Lettura di alcune liriche brevi da Cuore di mussola di Katia Debora Melis
000 Primo piano , Katia Debora Melis / 11 Luglio 2021

Lettura di alcune liriche brevi da Cuore di mussola di Katia Debora Melis di Vincenzo Moretti   I. Alle soglie del testo. Nel colophon, il retro del frontespizio dell’ultimo libro di Katia Debora Melis, la silloge poetica Cuore di mussola, oltre ai necessari dati di pubblicazione (ISBN, Copyright, recapiti dell’Editore Mario Vallone), sta scritto:  Immagine di copertina e quarta: “L’umana condizione tra soffice, stropicciato e pungente” raffiguranti, rispettivamente, “Cuore a metà” e “Terreno imperfetto” Autore: Battistina Meloni. In copertina, dunque, c’è un Cuore a metà: di mussola, un tessuto estremamente leggero, morbido e trasparente, ma stropicciata e pungente perché la mussola racchiude una mezza corona di aghifoglie spinose. Cuore a metà: l’immagine di copertina «riprende dal titolo l’idea del cuore, però dimidiato, sia nella forma, sia nell’ambientazione tra elementi opposti. Da una parte, terreno e rovi che possono pure sembrare nido oltre che corona di spine pronte a far sanguinare il cuore; dall’altra parte, la mussola morbida e avvolgente, un tessuto leggero, usato anche per le camiciole per il corredino dei neonati, che rimanda a un’idea di protezione, all’infanzia, e anche a quella purezza d’animo e di ideali, che certe ideologie, prepotenze, violenze, opprimono e vogliono cancellare».[1] Alla pagina terza,…

Katia Debora Melis – “Figli di Terracotta”
Katia Debora Melis / 16 Marzo 2017

Vincenzo Moretti recensione a Katia Debora Melis Lo “scandalo del poetare” in “Figli di terracotta”di Katia Debora Melis, editrice Thoth, San Nicolò di Ricadi (VV), 2016, pp. 97, € 10. La prima poesia della silloge,“Genesi”, funge da implicita introduzione alle successive cinque sezioni: “Quando il Sole / ha ingravidato la Terra / è diventato padre di tutti i padri / e la Terra, forte, / si è lasciata plasmare. / Nacquero figli di terracotta. / Siamo noi”. La Terra “forte”, al contempo attiva e passiva, perché “si è lasciata plasmare”: espressione di maggior pregnanza rispetto a una più prevedibile forma passiva, perché implica una scelta, un atto di volontà nell’accettare di essere fecondata, plasmata dal Sole, anch’esso indicato con la maiuscola nobilitante. L’autrice ripresenta l’archetipo della Genesi in modo originale: dalla rinarrata unione cosmica non si generano né Titani prometeici, né creature edeniche cadute in seguito a peccato originale, ma un’umanità, un essere terragno indurito dal sacro calore solare ma comunque “di terracotta”, fragile sempre come il neonato o il vaso infranto della bella copertina. Fragile terracotta è la poesia d’oggi, inutile e negletta nel mondo attuale, dove (come dichiarato in “Spudoratezza”) imperano agio (“tutto si può fare”, comodamente e…

Katia Debora Melis, “Figli di Terracotta”: una poesia colta e raffinata
Katia Debora Melis / 30 Agosto 2016

Katia Debora Melis, Figli di terracotta, Thoth Edizioni, 2016 Recensione di Ilaria Biondi È poesia colta e raffinata quella di Katia Debora Melis, come rende evidente, fra le altre cose, la presenza del latino (nei titoli che definiscono le cinque sezioni della silloge), scelta linguistica da non intendersi però come vacuo o superbo preziosismo, bensì come segno vibrante dell’autenticità di voce della giovane poetessa, che nel crogiuolo del Mediterraneo  affonda le proprie origini biografiche e culturali. L’utilizzo di una lingua altra da quella di scrittura, con le sue sonorità estranianti, produce inoltre sul lettore un moto di distacco e sospensione dal “conosciuto”, che lo predispone a com-prendere e ad accogliere in sé e su di sé lo sguardo stupito e obliquo che il poeta scaraventa sulla realtà percettibile. È poesia che rifugge astrazioni e concettualismi per lasciarsi attraversare dagli Elementi e restituirli nella loro solida e tellurica potenza, dentro le vene. È poesia che si aggrappa con forza alle asperità della terra per levigarle con le carezze di una parola capace di farsi trasparenza sorgiva e fiamma che brucia. Parola che si mette in cammino ed esplora, scava, gratta, scortica, squarcia, strappa la coltre fitta, densa e brumosa che avvolge…

Figli di Terracotta di Katia Debora Melis, “Una splendida silloge”
Katia Debora Melis / 24 Agosto 2016

Figli di terracotta di Katia Debora Melis Recensione di Laura Vargiu “Perché è bugiarda la vita? La tua mente fragile e offesa non lo capirà.”   È poesia da leggere e assaporare lentamente, questa di Katia Debora Melis, un lungo e articolato percorso emozionale alla ricerca del senso dell’umano esistere tra le pieghe sbiadite del nostro tempo; orfano di farfalle e ladro di sogni, quest’ultimo ha il respiro affannato di un vecchio quartiere, dove viviamo l’ergastolo dei giorni dal soffitto pulsante di stelle. Ci si sente davvero al centro di questi versi che si succedono ora brevi e lapidari, ora più lunghi e indugianti sul mondo “che non conosce più equilibrio di stagioni”; e noi, che in esso abbiamo radici, siamo quei figli di terracotta la cui nascita viene mirabilmente fissata in “Genesi”, affascinante ed evocativo incipit della silloge: “Quando il Sole ha ingravidato la Terra è diventato padre di tutti i padri e la Terra, forte, si è lasciata plasmare. Nacquero figli di terracotta. Siamo noi.” Niente di più fragile, dunque, niente di più caduco – e, sotto certi aspetti, meno nobile – della natura umana, soggetta di per se stessa a smarrirsi e incrinarsi tra le burrasche della…

Nosside di Locri: amante della Poesia e della primavera
Katia Debora Melis / 21 Marzo 2016

“Dalle spalle stanche gettarono gli scudi i bruzi sconfitti dai locresi valorosi nella lotta e veloci. Ora, nel tempio ammucchiati, vantano di Locri il valore, non gli importa delle braccia vigliacche che li gettarono a terra”. Da Epigrammi di Nosside Nosside, poetessa greca di Locri nell’Italia del sud (oggi Calabria) visse nel primo quarto del III secolo a. C. poiché ricorda la morte di Rintone, vissuto sotto il primo Tolomeo, e la vittoria dei suoi concittadini (i locresi) sui bruzi (300 a. C. circa). Di Nosside ci rimangono, conservati dall’ Antologia Palatina, solo dodici epigrammi. Di lei conosceremmo, forse, soltanto il nome se il poeta Meleagro di Gadara, vissuto nel 100 a. C., non l’avesse inclusa nella sua Antologia che chiamò “Corona”, cioè serto dei migliori “fiori poetici” dell’antichità da lui raccolti. Di Nosside scelse dodici epigrammi confluiti poi nell’Antologia Palatina con tutta l’opera di Meleagro, che ne costituisce la base o il primo nucleo della stessa. Nei riguardi di Nosside la leggenda dice che si vantò di essere la “Saffo d’Occidente”. Ciò corrisponde, in effetti, a tutto quello che sappiamo circa la sua produzione poetica. Infatti, come Saffo era l’unica grande poetessa d’Oriente così Nosside si considerava (ed era)…

L’Arte come vari scatti dell’anima in una visione di libertà: INTERVISTA A KATIA DEBORA MELIS
Katia Debora Melis / 23 Gennaio 2016

Katia Debora Melis Katia Debora Melis, nata a Milano il 4 luglio 1973, vive e lavora a Cagliari. Dopo aver insegnato nei Licei dello Stato come docente di ruolo, dal 2009 lavora presso il Servizio Beni Culturali e Sistema Museale della regione Sardegna. Ha all’attivo pubblicazioni su riviste cartacee e telematiche (Annali della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari; Sesuja, rivista delle zone interne; Sesuja on-line; NAE, trimestrale di cultura; Lacanas, rivista bilingue delle identità; Euterpe; Oubliette Magazine; Volodeisensi Magazine; Medasa, media Sardegna portale) oltre a comunicazioni in seminari e convegni, accanto alla scrittura di poesie, racconti, recensioni critiche, saggi, prefazioni, presentazioni di libri in qualità di relatrice take a look at the site here. Suoi testi sono pubblicati in numerose antologie e sul web. Ha ricevuto importanti riconoscimenti letterari nazionali e internazionali, menzioni e segnalazioni di vario tipo. Libri pubblicati: “Penombra”, 2007; “Ripensando a Ernesto De Martino”(saggio), 2007; “Oceano stretto”, 2008; “Le campane di Mesuinas”(racconto), 2009; “Yggdrasil”, 2010; “Solo ali di farfalla (anima mia)”, 2012; “Poesie del sabato senza villaggio”, 2013; “Dalla penombra nasce la poesia. Le origini”, 2014; “Passaggi minimi”, 2014; “Pose di nudo”, 2015. Francesca Rita Rombolà ha conversato con questa artista poliedrica e dalle…

“Passaggi minimi” di Katia Debora Melis

Nei giorni scorsi è uscito il libro PASSAGGI MINIMI, raccolta di poesie di KATIA DEBORA MELIS pubblicata dalla THOTH EDIZIONI. Vi proponiamo un extract della presentazione del libro scritta da Francesca Rita Rombolà: “…Una donna poetessa avrà sempre una sensibilità diversa da un uomo poeta: soffrirà di più, ma in modo meno apparente. Amerà di più e in un modo molto più intenso e coinvolgente. “Ti resterò vicino/ finché non giunga la notte/ a pervadere i nostri sogni./ Allora ci sveglieremo insieme.” Esempio davvero calzante i versi di questa poesia dal titolo CI SVEGLIEREMO, che fa parte di questa raccolta PASSAGGI MINIMI di Katia Debora Melis. Un forte lirismo pervade il verso, la parola, il senso di sé e quel che circonda l’anima, il conscio cammino dei giorni, l’inconscio avanzare dei pensieri. Sintesi di assonanza e di sensazioni indefinibili, predisposizioni all’ascolto del silenzio, di suoni vaghi e a volte non umani, che attraversano lo spazio e il tempo…” PER SAPERNE DI PIU’ SUL LIBRO DI KATIA DEBORA MELIS CLICCA QUI

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