Cosa, in fondo, si riesce a cogliere e a trattenere di certi momenti, di certi giorni, di certe stagioni e di certi anni? Il vissuto forse, quel vissuto semplice, spontaneo, fatto di cose genuine realizzate col cuore e che vanno dritte al cuore. Ho appena finito di leggere (tutto d’un fiato perché la sua lettura mi ha appassionato) il libro INTORNO AGLI ANNI OTTANTA – Zambrone. Storie di una comunità – a cura di Corrado Antonio L’Andolina e molteplici, contrastanti, a tratti indefinibili sono i sentimenti ma innanzi tutto le emozioni che mi ha suscitato questa lettura. Per cominciare direi un senso di coinvolgimento e una forte empatia in quanto gli anni Ottanta del secolo scorso sono stati anni particolari, per non dire speciali, e positivi ovunque e per tutti e poi un qualcosa di profondo e di intenso, più che il ricordo quasi una sensazione fisica che, ad occhi chiusi, ti riporta “davvero” a sentire i suoni, gli odori, le voci, le presenze, l’allegria, l’entusiasmo, la voglia di fare, di guardare avanti e di vivere pienamente delle presenze, o piuttosto delle persone in carne ed ossa, che hanno riempito e animato quegli anni formidabili. Come Corrado Antonio L’Andolina percepisco…
“Quelli che erano in quell’emporio e nei vicini monasteri vedendo e sentendo le cose mirabili che erano state operate, portando croci, ceri e benedicendo il Signore con inni, cantici e salmi, giunsero in quel monastero dove riposa il corpo di lei; benedissero il Signore Dio che fino allora aveva operato molte cose mirabili per la preghiera e il merito della santa Vergine Marina, cui il Signore si era degnato di dare tanta grazia”. De vita et verbis seniorum (A. Bibliotheque Nationale: ms. du fonds latin 2328, IX secolo – Traduzione L. Clugnet) Nel riportare questo brano tratto da DE VITA ET VERBIS SENIORUM del IX secolo dopo Cristo nella traduzione di L. Clugnet che apre il libro PER SANTA MARINA – Devozione religiosa e riti civili nella tradizione sangiovannese – a cura di Corrado Antonio L’Andolina mi soffermo, per una breve riflessione, intorno a questo volume agile ma intenso che parla di devozione religiosa, di riti e di tradizioni popolari, di sacralità, di rinuncia e di libertà della donna, ma essenzialmente di festa… di quella festa genuina e semplice che la si annusa nell’aria e la si percepisce sulla pelle, la si sente nel cuore, la si vive in ogni…
” IL CANTO DEL PETTIROSSO è diverso da tutti gli altri. E’ un segnale per l’ anima, un’armonia che raccoglie i suoni più misteriosi della Natura e li riverbera sul cuore umano con mille vibrazioni arcane. E ognuna di esse racconta qualcosa a ciascuno di noi. Perchè tutti abbiamo qualcosa da ascoltare da noi stessi e quel canto è un medium tra noi e la nostra coscienza, tra noi e la profondità del nostro io. E tutti abbiamo un ricordo che ci riporta ai momenti straordinari della vita: il dolore, il patimento, il sorriso, la sconfitta, la vittoria e ciò che avremmo potuto evitare e non abbiamo evitato e ciò che avremmo potuto realizzare e non abbiamo realizzato. ( … ) ” Virgolettato tratto dalla prefazione de IL CANTO DEL PETTIROSSO – ” Morti bianche ” a Zambrone – Le testimonianze dei familiari, a cura di Corrado Antonio L’ Andolina Innanzi tutto il titolo: IL CANTO DEL PETTIROSSO. Subito sorge spontaneo un parallelo con il sacrificio volontario del dio cristiano sul patibolo della croce per la redenzione del genere umano. E poi, in secondo luogo, balza su, quasi in modo prepotentemente positivo, la bellissima metafora del pettirosso quale uccellino…