Il “Faust” di Murnau: capolavoro del cinema espressionista
Friedrich Wilhelm Murnau / 17 Giugno 2019

Friedrich Wilhelm Murnau arriva al cinema attraverso il teatro: ha avuto una giovinezza colta e ha frequentato i circoli dell’avanguardia. La sua carriera cinematografica è breve ma tuttavia molto densa: realizza ben cinque film nel 1920, due nel 1921, tre nel 1922 e due nel 1923. Il suo primo capolavoro è “Nosferatu il vampiro” (1921) che prende, dal movimento espressionista, il tema centrale di un mondo dominato dall’angoscia e dal terrore. E’ una storia di sradicamento, di proibizione e di desiderio di morte. Nosferatu sfugge alla presenza ossessionante della metropoli moderna apocalittica per riconciliare città e campagna, pur trovando in entrambe le fonti del soprannaturale e malefico in un universo in cui non c’è soluzione di continuità fra il mondo primordiale della natura e la società umana. Nel 1924 realizza “L’ultimo uomo”, un film – manifesto della concezione della “cinepresa scatenata” dove tutto sembra portare alla tragedia, ma con un ironico ribaltamento finale. Dopo “Il castello” (1921) e “Le finanze del Granduca”(1922), Murnau si accosta all’opera di Moliére realizzando “Tartufo”(1925). Nel 1926 è la volta di “Faust” autentico capolavoro del cinema espressionista basato essenzialmente proprio sulle narrazioni più antiche e originali del mito così caro alla nazione tedesca, nonché sulla…

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