“(…) La neve cadeva su ogni punto dell’oscura pianura centrale, sulle colline senza alberi, cadeva lenta sulla palude di Allen e, più a ovest, sulle onde scure e tumultuose dello Shannon. Cadeva anche sopra ogni punto del solitario cimitero sulla collina dove era sepolto Michael Furey. Si ammucchiava fitta sulle croci contorte e sulle lapidi, sulle punte del cancelletto, sui roveti spogli. La sua anima svanì lentamente nel sonno, mentre ascoltava la neve cadere lieve su tutto l’universo, come la discesa della loro ultima fine, su tutti i vivi e su tutti i morti.” Brano finale de “I Morti”, ultimo racconto di GENTE DI DUBLINO di James Joyce Nella Dublino dei Dubliners, ossia della prima importante raccolta di racconti GENTE DI DUBLINO dello scrittore James Joyce, soprattutto nella descrizione puntuale e precisa, la soglia che separa i vivi dai morti sfuma e si trasforma in ampie zone d’ombra dove avvengono strani incontri e veglie in notti ancor più strane. Ogni personaggio in GENTE DI DUBLINO svolge la sua stagione della vita sotto il segno di una tradizione insulare. Essi sembrano, a tratti, recitare un ruolo sia attivo che passivo, e sono spesso presenze mute che indossano una maschera per…