I raggi della luna piena in una lunga notte di gennaio, in riva al mare o in un bosco. L’immagine lontana al crepuscolo serale di una falce lunare che sale, sale nel cielo freddo di una limpida sera invernale. E, infine, il tramonto di una luna splendida e siderale all’orizzonte che indica il misterioso Occidente, nel bianco irreale di una distesa di neve. Queste frasi, quasi dei versi, per me poeta, sono scaturiti all’improvviso imprimendosi sulla carta e acquisendo forma nella scrittura dopo aver preso visione dell’album LUNA D’INVERNO di Alessia D’Andrea e soprattutto delle sue parole nel descrivere il misterioso paesaggio della luna, in una notte d’inverno, in simbiosi con la sua anima. Poesia romantica e ossianica, che amplifica il rigurgito di inusitate emozioni servendosi della musica per poter creare o individuare e donare il fascino incommensurabile di un’evocazione senza tempo. La luna d’inverno è forse glaciale, splende di una luce pallida, forse bianca o forse d’argento. L’ho osservata in notti dolorose e agitate, le ho parlato fra i sibili del vento e i fiocchi di neve cercando una risposta o non cercandola affatto, perchè la luna è, fin dai tempi più remoti, l’amica più sincera dei poeti e…