Sono state circa seicento le opere che hanno partecipato al “Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti- Città di Seravezza (Toscana)”. Tra queste anche il volume GUERRA D’AMORE, scritto da Maria Teresa Cipri, pubblicato dalla Thoth Edizioni di San Nicolò di Ricadi-Capo Vaticano (Vibo Valentia), libro che si è classificato al terzo posto nella sezione “narrativa”. Dietro al volume targato Cipri-Thoth si sono posizionate opere di case editrici di livello internazionale. Una grande soddisfazione, quindi, per la cultura e l’editoria calabrese (anzi, vibonese), che si aggiudica un riconoscimento di qualità, merito di un’autrice di assoluto livello, anche lei di origini calabresi (per saperne di più sul libro visita il sito www.thoth.it). La premiazione si è svolta pochi giorni fa, accanto al noto Palazzo Mediceo patrimonio UNESCO, in un teatro stracolmo all’inverosimile con gente in piedi e fuori. La qualificata giuria, composta da personalità del mondo della cultura e dell’arte e presieduta dal prof. Lodovico Gierut, ha avuto come ospite d’onore il prof. Carlo Pedretti del Departement of Art History UCLA in California: uno dei massimi studiosi al mondo di Leonardo e Michelangelo. Nel corso della manifestazione è stato proiettato un video di ottima fattura, recante le copertine dei libri vincitori intervallate a…
Da quando il sapere è stato sezionato e compartimentalizzato in discipline scientifiche sotto formaldeide di byte e megabyte, il passato è diventato inaccessibile all’uomo. In un recente saggio sulla memoria, lo studioso Paul Connerton dimostra come istituzionalizzare il ricordo favorisca, in realtà, la sua dimenticanza. Delegando a feste, monumenti e anniversari il compito di tenere in vita un’opera, una persona o un anniversario, ognuno di noi è legittimato a dimenticare, liberando tempo ed energie da dedicare al business e alla perversa macchina di produzione, crescita, saturazione del mercato e recessione. Come sentirsi di nuovo e per sempre uomini, allora? La Storia, come tutte le altre discipline, ormai assorbe e livella, riassume e formatta non più soltanto la vita di popoli e nazioni ma addirittura di intere macroaree del Pianeta, come l’Occidente e l’Oriente, frustrando la sola unità di misura possibile: l’individuo. La riduzione in formule, infatti, è anche una standardizzazione dei singoli, incapaci ormai di appartenere e di appartenersi. Restano allora le storie, che siano vere o inventate, il racconto e la letteratura a testimoniare il nostro veloce passaggio sulla Terra. Shakespeare, in uno dei suoi più noti drammi d’amore, sottolinea che per lasciare una traccia indelebile di humanitas bastano…