IL LAMPO E cielo e terra si mostrò qual era: la terra ansante, livida, in sussulto; il cielo ingombro, tragico, disfatto: bianca bianca nel tacito tumulto una casa apparì sparì d’un tratto; come un occhio, che largo, esterefatto, s’aprì si chiuse, nella notte nera. Giovanni Pascoli Il poeta che hai sempre amato, Giovanni Pascoli, in questo giorno, 25 gennaio, tanto particolare. I versi di questa poesia, IL LAMPO, tratta dalla silloge MIRICAE. Un giorno d’inverno quando la terra e il cielo si mostrano nudi agli esseri viventi tutti. Un cielo grigio, ingombro di nubi che presto scateneranno la tempesta e la terra dura, arida, percossa. Gennaio è un mese impietoso, forse il più rigido dei mesi dell’anno. Eppure quando il sole fa capolino da una nuvola appena mite diventano la terra e il cielo; liete le ore trascorrono fino a sera. E la notte, lunga e nera, sarà un attimo soltanto vissuto sul cammino lineare dei sogni. Ricordi i giorni trascorsi? Anni ormai lontani, momenti in cui voci care si disperdevano nell’aria tersa e fredda? Dolce era la nostra casa; dolce, comprensivo e aperto al mondo e ai suoi accadimenti chi vi abitava. Potremo mai dimenticare il tocco lieve di…
MYRICAE è una fra le più belle raccolte di poesie di Giovanni Pascoli. Essa prende il titolo dal nome latino di un piccolo arbusto sempreverde, le tamerici, che secondo una immagine virgiliana molto simbolica simboleggiano una forma di poesia semplice, di piccole cose e di vita agreste. Il componimento TEMPORALE fa parte appunto di questa raccolta poetica. Un settenario, cioè sette versi che si soffermano in istanti brevissimi, più che sulla descrizione del temporale, sulle sensazioni, supportate dalle immagini, che ogni verso riesce a suscitare e a imprimere nel lettore. Il tuono rumoreggia ancora in lontananza e nei puntini sospensivi che concludono il primo verso della poesia si ravvisa forse la sospensione del tempo e l’ incertezza dell’evento meteorologico, che può essere all’ inizio o in prossimità dell’inizio o anche alla fine o verso gli ultimi bagliori del suo manifestarsi. La linea dell’orizzonte sembra inesistente: il cielo rosseggia verso il mare, mentre è nero verso il monte; purtuttavia non esistono direzioni precise: come caos, sconvolgimento della Natura e quindi del cielo e della terra, il temporale ha cancellato i punti di orientamento così preziosi per gli uomini. Unica traccia sono forse i resti di nuvole bianche, che spaziano leggere nella…