“Sciroppo da more” di Paolo Bruni, edito da Horti di Giano Edizioni, è un volume di sonetti. Può apparire inattuale un libro di poesie espresse in sonetti nel ventunesimo secolo in quanto il sonetto è un componimento poetico tradizionale piuttosto in voga nei secoli passati. Il sonetto (dal provenzale sonet, “suono”, “melodia”) è un componimento poetico di origine italiana, forse introdotto da Giacomo da Lentini. Sembra derivare dalla stanza (cioè strofa) isolata della canzone della quale ripete la struttura: due quartine e due terzine, per un totale di quattordici versi endecasillabi. Ampiamente usato da Dante Alighieri nella “Vita nova” e nelle “Rime”, il sonetto fu grammaticalizzato nel “Canzoniere” di Francesco Petrarca. Per la fortuna di cui ha goduto nel corso dei secoli, il sonetto può essere considerato come una vera e propria metafora del fare poesia. Fino a tutto l’Ottocento non c’è poeta in Europa che non vi abbia fatto ricorso (con la sola eccezione di Giacomo Leopardi). Usato con parsimonia da Giovanni Pascoli, da Gabriele D’annunzio e dai Crepuscolari, il sonetto ha conosciuto un’eclisse parziale solo nel Novecento in concomitanza con il processo di liberazione dalle forme metriche tradizionali. A partire dall’Ermetismo, però, c’è stato un recupero di questa…