Ancora un libro, uscito da pochissimo, (Fallone Editore, settembre 2024) per Mauro Germani, che si aggiunge alla sua feconda, e prolifica, produzione letteraria. E’ un libro di racconti: “RETICENZE”. Splendida copertina, che sembra essere di per sé tutto un programma da esplorare, in cui l’elemento portante sembra quasi essere un gatto nero facente capolino dai tendaggi di una finestra e che “ricompare” poi nell’aletta della quarta di copertina, in tutta la sua prestanza, seduto su uno sgabello come a voler significare la latente enigmaticità e l’oscura bellezza del contenuto del volume. Sono tutti racconti brevi che non superano mai le tre pagine, e il libro ha una sua attrattiva particolare anche e soltanto per questo, in quanto in Italia il racconto breve non è mai stato apprezzato per come dovrebbe e non si è mai veramente affermato. Eppure il racconto breve ha un suo fascino davvero intrigante e veicola un messaggio il cui significato, insieme al significante, sono tremendi, capaci di scuotere l’animus, e l’anima, come un terremoto di magnitudine non bassa scuote la terra. Un qualcosa di Kafkiano aleggia, sospeso come una spada di Damocle, su ciascun racconto della raccolta (una raccolta piuttosto “ricca” che consta di ben settanta…
Ho appena terminato la lettura dell’ultimo libro dell’amico poeta Mauro Germani, “PRIMA DEL SEMPRE – Antologia poetica 1995 – 2022” (Puntoacapo Editrice, 2024), e ne esco, come sempre, appagata, entusiasta e insieme sconvolta … sì certo, in quanto la scrittura, ma soprattutto il linguaggio poetico, di Mauro Germani ha un impatto molto profondo e profondissimamente intenso su di me: sembra pizzicare (forse non lo sembra, posso tranquillamente dire che lo fa) le corde più nascoste del mio “violino interiore” I poeti e i filosofi della Grecia antica sostenevano che la Poesia è, tra le altre cose, pharmacon, cioè rimedio, cura non solo dell’anima e dello spirito ma dell’intero essere sofferente di inquietudine e di mancanza di senso, carente di ricerca e di significato intorno a sé e alle cose della terra e dell’intero universo; una cura e un rimedio molto naturali, umili e semplici che tuttavia sono portatori occulti di un qualcosa di imperscrutabile e di inafferrabile proveniente – comunque – da un Altrove. Nei millenni e nei secoli la Poesia ha più o meno mantenuto questa connotazione intrinseca presso tutti i popoli e le civiltà, anche se proprio nell’ultimo secolo, trascorso da poco, ha perso molto delle sue meravigliose…
Forse non è casuale il verso di Mario Luzi nella pagina d’inizio del volume che da il titolo al libro: “( … ) crollò ogni divario/tra tempo e tempo/in una eternità accecante”; forse non è neppure altrettanto un caso che il tempo in sé, con il suo enigma millenario, il suo strisciante mistero, il suo fascino per l’uomo abbia in questo libro un posto di rilievo latente e insieme palese. Sto parlando dell’ultimo libro di Mauro Germani dal titolo “Tra tempo e tempo (Readaction Editrice, luglio 2022). Volumetto agile, novantadue pagine appena, ma piuttosto condensato e intenso, “Tra tempo e tempo” di Mauro Germani è molte cose allo stesso tempo: un diario ma, forse meglio, uno scrigno parlante che raccoglie e custodisce ricordi, preserva pensieri, si nutre di memoria ed è per questo bello, vigoroso, vitale, prezioso. Straordinaria ed efficace come sempre la scrittura di Mauro Germani: fluida, scorrevole, precisa, corposa e agile, prefetta nelle sue forme e armoniosa; come una freccia che va dritta al bersaglio e ne colpisce il centro. Una freccia leggera dal sibilo acuto. “Tra tempo e tempo” è forse una confessione dell’autore? Una confessione a se stesso, prima che al lettore? Può sembrarlo. Ma non…
Il racconto breve nella letteratura italiana non ha mai veramente avuto tutta l’attenzione che merita e non ha mai avuto tanta fortuna da essere paragonato al romanzo o alla prosa in generale. Eppure il racconto breve può descrivere un microcosmo e può abbracciare insieme l’intero Universo. Nella sua brevità talvolta lampante, nella sua forma precisa e spesso schietta e spontanea si pone, a mio parere, come la metafora perfetta, o quasi, degli accadimenti, la piena e problematica riflessività dell’evento, e il momento – chiave sul senso ultimo della letteratura per la società e per l’uomo. Nel racconto breve ci può essere (e spesso c’è) anche saggezza ed esperienza narrativa, due qualità che, in fondo, mancano al romanzo anche quando forse viene considerato un capolavoro. E c’è, soprattutto, scavo psicologico; lo scavo interiore necessario a far emergere dalle abissalità oscure dell’inconscio tutto il rimosso dalla coscienza che può essere un condensato di detriti surreali, deriva dei sentimenti, delle passioni, dell’esistenza ma anche scrigno di ottima fattura che può contenere gioielli preziosi o addirittura perle esotiche e rare. A me sembra sia questo il caso del volume di racconti brevi “STORIE DI UN’ALTRA STORIA” di Mauro Germani edito da Calibano Editore, gennaio…
Franz Kafka diceva: << A cosa può servire un libro se non è un’ascia affilata che spezza il mare ghiacciato dentro di noi? >>. Oggi vi sono libri di ogni genere, di ogni colore, di ogni formato. In questo primo scorcio di ventunesimo secolo si scrivono e si pubblicano più libri di quanti se ne sono scritti e pubblicati nei secoli immediatamente successivi alla scoperta della stampa da parte di Gutenberg. Ma quanti sono “un’ascia affilata che spezza il mare ghiacciato dentro di noi?”. Forse pochi. Sì, perché un libro, prima di ogni cosa, deve essere “vivo” e “saper parlare”. Ho appena finito di leggere LA PAROLA E L’ABBANDONO di Mauro Germani. Un libro né voluminoso né vistoso né esteriormente accattivante. Sobrio e gravido di essenza quanto basta, con un equilibrio e una sottesa armonia particolari. Ma è un libro “vivo”. Un libro che “parla”. Cosa contiene LA PAROLA E L’ABBANDONO, volumetto di settantotto pagine appena? Di tutto. Frasi compiute e pensieri completi. Appunti di un attimo o di un giorno diversi e speciali. Istanti fugaci e impossibili catturati e trattenuti qui e ora dalla scrittura. Speranze passeggere, nostalgie lontane e vicine. Memorie come pallide foglie autunnali. Un sognare animato…