Quinto Orazio Flacco (Venosa 65 a. C. – Roma 8 a. C.) è il poeta latino formulatore del famoso concetto “carpe diem / cogli l’attimo”, ma forse è meno conosciuto per un altro concetto più profondo e, diciamo, meno “solare”, cioè il senso del “niger”. Il termine latino niger può essere tradotto con nero, oscuro, notturno; in Orazio assume un significato piuttosto originale e complesso. Egli era, come tutti gli scrittori latini, introspettivo. Dalle sue opere non si ricava solo il suo ritratto fisico – un uomo del sud Italia (un meridionale, diremmo oggi) basso, corpulento, cisposo, scuro di pelle e precocemente ingrigito – ma anche, e soprattutto, quello psichico dominato da due tratti: irritabilità e irrequietezza. “Non sai stare un’ora con te stesso, ma fuggi da te cercando di eludere l’ansia col vino o col sonno: invano, ché essa, nera compagna, ti sta sempre alle costole”, si fa dire, dal servo Davo, promosso, per l’occasione, a voce della sua coscienza. Questa “nera compagna” ha una certa predilezione inconscia nel poeta, e il termine niger vi compare spesso nella sua intera produzione letteraria: per sottolinearne alquanto il senso profondo e quasi celato alla coscienza. Perché questa predilezione? Perché forse, come…