“(…) Nell’interno di Newgrange si trova una camera a volta, alla quale si accede attraverso un corridoio che nel solstizio d’inverno guarda verso il sorgere del sole. Davanti all’imboccatura della galleria è posata un’enorme pietra, lavorata a intagli con motivi di spirali intrecciate, serie di linee dentellate a V e di rombi. Oggi si conviene che l’allineamento della galleria avesse lo scopo di permettere ai raggi del sole, all’alba del solstizio d’inverno, di illuminare l’interno fino al fondo della camera. Questa configurazione dell’edificio dev’essere voluta perché al di sopra dell’entrata è stata praticata un’apertura con il preciso scopo di permettere l’ingresso della luce per un periodo molto breve e ben delimitato(…). Il tumulo erboso rimase indisturbato per oltre 4000 anni. Secondo la leggenda, era la casa di Oengus, figlio del Dagda (il dio buono), e divenne noto con il nome di Bru Oengus (la Dimora di Oengus), mentre la zona nel suo complesso era denominata Bru na Boinne, ossia le dimore del Boyne. Secondo il folklore celtico, il Dagda e suo figlio Oengus erano tra i membri più importanti dei Tuatha de Danann, che misero i tumuli sotto la protezione delle fate. Brano tratto dal libro LA CIVILTA’ SCOMPARSA DI…