“(…) Ma in letteratura l’utilizzare il linguaggio doppio con allusioni sessuali, scene osé, incontri erotici, descrizioni di perversioni sessuali e di atteggiamenti licenziosi com’è visto e interpretato? E’ ancora visto come immorale, com’era decenni fa, oppure anche la letteratura è stata attraversata da una sorta di rivoluzione dei costumi? E’ difficile dirlo. Chi scrive scene di sesso prive di una dimensione propriamente erotica o utilizza nella narrazione gli amplessi per inscenare rottura, chi narra di perversioni sessuali sostanzialmente è stato considerato un autore di basso rango, che appartiene alla low literature e dal quale stare bene in guardia. Si ricordi che Ian McEwan venne prontamente bollato dalla critica come immorale, macabro, gotico, come un enfant terrible proprio per la crudezza dei temi e dell’impiego di una sessualità perversa nelle opere della sua prima produzione. Le sue prime opere vennero pubblicate verso la fine degli anni ’70 e quindi c’è da concludere che, se proprio si vuole parlare di una rivoluzione sessuale in letteratura, questa non si era ancora raggiunta in quel periodo (…).” brano tratto dal saggio di critica letteraria di Lorenzo Spurio IAN McEWAN: SESSO E PERVERSIONE Sesso e letteratura. Letteratura ed erotismo. Binomio e connubio sempre molto difficile,…