Mille cose di primavera

Mille angoli nascosti dove le viole fioriscono ancora. Mille gesti d’amore in cui i cuori sensibili e puri palpitano ancora. Mille lacrime di compassione con le quali l’essere umano guarda umilmente il volto dell’altro uomo. Mille risate spensierate sulle quali splende la libertà come il sole più ardente dell’Universo. Mille sogni di speranza dove la primavera giunge a riscaldare l’anima gelata dal rancore, dal profitto, dalla sopraffazione; e la Poesia rinnova la sua dolce ansia di ascoltare, di donare, di rammemorare la bellezza di tutto ciò che vive, muore e si rinnova.   E POI VENNE IL GIORNO Fango e dolore portò il disgelo, ma la primavera non si fermò. Fiamme e violenza portò l’acciaio dei carri da guerra sull’asfalto grigio di caligine il cielo piombò furente sugli esseri vivi e sulle cose inerti, ma la primavera non si fermò. E poi venne il giorno il suo primo giorno silenzioso e silente quasi da tutti dimenticato e da chiunque desiderato dietro la maschera di tenebre che indossa il mondo. Uno scricciolo cantò piccolo, insignificante ignorato e percosso dal peso cadenzato del soldato e dal peso soverchiante dell’oblio ma cantò e cantò e non smise di cantare, e ancora cantò dal…

Un piccolo e straordinario fiore del deserto

Un libro che prende spunto da una storia vera, un libro sulle donne e che parla di donne; di una donna in particolare la cui vicenda vissuta fin da bambina testimonia, ancora una volta, il coraggio, la determinazione, la voglia di vivere e di essere libere delle donne costrette ad una vita derelitta e spesso di schiavitù da una società che non comprende, non aiuta e si mostra chiusa, insensibile, mortifera e devastante. “Fiore del deserto. Storia di una donna” di Waris Dirie con Cathleen Miller è un libro crudo e crudele, per certi versi affascinante per altri terribile. La protagonista della storia è nata in un villaggio della Somalia in una famiglia di nomadi che ha dodici figli. All’età di cinque anni è già una bella bambina vivace ed intelligente, il padre decide, secondo le usanze dei nomadi del deserto, di infibularla (cioè la dolorosa e tremenda mutilazione genitale delle donne). Waris ricorderà per sempre quell’esperienza come un qualcosa di orribile per il suo essere donna. In seguito, il padre la diede in sposa ad un uomo in cambio di cinque cammelli. Lei è coraggiosa, bella, e vuole soprattutto essere libera ed avere un destino diverso, o almeno, più…

La scrittura di Mauro Germani in “STORIE DI UN’ALTRA STORIA”
000 Primo piano , Mauro Germani / 21 Febbraio 2022

Il racconto breve nella letteratura italiana non ha mai veramente avuto tutta l’attenzione che merita e non ha mai avuto tanta fortuna da essere paragonato al romanzo o alla prosa in generale. Eppure il racconto breve può descrivere un microcosmo e può abbracciare insieme l’intero Universo. Nella sua brevità talvolta lampante, nella sua forma precisa e spesso schietta e spontanea si pone, a mio parere, come la metafora perfetta, o quasi, degli accadimenti, la piena e problematica riflessività dell’evento, e il momento – chiave sul senso ultimo della letteratura per la società e per l’uomo. Nel racconto breve ci può essere (e spesso c’è) anche saggezza ed esperienza narrativa, due qualità che, in fondo, mancano al romanzo anche quando forse viene considerato un capolavoro. E c’è, soprattutto, scavo psicologico; lo scavo interiore necessario a far emergere dalle abissalità oscure dell’inconscio tutto il rimosso dalla coscienza che può essere un condensato di detriti surreali, deriva dei sentimenti, delle passioni, dell’esistenza ma anche scrigno di ottima fattura che può contenere gioielli preziosi o addirittura perle esotiche e rare. A me sembra sia questo il caso del volume di racconti brevi “STORIE DI UN’ALTRA STORIA” di Mauro Germani edito da Calibano Editore, gennaio…

“Il Teatro è il più grande mix di emozioni artistiche”. Conversazione con Vincenzo Della Corte
000 Primo piano , Vincenzo Della Corte / 16 Febbraio 2022

Vincenzo Della Corte è nato a Napoli il 6 giugno 1981. Ha frequentato diversi corsi di formazioni quali, ad esempio, stage di “Mimo e Maschera” nel 2013; corso di Stantman/cascatore nel 2009; corso di “Introduzione alla TV e pose fotografiche”. Ha lavorato per il cinema e la TV in fiction e film quali “I Cesaroni 5, nel 2012; “Un medico in famiglia 8”, 2009; “Un posto al sole”, nel 2015; “La passione del nostro Signore Gesù Cristo” nel 2014, regia di Costantino Maiani; “Wonderwell”, nel 2016, regia di Vlad Marsavin; “Italian Blood Stories” nel 2018 – 19, regia Claudio Fragasso e Rossella Drudi. Fra i suoi lavori teatrali: “Non tutti i ladri vengono per nuocere! … ” di Dario Fo, anno 2013; “Il sindaco del Rione Sanità” di Eduardo De Filippo, anno 2012. Vincenzo Della Corte è stato vincitore, nel 2021, del premio “Vincenzo Crocitti International” come attore emergente. E’ presentatore, speaker, sceneggiatore. E’ stato doppiatore in “Io non mi arrendo” Rai 1, anno 2016 e, nel 2017, nel film “I peggiori” di Vincenzo Alfieri. Francesca Rita Rombolà e Vincenzo Della Corte conversano di Teatro, Cinema, TV, Letteratura. D – Vincenzo, hai lavorato in molte fiction TV per la Rai;…

Un Buon San Valentino a tutti gli innamorati

Il sole splende, il vento soffia leggero. Il cielo è azzurro striato da nuvole corsare, il mare ha il color del vino e della porpora che sfuma nel turchese. La terra è verde, le sue zolle sono scure e fertili. Le colline ridono, i monti respirano lieti. Danza la vita. Danza il mondo. Danzano gli innamorati felici e persi nei sospiri intensi dei loro cuori liberi e vagabondi che hanno vissuto cento avventure, e mille altre ancora ne vivranno. AMIAMOCI Amiamoci così Senza nulla chiedere ai sogni. Amiamoci soltanto Senza sperare nel domani Frustato a sangue Dall’incertezza del tempo. Amiamoci nell’attimo rubato all’Eternità Senza condizioni Perché è la vita a conoscere Il trascorrere dei giorni Sul ciglio della pelle Umida di sensuali umori. Francesca Rita Rombolà P. S. – Un Buon San Valentino a tutti gli innamorati

Un risveglio umano e universale
000 Primo piano , Isabella Pesarini / 9 Febbraio 2022

Magico ritmo umano La magia esiste, eccome, basta respirarla, basta viverla. Come a un ballo scegli il vestito sfruscii di pizzi, la scoperta detta il ritmo. La danza, anima del corpo, le rime, allegro saltare dello spirito, l’essenza umana più pura si risveglia.   Il ritmo e la danza sono l’argomento della poesia “Magico ritmo umano” di Isabella Pesarini. Versi semplici e lineari che esaltano, senza eccessività di forme ed enfasi ricercata, la magia di tutto quel che è ritmo. Ma dal ritmo nasce la danza, e dalla danza il ballo; così l’autrice, nei versi iniziali della poesia, immagina uno scenario fiabesco e di incanto fatto di vestiti sontuosi, di pizzi il cui fruscio si percepisce tra gli astanti ed è ritmo esso stesso. Ritmo è la natura tutta, il corpo umano con i suoi movimenti e i suoi slanci vitali e armoniosi, non separato di certo dallo spirito che si libra anch’egli, e in modo più sottile, nella purezza e nella vastità della propria essenza. Tutto allora sembra coinvolgere nel risveglio, in un risveglio umano e universale che fa apprezzare e godere della bellezza. Ancora una volta è davvero straordinario come la Poesia, seppur condensata in umili versi, faccia…

“La musica mi rende viva e mi fa star bene”. Breve dialogo con Valentina Vicario
000 Primo piano , Valentina Vicario / 7 Febbraio 2022

Valentina Vicario, nata in Cile, ha vissuto in Italia dove ha studiato recitazione presso la scuola del Teatro dei Cocci e il Centro Sperimentale di Cinematografia. Inizia la carriera di attrice in teatro, per poi recitare anche per il cinema ma soprattutto per la televisione. E’ nota al grande pubblico per il ruolo della cattiva Vera Medici interpretata, dal 1999 fino al 2003, nella serie TV “Incantesimo” in onda sulle reti RAI. Nel 2020 esordisce discograficamente con il brano “Again”, mentre nel 2021 pubblica la cover del brano “Aut here in my own”. Entrambi i brani pubblicati dall’etichetta discografica Tilt Music Production. Francesca Rita Rombolà e Valentina Vicario dialogano insieme. D – Valentina Vicario, vuoi parlare dei tuoi ruoli di attrice per la TV e per il Teatro? R – Il primo ruolo per il Teatro è stato quello in “After Juliet”, per la regia di Matteo Ziglio, nel quale maneggiavo una spada inneggiando alla guerra; mentre per la TV mi divertivo ad interpretare il ruolo della cattiva nella serie “Incantesimo” di Rai Fiction. D – Perché ultimamente sei diventata anche cantante? Per realizzare un tuo sogno di sempre o per altri motivi? R – Sono diventata cantante per realizzare…

La Poesia e i quattro elementi

La terra, l’acqua, l’aria, il fuoco. La terra, fertile o sterile, dolce o aspra, coperta di erba verde e di fiori multicolori. La terra, con boschi e foreste, ghiacciai e montagne, deserti e rocce, con le sue bellezze e i suoi dolori, le sue meraviglie e la sua sofferenza. La terra, abitata da molte specie viventi. La terra amata e, allo stesso tempo, odiata dall’uomo. La terra, ispiratrice di sogni e di speranze, di promesse e di libertà. La terra, poesia che si concretizza in tutto ciò che respira e vive. La terra, anima del mondo e ascolto senza tempo dell’Essere. La terra, poesia sublime che si incarna in tutte le cose per parlare di poesia e per far conoscere la sua poesia nascosta. L’acqua, sorgente profonda che segue il suo corso perenne, fonte di vita per ciascun vivente sia esso pianta, animale o essere umano. L’acqua, fluida e incolore, cristallina e fresca, quieta o impetuosa. L’acqua, elemento del profondo e che al profondo richiama per guarire le ferite dell’anima, per alleviare i dolori dello spirito e per calmare l’ansia frustrante dei corpi. L’acqua, elemento di purezza e di eccellenza che ha nella poesia il suo centro infinito, e scorre,…

Conversazione con Walter Lazzarin, uno “scrittore per strada”
000 Primo piano , Walter Lazzarin / 18 Gennaio 2022

Walter Lazzarin ha trentanove anni. Nel 2011 ha pubblicato il romanzo “A volte un bacio” e nel 2012 la raccolta di racconti “21 lettere d’amore”. Sempre nel 2012 è tra i finalisti del premio Subway Letteratura. Nel 2015 ha pubblicato “Il drago non si droga”. Nel 2016 e nel 2017 ha lavorato a Dribbling, trasmissione di Rai2, come autore e interprete di tautogrammi. Nel 2017 ha pubblicato “Ventuno vicende vagamente vergognose” e nel 2020 “Animali all’avventura”. Walter Lazzarin, da ottobre 2015, gira per le strade e le piazze d’Italia con una macchina da scrivere: il progetto si chiama “Scrittore per strada”. Gioca a calcio nella nazionale scrittori. Francesca Rita Rombolà e Walter Lazzarin conversano insieme. D – Walter parliamo, in primis, dei tuoi libri? R – Ciao! Cerco di scrivere un libro l’anno, ma pubblico solo quando trovo l’editore che mi piace (e che prevede un, seppur piccolo, anticipo). Ne ho pubblicati cinque, il primo nel 2011. Due romanzi e tre raccolte di racconti brevi, l’ultima è uscita nel 2020: “Animali all’avventura”. D – Hai partecipato a diversi premi letterari e hai lavorato anche come autore per la Rai, quanto ti ha arricchito tutto ciò interiormente? R – I premi…

Il concetto di ghosting nella fine di un rapporto di coppia. “La Sammarinese” di Daniel Dantes
000 Primo piano , Daniel Dantes. / 4 Gennaio 2022

“La Sammarinese” (Youcanprint Edizioni, 2021) di Daniel Dantes è un romanzo breve autobiografico in cui l’io narrante del protagonista racconta una storia curiosa e forse nuova, narrativamente parlando, perciò intrigante e, a suo modo, piena di fascino per il lettore. Al di là di quello che il vissuto esplica nella storia di sesso (e forse d’amore nascente) in pagine dense e quasi vibranti, di rilievo si mostrano parole come “ghosting”, vocabolo inglese che in italiano può essere tradotto più o meno con “sparizione improvvisa senza nessun motivo apparente”. La novità di “La Sammarinese” di Daniel Dantes sta proprio in questo: il ghosting di lei nei riguardi del proprio partner. Bellissima e toccante storia fra un lui e una lei scaturita da un incontro durante una vacanza a San Marino del protagonista e poi proseguita anche fra difficoltà varie come restrizioni e lockdown a causa del Covid19, una certa distanza in chilometri che divide i due e piccoli attriti di coppia normalissimi. Lei appare misteriosa e sfuggente fin dalle prime pagine, quasi portatrice di un segreto (o di segreti) pesante quanto un macigno che aleggerà sempre fra i due come una sorta di nera ombra minacciosa, tanto che lui se ne…

Salviamo il pianeta azzurro

Un cielo azzurro e un sole giallo. Una luna grande e rotonda. Un cielo notturno pieno di stelle da Nord a Sud, da Est a Ovest. Il freddo e il caldo, la pioggia e il vento. L’alternarsi delle stagioni con frutti, fiori, alberi, piante esotiche e rigogliose. E poi le acque dei laghi, dei fiumi e dei ruscelli, le cascate, i mari e gli oceani. Le foreste e i boschi, le grandi distese di ghiaccio o di sabbia. Le rocce, le colline, le montagne. I vulcani e le grotte profonde. I pesci nell’acqua e gli uccelli nel cielo, gli animali che corrono e strisciano, camminano e predano, danzano e lottano. Ecco la Terra, libera, spontanea; la Madre Terra che da la vita e la morte. Ecco la natura nel suo ciclo senza tempo per la quale gli anni passati, presenti e futuri sono solo granelli di polvere all’interno del computo temporale dell’uomo e l’inizio o la fine di un anno: una consuetudine estranea al dispiegarsi dell’Essere e del Divenire. Il pianeta azzurro. Così è chiamato questo pianeta meraviglioso e terribile a un tempo dove tutti noi viviamo. Un pianeta unico e speciale perché su di esso si è sviluppata la…

L’inquinamento luminoso, il nuovo assillo dell’umanità nell’era post – moderna

Nel 1998, negli Stati Uniti d’America, viene creata l’Associazione per la Protezione del Cielo Notturno (Dark Sky Association). Un qualcosa a dir poco sorprendente se si pensa a ciò che, per l’uomo, ha significato alzare gli occhi al cielo e guardare le stelle. “Solo dopo aver studiato a fondo i moti celesti potremo stabilizzare i moti che, in noi, continuano a vagabondare”, scrive Platone nel Timeo. E l’astronomo Tolomeo conferma: “Lo so, sono mortale e duro solo un giorno, ma quando seguo gli astri nella loro corsa circolare i miei piedi non toccano più terra, e io mi avvicino a Giove stesso per saziarmi di ambrosia come fanno gli dei”. Un tempo si voleva imitare il cielo, lo si contemplava, lo si temeva, lo si riveriva come sede dell’Altrove e dell’Al di là, luogo della speranza e del mistero ma era impensabile pretendere di proteggere quello spazio chiuso dalla manipolazione dell’uomo. L’impensabile è diventato, oggi nel ventunesimo secolo, indispensabile ora che la luce artificiale è diventata dominatrice delle notti di città e metropoli, di villaggi in pianura e di borghi sperduti di valli e montagne. A causa dell’inquinamento luminoso, gli uccelli migratori vanno a fracassarsi contro i grattacieli illuminati, le…

InediTO 2022

XXI Edizione 2022   POESIA | NARRATIVA | SAGGISTICA | TEATRO | CINEMA | MUSICA   PRESENTAZIONE BANDO     Un uomo in sospeso su un pontile, pochi libri, una valigia, in attesa di fuggire altrove, verso Marte… È la nuova grafica del Premio InediTO – Colline di Torino che giunge alla ventunesima edizione dopo aver premiato in tutti questi anni tantissimi autori scoprendo nuovi talenti, di ogni età e nazionalità, sostenendoli e accompagnandoli verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo. Il concorso letterario, punto di riferimento in Italia tra quelli dedicati alle opere inedite, il cui bando scadrà il 31 gennaio 2022, è l’unico nel suo genere a rivolgersi a tutte le forme di scrittura (poesia, narrativa, saggistica, teatro, cinema e musica), in lingua italiana e a tema libero. Grazie al montepremi di 8.000 euro (aumentato per le sezioni Saggistica, testo Teatrale, Cinematografico e Canzone) i vincitori delle sezioni Poesia, Narrativa-Romanzo, Narrativa-Racconto e Saggistica ricevono un contributo destinato alla pubblicazione e/o alla promozione con editori qualificati, mentre i vincitori delle sezioni Testo Teatrale, Cinematografico e Canzone un contributo per la messa in scena, lo sviluppo della produzione, la diffusione radiofonica e sul web. Inoltre, vengono assegnate menzioni e segnalazioni…

“Lunga vita alla poesia!”. Conversando con Omar di Monopoli
000 Primo piano , Omar di Monopoli / 13 Dicembre 2021

Omar di Monopoli è uno scrittore e sceneggiatore. Dopo aver lavorato per un decennio all’interno di numerose piccole realtà editoriali del Salento, dove vive, si è affacciato nel panorama culturale nazionale nel 2007 entrando a far parte del catalogo delle dedizioni milanesi ISBN con il romanzo “Uomini e cani” (Premio Kilhgren città di Milano, presto al cinema), cui sono seguiti nel 2008 “Ferro e fuoco”, nel 2010 “La legge di Fonzie” e nel 2014 la raccolta di racconti “Aspettati l’Inferno”. Nel 2017 è approdato nel catalogo della casa editrice Adelphi, per la quale ha pubblicato “Nella perfida terra di Dio” (tradotto in Spagna e in fumetti da Sergio Bonelli Editore) e la ristampa di “Uomini e cani” (2018). Il suo ultimo romanzo, “Brucia l’aria”, uscito nell’autunno 2021, è invece targato Feltrinelli. Omar di Monopoli insegna comunicazione e scrittura creativa alla Scuola Holden. Per Radio Rai3 ha scritto il radiodramma “L’Uomo termoionico”. Ha scritto per il cinema e per il web, suoi articoli e recensioni sono periodicamente pubblicati su riviste e antologie. Collabora con La Stampa, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e Rolling Stones Italia. E’ stato in giuria nella 33° edizione del Premio Calvino. Francesca Rita Rombolà e Omar di…

L’importanza di quella cosa che si chiama “anima”. A proposito di “Scienza ritegno” di Antonio Pilato
000 Primo piano , Antonio Pilato / 11 Dicembre 2021

“Scienza ritegno” (Mario Vallone Editore, ottobre 2021) è la seconda fatica letteraria di Antonio Pilato. Inconsueta e particolare nella struttura narrativa quanto strana e intrigante nella vicenda raccontata da un io narrante inquieto e distopico, si presenta al lettore attento con tutto il fascino e la novità della letteratura weird. Ogni capitolo di “Scienza ritegno” è contrassegnato da una lettera dell’alfabeto greco antico espressa nella sua naturale successione alfabetica, di modo ché si va dalla prima all’ultima lettera, cioè dall’Alfa all’Omega, includendo il percorso del protagonista e di tutto quel che ruota intorno a lui. Tutto ha inizio e si concentra abilmente da un libro che il protagonista scova nella biblioteca della città di Alma (anima in latino), dove vive. Un libro senza autore e con un titolo inusuale: “Kopèo vittima di Phòbos. L’osservazione deturpata della paura”, e con una copertina blu elettrico, che si fa notare in mezzo a tutti gli altri libri, muove i fili del dramma che prende forma via via che il lettore si immerge nel mondo di “Scienza ritegno”. Accadono cose ai limiti della realtà comunemente intesa, tanto da far pensare a Zacarias Carrasco, l’io narrante, che esso è stregato o maledetto. Ben scritto e…

Donna. Poesia. Immaginazione. Le tre Grazie di ogni epoca sognante

L’immaginazione, un sospiro profondo, uno squarcio tellurico e pulsante di vita in mezzo alla palude, un lampo di luce nella notte dispersa dentro tenebre infinite, uno spasmo di vitalità tra larve imputridite di apatia e indifferenza, un fremito che attraversa il cielo e la terra, riconcilia l’inferno e il paradiso, uno slancio sovrumano verso dimensioni insondabili. Alta finanza, politica, ricchezza, potere, comando, globalizzazione, leggi e ordinamenti, burocrazia e istituzioni, rigidità, categorizzazioni di fronte all’immaginazione crollano come castelli di sabbia colpiti dall’onda di marea. Quale valore, forza, ragione di mostrarsi e di svilupparsi possono avere senza l’immaginazione? L’immaginazione è tutto e niente. E’ niente ed è tutto. Per la società civile, per la civiltà degli uomini, per l’essere umano, uomo o donna. L’immaginazione crea, porta il cambiamento, soffia sui sepolcri e fa vivere i morti. Immaginazione. Poesia. Donna. Hanno molto in comune, se non addirittura tutto. Fragili tutte e tre eppure così forti da sfidare il mondo, così coraggiose da reggerlo, così importanti da preservarlo dalla distruzione e dall’annichilimento. Donna. Poesia. Immaginazione. Le tre Grazie di ogni epoca sognante che fa dell’Arte il suo baluardo e il modello da seguire in ogni senso e in ogni circostanza. Poesia, colma di immaginazione…

“L’Arte, in fondo, ha sempre il compito di raccontare e fornire strumenti di interpretazione del reale”. Dialogo con Elena Soprano
000 Primo piano , Elena Soprano / 19 Novembre 2021

Elena Soprano esordisce come scrittrice nel 1994 col romanzo “La Maschera” (Edizioni Archinto, 1994, e poi Baldini e Castoldi, 1995) premio Lerici Opera Prima tradotto in Francia, Germania, Spagna, Grecia, Olanda. Da quel momento in poi per grandi e per piccini. Ha collaborato a testi scritti per il terzo programma radiofonico della Rai e per la Radio Svizzera Italiana Canale Due. Col suo nome anagrafico ha curato per anni le recensioni di narrativa per l’infanzia sul Domenicale de Il Sole 24 Ore, e le cura ora su Liber. Ha curato i Progetti Lettura di alcune istituzioni scolastiche e promosso la narrativa per bambini e ragazzi con laboratori nelle biblioteche civiche. Fra i suoi libri pubblicati si ricordano anche: “Alice del pavimento”, romanzo, La Tartaruga Edizioni, 1999; “La signora ermellino”, romanzo, 2007, Edizioni Effigie(nuova edizione nel 2016) ; “Tutti i chiodi del Signor P.”, romanzo per ragazzi, Hablò Edizioni, 2005. Suoi racconti sono stati pubblicati su antologie delle edizioni ES, su periodici e quotidiani tra cui Il Giornale, Il Piccolo, La Repubblica delle donne, Gulliver, Nuovi Argomenti, Tutte Storie etc.. Sue fiabe e suoi fumetti sono stati pubblicati da Erasmo, Lupo Alberto, Walt Disney Italia, Alba etc. Francesca Rita Rombolà dialoga…

“Il cinema è poesia. Le arti sono poesia”. Conversazione con Federico Salsano direttore della fotografia
000 Primo piano , Federico Salsano / 8 Novembre 2021

Federico Salsano, trenta anni di fotografia cinematografica essenzialmente per lavori commerciali in Italia e negli Stati Uniti d’America: pubblicità, videoclip musicali e quant’altro. Fiore all’occhiello la fotografia di un documentario candidato all’Oskar nel 2004 dal titolo “The Wheather Underground”. Poi dal 2016 si accorge che non gli basta più realizzare immagini sulle idee di un’altra persona, e vuole mettere in pratica le sue. Realizza così il suo film “Il metodo Kempinsky” nel 2019 che partecipa a vari festival, ottiene dei riconoscimenti e la distribuzione online. Federico Salsano insegna Direzione della Fotografia alla Naba, Nuova Accademia di Belle Arti, a Milano, e continua nel suo percorso con nuove idee sempre in ambito narrativo/sperimentale. Francesca Rita Rombolà e Federico Salsano conversano di arti e di poesia. D – Federico Salsano vorrei che parlassimo subito del tuo ultimo film “Il metodo Kempinsky”. R – Nel corso di un viaggio realmente intrapreso, traversando a vela l’oceano Atlantico fino a Cuba, ho voluto raccontare il confronto di un uomo con i suoi pensieri, ricordi, paure di fronte all’immensità di un paesaggio sì meraviglioso ma anche sempre uguale a sé stesso, cercando di elevare il mio orizzonte ad una visione onirica e forse disincantata del significato…

Il ruolo dell’immagine nell’Occidente

Qual è e quale è stato il ruolo dell’immagine nell’Occidente? Risulta, ben evidente credo, che nella sua storia e nella sua tradizione l’Occidente ha sempre posto in rilievo e quasi esaltato il ruolo dell’immagine. Bisogna già partire dall’antichità classica. Infatti, quando Platone parla dell’idea in un senso anche prettamente filosofico, dell’eidos, l’eidos è ciò che si vede. In un certo senso si tratta del primato della facoltà visiva rispetto a tutte le altre facoltà, che è propria dell’Occidente ossia della civiltà occidentale. Altre civiltà, ad esempio quella semitica, pongono in risalto il ruolo dell’ascolto piuttosto che quello della visione. Perché oggi, in Occidente, vi predomina il ruolo primario dell’immagine? Proprio perché la nostra cultura, la nostra tradizione convergono verso tale direzione cioè nell’esaltazione dell’immagine, della visione che, a differenza di altre civiltà, ne ha fatto un punto di focalizzazione molto importante. Tutto oggi, in base a questo concetto o idea, è diventato immagine in Occidente. L’essere stesso in sé è “immagine”: “l’epoca dell’ immagine del mondo”, “l’era delle visioni del mondo” sono modi di dire emblematici a tale riguardo. Bisogna anche riconoscere che l’evento e la presenza massiccia della tecnologia ha continuato e continua a sollecitare “la nostra percezione visiva”….

Vincenzo Valtriani. La vita, una meravigliosa avventura di pace e integrazione fra i popoli
000 Primo piano , Vincenzo Valtriani / 28 Ottobre 2021

Vincenzo Valtriani è nato a Pisa nel 1940. Si è diplomato presso l’Istituto Nautico di Napoli nel 1959 e, in seguito, si è laureato presso l’Università di Pisa e ivi si è specializzato in Cooperazione Internazionale e Mediazione dei Conflitti. E’ esperto di diritto islamico, fotografo, viaggiatore e ufficiale della Marina mercantile. Impegnato in varie associazioni umanitarie di Arezzo, è promotore di un progetto volto a favorire l’integrazione. Vincenzo Valtriani ha inoltre fatto parte del “Tavolo della Pace” di Pontedera in qualità di membro del Centro Gandhi su un progetto di collaborazione. Ha pubblicato i seguenti libri: “Mamma c’è un povero alla porta” Titani Editori, 2021; “Una vita antica” L’Autore Libri Firenze, 1999; “Dai no global ai new global” Vertigo Edizioni, 2019; “Imitare Dio” pubblicato su Amazon. Scrive sul quotidiano online “Odissea.org”. Francesca Rita Rombolà ha conversato con lui su vari argomenti. D – Vincenzo Valtriani ha vissuto una vita quasi da avventuriero: ha viaggiato per mare e per terra, ha conosciuto realtà nuove e diverse spesso cogliendole con occhio penetrante nei suoi scatti di fotografo, quale allora il suo ricordo o la sua esperienza più incisivi e particolari al riguardo? R – La conoscenza e il dialogo abbattono qualsiasi…

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