Il tempo della festa – HENRI BERGSON, FRANCESCA RITA ROMBOLA’ e LA FESTA DI BRATTIRO’ (VV)
Henri Bergson / 26 Settembre 2012

Vi è un tempo ciclico e un tempo orizzontale. Un tempo ciclico, in cui ogni cosa rinasce dal nulla, ogni anno; un tempo ciclico, in cui un evento importante per una data comunità umana ritorna, ogni anno. Il rapporto dell’uomo con il tempo ha sempre oscillato tra due misure naturali: l’alternarsi del sole e delle tenebre notturne, da un lato, e il ritorno delle stagioni dall’altro. Cioè, la durata del giorno, come ciclo minimo, e la durata dell’anno, come ciclo massimo. Tra le due, intercalato dal  crescere e dal calare della luna, si aggiunge il susseguirsi autonomo dei mesi, che non coincidono con il ritmo dell’anno solare. Ma, al di là dell’orizzonte dell’anno, il tempo perde rapidamente i suoi confini obiettivi e si affida al flusso della memoria. “Il fatto accadde quando nacque mio figlio” o “al tempo in cui mio padre viveva ancora” o anche “quando eravamo bambini”. Allora perchè la memoria? E qual’è lo scopo della memoria? La memoria è legata strettamente al tempo, al tempo interiore che il filosofo francese Henri Bergson ha definito come “intuizione di istanti percepiti dalla coscienza quale continuum senza passato e futuro”. E lo scopo della memoria è di raccogliere, immagazzinare, conservare…

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