlare”, “dire”, “additare” su un sentiero tortuoso e poco illuminato. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” sono forse i versi più conosciuti e più citati della famosa poesia…
Per una Pasqua di pace, di giustizia, di risveglio interiore. Per una Pasqua che sia dolore, sofferenza, morte ma subito dopo gioia, consolazione, resurrezione. Per una Pasqua che aiuti e dia coraggio a chi non trova aiuto in se stesso e negli altri, a chi non sente e non ha il coraggio di cambiare in meglio i propri pensieri e la propria vita. Per una Pasqua solitaria e silenziosa che stimoli perciò la riflessione profonda sulle cose e sul mondo. Per una Pasqua che dia valore e senso alle parole e ai gesti, agli atti e agli slanci. Per una Pasqua che sia rammemorazione e ricordo, memoria e racconto vitale. Per una Pasqua bella, buona, serena, feconda, nuova. L’UNICA OFFERTA Presentò sull’altare l’offerta del pane e del vino ricevuta dal patriarca, lui il primo sacerdote dell’Altissimo e in quell’istante percepì … e poi vide il compimento della redenzione di ogni essere e cosa; fino alle stelle, alle galassie agli universi invisibili e inconcepibili. Vide, e impresse nella sua memoria la visione col fuoco celeste della trasfigurazione. I mondi sobbalzarono, e furono sconvolti l’uomo dapprima si accostò con timore alla luce in seguito la riconobbe dal profondo, inespressivo. Il mistero inaudito…
Fabrizio Bregoli, nato nel bresciano, risiede da vent’anni in Brianza. Laureato con lode in Ingegneria Elettronica, lavora nel settore delle telecomunicazioni. Da sempre si interessa di letteratura e poesia. Ha pubblicato alcune raccolte di poesie fra cui “Il senso della neve” (Puntoacapo, 2016 – Premio Rodolfo Valentino 2017); “Zero al quoto ” (Puntoacapo, 2018 – Premio Guido Gozzano 2018 e Premio Letterario Internazionale Indipendente 2018); “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019 – Premio Umbertide XXV Aprile e Premio Città di Chiaramonte Gulfi 2020). Sue opere sono incluse in “Lezioni di Poesia” (Arcipelago, 2015) di Tomaso Kemeny e in “iPoet Lunario in Versi 2018” (Lietocolle, 2018), sulle riviste “Il Segnale”; “Alla Bottega”; “Euterpe”, “Le Voci della Luna”, “Il Foglio Clandestino”, “Il sarto di Ulm” e in numerose altre antologie, e sui più noti blog di poesia. Ha inoltre realizzato, per i tipi di Pulcinoelefante, il libriccino d’arte “Grandi poeti” (2012) e per le Edizioni Fiori di Torchio la plaquette “Onora il padre” (Serégn de la memoria, 2019). Fabrizio Bregoli collabora con il blog “Poeti oggi”, per il quale cura la rubrica “Blocchi di partenza”, e fa parte della redazione del blog letterario “Laboratori Poesia” per il quale ha curato la…
Un libro ricco di aneddoti e di facile lettura, interessante e piacevole per scoprire un mondo, non tanto lontano nello spazio e un poco nel tempo, quanto piuttosto distante dalla cosìddetta “civiltà avanzata” dell’uomo bianco conquistatore, distante quasi in tutto ma non selvaggio, primitivo, crudele come si potrebbe pensare (o si è sempre pensato) comunemente. “Infanzia indiana – Indian boyhood di Charles A. Eastman (Ohiyesa), a cura di Raffaella Milandri (Mauna Kea Edizioni, febbraio 2023), non è soltanto la descrizione precisa di usi, costumi, consuetudini, credenze ecc ecc. di un popolo quale i Sioux Dakota – Nativi americani ma una narrazione che affabula e rammemora, e soprattutto vista, vissuta, sentita da un bambino e con tutto ciò che un bambino vede, vive, sente, sicuramente circonfusa da una sensibilità molto diversa da quella degli adulti. Colpisce molto ( e non può essere altrimenti) constatare spesso che la vita di un bambino indiano d’America ha qualcosa di toccante e di magicamente dolce e aspro a un tempo; l’infanzia ha un ché di epico e conserva tutto il plastico incanto che la caratterizza ad ogni latitudine e presso ogni popolazione. Non mancano le prove di iniziazione che scandiscono puntuali le varie fasi della…
…E se un giorno, improvvisamente, i poeti fondassero la loro repubblica?! Ahimè credo che il mondo, così come lo conosciamo e nel quale viviamo, andrebbe davvero in tilt. Forse si produrrebbe la più grande e la più radicale rivoluzione che l’uomo abbia mai fatto e la Storia abbia mai visto. Il reame dei poeti, con il retrogusto sognante di una fiaba o, forse meglio, la repubblica … sì ecco, alfine, proprio la repubblica dei poeti! La repubblica dei poeti. Ma come sarà, o dovrebbe essere, la repubblica dei poeti? Non si è mai vista e mai sentita una cosa del genere. Eppure tutti la auspicano da sempre.Tutti la desidererebbero o la vorrebbero da sempre. Tutti da sempre la aspettano quasi come gli antichi ebrei attendevano il messia, cioè colui che avrebbe potuto liberarli dal giogo straniero e salvarli da un qualcosa di terribile e di ineluttabile. Tutti sì. Anche quelli che non sanno cosa siano né i poeti né la loro repubblica e perfino gli apatici e gli indifferenti alle cose, alla vita e a se stessi. Perché la repubblica dei poeti è quasi una sorta di ideale misterioso e oltremodo imperscrutabile che alberga con continuità atemporale nell’inconscio collettivo dell’intera…
“Verdi come il letto di un fiume in piena, passi cigolanti sopra una fitta schiera Nubi evanescenti di luce amena richiamano silenti la loro preghiera”. Sono i versi che appaiono sul frontespizio del libro IL SENTIERO DEI NUBI di Maria Luisa Sgandurra (Mario Vallone Editore, febbraio 2023). Certamente un libro intrigante che catapulta sul lettore un indubbio fascino sottile. È forse un romanzo, ma forse piuttosto non lo è. È forse una sorta di viaggio iniziatico dentro se stessi alla ricerca della propria anima, in cui l’io narrante del protagonista porta avanti uno scavo psicologico dentro se stesso per superare l’oscurità metaforica e le catene delle paure che lo imprigionano, e così raggiungere la luce e la libertà. La scrittura di Maria Luisa Sgandurra, psicologa e analista del comportamento non verbale, in questa sua opera prima è ineccepibile. Rigoroso e preciso e tuttavia lineare, scorrevole, dalla professionalità lucida e consapevole eppure con grandi sprazzi di musicalità e di poesia che rendono il tutto armonioso e alchemicamente fruibile; forse potrebbe essere questa una possibile definizione, in un certo qual modo, letteraria de IL SENTIERO DEI NUBI. Anche dal punto di vista grafico il libro può essere definito un piccolo gioiello scintillante…
Mauro Ferrari (Novi Ligure 1959) è direttore editoriale di Puntoacapo Editrice. Ha pubblicato “Forme” (Genesi, Torino 1989); “Al fondo delle cose” (Novi 1996); “Nel crescere del tempo” (con l’artista valdostano Marco Jaccond, “I quaderni del circolo degli artisti”, Faenza 2003); “Il bene della vista” (Novi 2006, che include la precedente plaquette); “Il libro del male e del bene”, antologia ragionata (Puntoacapo 2016); “Vedere al buio” (ivi 2017); “La spira. Poemetto” (ivi 2019). Ha inoltre pubblicato la raccolta di saggi “Civiltà della poesia” (Puntoacapo, Novi 2008, che raccoglie anche il precedente “Poesia come gesto. Appunti di poetica”) e i racconti di “Creature del buio e del silenzio” (ivi 2012). Ha fondato nel 1995 e diretto fino al 2007 la rivista letteraria “La clessidra” ed è stato redattore delle riviste “Margo” e “L’altra Europa”; ha curato con Alberto Cappi “L’occhio e il cuore. Poeti degli anni ’90” (Sometti, Mantova 2009 e molte altre antologie poetiche e critiche tra cui “Il fiore della poesia italiana” (due volumi, con Vincenzo Guarracino, Puntoacapo 2016); “Dove va la poesia?” (ivi 2018); “Il posto dello sguardo” (ivi 2021). Ha fondato “L’almanacco Punto della Poesia Italiana” (Puntoacapo) pubblicato in cartaceo dal 2010 al 2016 e poi evolutosi nel…
Cosa fa più male uno schiaffo in pieno volto o uno dentro l’anima? Forse l’uno e l’altro in modo uguale e intensamente; forse, a mio avviso, uno schiaffo dentro l’anima brucia di più con un dolore talvolta troppo acuto per riuscire sopportabile. Infatti il dolore si mantiene forte per giorni e giorni, l’agitazione interiore aumenta con il passare delle ore, la disperazione si insinua in ogni fibra dell’esistenza e la sconvolge e la trasforma. E uno schiaffo in pieno volto? Fa male per un’ora o due, fa male per un giorno; poi il dolore piano piano diminuisce, il gonfiore e il bruciore si attenuano e tutto sembra essere ritornato come prima, cioè come prima di ricevere lo schiaffo. Per una donna è da sempre, ed è sempre molto facile e semplice ricevere uno schiaffo. Siamo più fragili noi donne? Più fragili, più indifese, più deboli? Forse sì e forse no. E anche se lo siamo perché ci si colpisce, a volte senza motivo, senza una ragione? Io come donna sono sola. Scagliata dal nulla o dal caso quale scheggia di un tutto in un mondo disumano e feroce. Potrei dire che il mondo non mi ama e non mi vuole….
Guido Emilio Tonelli è fisico e divulgatore scientifico nonché professore emerito presso L’Università di Pisa. Ha partecipato ed è stato portavoce dell’esperimento CMS presso il CERN di Ginevra, che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs. A partire dai primi anni Novanta del secolo scorso, la sua attività si concentra sull’esperimento Compact Moun Solenoid (CMS) presso il Large Hadron Collider (LHC) al CERN di Ginevra al quale partecipa fin dalla prima fase del disegno concettuale. Il 13 dicembre 2011, insieme a Fabiola Gianotti, portavoce di ATLAS, presenta in un seminario al CERN i primi dati di CMS sulla presenza del bosone di Higgs; il 4 luglio 2012 l’annuncio ufficiale dell’osservazione di un nuovo bosone compatibile con il bosone di Higgs. Il 24 ottobre 2012 Guido Tonelli riceve dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e il 23 luglio 2013 il Premio “Enrico Fermi” per la Fisica. Seguiranno, nel 2014, le più alte onorificenze della città di Pisa nell’ambito delle “Celebrazioni per i quattrocentocinquant’anni della nascita di Galileo Galilei” e la Medaglia d’Onore del presidente della repubblica insieme ad altri massimi riconoscimenti. Fra le sue opere: “La nascita imperfetta delle cose. La…
La tomba del poeta parla? La tomba del poeta dice qualcosa a chi si ferma presso di essa anche per darvi un fuggevole sguardo soltanto? Sì, la tomba del poeta ha parlato in passato. E parla nel presente. Continua a parlare nel presente. Parla in un presente fuori dal tempo e in uno spazio che è forse un non – luogo o forse è proprio il luogo per eccellenza: il topos dell’anima e della memoria che sa trattenere il silenzio remoto nel già trascorso o remoto nel divenire, il topos dello spirito che percepisce ed anela, spera e vive andando sempre oltre. Oltre se stesso. Oltre l’effimero e il mediocre. Oltre la banalità e l’appiattimento. Oltre la vita e la complessità della vita. Ma soprattutto oltre la morte. E oltre il mito della morte. Un tumulo, una lapide, un cippo, una cavità naturale nella roccia, un menhir o un circolo di pietre, un’urna o un loculo, un mausoleo, un sepolcro monumentale la tomba del poeta cattura e affascina, stimola alla riflessione immediata e induce a meditare su cose profonde e ultime. Non porta quasi mai al pianto o alla commozione. Le lacrime sembrano quasi superflue e assurde dinnanzi a chi,…
Chiara Zagonel è nata nel 1967 in Trentino. Nel 1990 si è laureata in matematica e successivamente, nel 1996, in Fisica. Ha insegnato nelle scuole superiori per quasi vent’anni (soprattutto negli indirizzi sperimentali del liceo scientifico). Al suo percorso come insegnante se ne sono affiancati altri: Operatrice polisportiva nel Centro Sportivo Italiano, accompagnatrice dei bambini sulla neve per il Club Alpino Italiano, animatrice di gruppi di adolescenti presso varie associazioni. Ha seguito e completato un percorso formativo in autdoor education con l’associazione Nature Rock e un altro per l’apprendimento sociale, emotivo ed etico (SEE – Learning). Da venti anni circa ha iniziato un percorso di crescita personale che l’ha portata a fare esperienze di natura diversa (qi gong, lavoro emotivo corporeo, respirazione olotropica, costellazioni familiari, canto armonico, metodo Amaranta, rebirthing). Chiara Zagonel si occupa di divulgazione scientifica, e dal 2015 racconta e spiega la fisica quantistica. In questo ambito ha tradotto il libro “Quantum Mind. La mente quantica al confine tra fisica quantistica e psicologia” di Arnold Mindell (2017). Ha scritto “Storia dei quanti” (2019) e “Cambia la tua vita con la fisica quantistica” (2023). Francesca Rita Rombolà e Chiara Zagonel conversano insieme. D – Professoressa Zagonel, vuole raccontare in…
L’amore che unisce due cuori rossi e ardenti di passione, profondi e irruenti come il cratere di un vulcano attivo. L’amore che celebra e abbatte, edifica e travolge. L’amore che smuove le montagne e segna il passo ai giorni tristi dispersi nel dolore. L’amore che consuma la vita, la trasfigura, la rinnova. L’amore con il suo soffio potente come i primi vagiti dell’Universo nel vuoto inaudito prima di ogni cosa. L’amore che ha creato stelle e mondi lontanissimi nelle profondità del Cosmo, vicinissimi all’Essere che li racchiude e li fa evolvere. L’amore vibrante come un’onda gravitazionale che può in un attimo annientare lo spazio – tempo e far finta di niente quando le labbra degli innamorati si sfiorano all’ombra di un frassino nell’angolo più remoto del parco e fanno esplodere il cielo e la terra. L’amore gratuito e libero, sognante e prigioniero, malinconico e desolato, solitario e in solitudine. L’amore che dona e mai si sogna di ricevere. L’amore lieve come il vento e sottile come fiamma viva nell’oscurità. L’amore che travolge come un fiume in piena e unisce a un tempo gli amanti, gli innamorati, i perdenti e i gaudenti, i deboli e gli oppressi, i forti e gli…
Deflagrazione della terra, sconvolgimento degli abissi, sommovimento del suolo, agitazione violenta e spasmodica di viscere oscure come cavità sconosciute vuote come gli spazi interstellari, piene di magma e di fuoco vischioso, crolli di architetture immani e di strutture rocciose inverosimili, esplosioni di energia primordiale; le placche tettoniche si avvicinano, si sfiorano, si toccano, si respingono, si allontanano, si perdono di vista, la superficie terrestre si spezza, si frantuma, si trasforma, si ricompone, si conforma; tutto è in movimento: l’interno della terra come la sua superficie, come le stelle, le galassie e i più remoti e sconosciuti oggetti presenti nell’Universo. La terra trema, ignara della distruzione, della morte, del pianto, del dolore che porta. Un terremoto non è mai un evento fatale o un imperscrutabile accidente del destino, è un evento naturale sì ma coinvolge gli uomini nelle loro società, le loro culture, le loro appartenenze, i loro sentimenti, il loro profondo e tagliente vissuto. La Poesia, da sempre, commemora, ricorda, descrive, racconta. Canta. Celebra. Ogni evento. Nel bene e nel male. Celebra e canta. Canta e celebra. Ogni sentimento, ogni percezione, ogni grido (di dolore estremo o di gioia intensa). Sa essere grido e sospiro, lamento e gemito, urlo e…
La Poesia, come l’amore, per sua natura appartiene alla sfera dell’indicibile. Come tutto ciò che ha a che fare con l’anima, con la dimensione più profonda e segreta dell’Essere, è vicina al mistero. E’ essa stessa mistero. E’ mistero inaudito. E’ mistero cosmico. Perciò si accompagna al silenzio, ed è imperscrutabile essenza del silenzio. Superare la barriera dell’inesprimibile, dare forma o corpo all’indicibile è impresa folle, quasi pienezza di “terrore panico” in cui solo i poeti si sono cimentati … e si cimentano da sempre. E’ un addentrarsi nel labirintico mondo dell’immaginale per cogliere le mille cangianti sfumature che il poeta trae dal silenzio per dar loro voce e parola. In questo profondo, e spesso doloroso, viaggio misterico – iniziatico il poeta è il folle, il portatore e, insieme, il mediatore di quella “sacra e divina follia” per mezzo della quale si confronta con l’inesplicabile per far sì che tale esperienza misteriosa e sovvertitrice diventi suono, parola, canto. Nel labirinto in cui le multiformi realtà immaginali si dispiegano e tuttavia vagano come imprigionate la Poesia è il velo che cela e custodisce, innalza e separa, unisce e consacra; ma è soprattutto il “filo di Arianna” che guida il prigioniero, guida…
Carlo Giuseppe Trematerra nasce a Napoli il 10 novembre 1987. E’ attore, regista e sceneggiatore. Il suo primo vero contatto con il palcoscenico avviene nel 1996. Nel 2000 entra a far parte, come attore stabile, nella compagnia “La Maschera di Napoli”. Oltre che per il teatro la sua passione è anche per il cinema, infatti partecipa a cortometraggi per i quali collabora come attore, produttore, montatore, aiuto regista, tecnico del suono, sceneggiatore e regista e vince alcuni premi. Partecipa anche a molti videoclip musicali. Nel 2014 è il primo classificato al Festival Cinema Talent. Nel corso degli ultimi anni realizza lavori quali “Il servizio buono” e “Storia di un ragazzo comune”. Interpreta il ruolo di Lino, l’inserviente, in “Un posto al sole” per Rai3. Via via prende parte alla fiction “Sotto copertura” e “L’amica geniale” per Rai1. Nel 2016 Carlo Giuseppe Trematerra realizza il lungometraggio “Il caso Salice”, uscito di seguito in Italia e all’estero. Francesca Rita Rombolà conversa con Carlo Giuseppe Trematerra di cinema, di teatro e di poesia. D – I tuoi inizi di attore di teatro in una realtà composita e propensa al teatro come quella di Napoli, l’essere nato in questa città e aver mosso i…
In poesia l’immaginario, e l’immaginazione, sono un ponte. Un ponte che collega due sponde: l’anima e il linguaggio. Senza l’immaginario, e l’immaginazione, profondi e misteriosi al pari di una dimensione insondabile, nouminosi e colmi di sacralità quanto un atto di magia o un antico rito sacrificale, le due sponde dell’esistere, cioè l’anima e il linguaggio, resterebbero separate per sempre senza possibilità di contatto, di confronto, di conoscenza, di fusione o anche di rafforzamento e di indebolimento. Il poeta attinge al pozzo dell’immaginario, e dell’immaginazione, oscuri, larvali, spesso orrifici ma, allo stesso tempo, luminosi, limpidi, ludici e gioiosi, che porta in sé come un fardello spesso di una levità lieta ma, molto più spesso, di una pesantezza dolorosa e greve talvolta insopportabile; vi attinge nei momenti di ispirazione quando il gorgo assordante dei flutti della sua anima tace o è in tempesta mentre egli, solitario ed enigmatico come il neofita che sta per essere iniziato ai misteri dell’Altrove, si accinge ad attraversare il ponte sospeso che sta in alto il quale è periglioso, oscillante e stretto come i ponti sospesi su fiumi infernali nelle vallate andine o himalayane a oltre tremila metri di quota. E’ sempre un rischio quasi estremo per…
Paolo Vites è redattore del quotidiano online ilsussidiario.net. Ha scritto per le maggiori riviste musicali italiane tra cui “Il mucchio selvaggio, Buscadero e Jam”, per l’americana “On the tracks” e per diversi quotidiani nazionali. E’ autore di monografie su Bob Dylan, Patti Smith, The Clash e Cat Stevens. Nel 2011 ha pubblicato “Un sentiero verso le stelle, sulla strada con Bob Dylan” (Pacini Editore). Nel 2018 ha firmato, insieme a Roberto Saetti, “Ghosts Upon the Road, Eric Andersen disco per disco” (Late for the Sky/ Vinyl Legacy Association). Ha inoltre scritto le biografie ufficiali di Francesco De Gregori e Antonello Venditti per il “Corriere della Sera” e “TV Sorrisi e Canzoni” (2009 e 2022) e pubblicato una raccolta di racconti con il Gruppo Editoriale l’Espresso “Do you believe in magic? La strada verso casa” (2008). Per Caissa Italia Editore ha pubblicato “Enzo Iannacci – Canzoni che feriscono” (2019); “Bob Dylan – 18 anni di canzoni e altro” (2020); “Rock ‘n’ roll suicide – Il lato oscuro del rock” (2022). Francesca Rita Rombolà dialoga con Paolo Vites. D – E’ un piacere, per me, dialogare con Paolo Vites; Paolo vorrei che parlassi del tuo ultimo libro, “Rock ‘n’ roll suicide –…
Liliana Angela Angeleri è scrittrice e sceneggiatrice, sposata con il pittore Gigi Coppo. I suoi libri sono principalmente romanzi storici. “Il romanzo di Aleramo”, “Viaggio nel Monferato sulle orme della cavalcata aleramica”, “Chi era?”, “Una panchina per gli angeli” sono già stati pubblicati. A breve uscirà “L’Angelo dell’assedio e i Templari”. Liliana Angeleri è dotata di una imperiosa e intensa ispirazione artistica. Francesca Rita Rombolà e Liliana Angeleri conversano insieme. D – Liliana da dove nasce la tua passione per il romanzo storico? R – La mia passione per il romanzo storico nasce dalle vicende molto coinvolgenti che formano la storia che io desidero raccontare. Sono tutte vicende ambientate in Piemonte, specialmente nel Monferrato, quasi tutte inedite. Per esempio, “Il viaggio sulle orme della cavalcata aleramica”, con molte illustrazioni, che potete trovare su Amazon e le altre librerie elettroniche. D – Hai scritto delle sceneggiature per film e fiction TV? R – Ho scritto nove sceneggiature, che sono in attesa di essere trasformate in film o fiction. Sono: “Aleramo. la vera vita leggendaria di Aleramo” (romantico/cavalleresco/fantasy); “Viaggio nel Monferrato sulle orme della cavalcata aleramica”; “Giuseppe Mayno, il bandito di Marengo”; “Chi era?”; “Una panchina per gli angeli”; “Bolle di sapone”;…