Nausicaa Sferzava la tua immagine la pioggia del mio sonno, stilla a stilla graffiavano lacrime spurie uno specchio di straniata bellezza: luridi rovi intricati alle fronde dei capelli, blatte avide di intorbidare le fontane degli occhi. Sulle sete della pelle insulti neri di rughe sfregi di suture. Così io ti ho sognata. Ma al risveglio tu eri lì accanto, per me, germoglio ancora di palma quieto e chiaro, ancora addormentata. Poesia tratta dalla raccolta “Pietra e farfalla” di Paolo Mazzocchini Pietra come pesantezza e materia inerte, ma anche come enigma dato e circoscritto dalla e alla parola, perchè la parola diventa pietra quando racchiude il mistero di sè e sembra custodire il significato più autentico che la sottende, servendosi forse di tutto il proprio peso per esperire, essere segno, essere simbolo. Farfalla quale levità, forse il contrario di pietra, forse idea sublime di elevazione interiore; creatura vivente il cui battito d’ali è talmente impalpabile… talmente impalpabile da sconvolgere il mondo. In poesia la pietra e la farfalla possono incrociare le rispettive semantiche e dare forma e sostanza al verso, possono creare una poesia con un senso pieno e insieme nascosto, possono essere al centro di un’intera poetica che si…
DONNE AL BALCONE Adoro le donne al balcone che stendono panni – capelli dissolti alle carezze del giorno, soave incuria di vesti, durezza lucida di polsi e gioco svelto delle dita a eludere i dispetti del vento fra umidi grovigli di stoffe ribelli – ostinate forse ancora ad eccitare da sordi fili d’arpa la musica residua del cosmo. Paolo Mazzocchini Il buio e la luce. La luce e il buio. Il deserto di sabbia e la distesa di ghiaccio. Il ghiaccio e la lava. La lava e la terra. La terra e l’acqua. L’alba e il tramonto. L’inizio e la fine. Un candore che abbaglia. Un attimo che travolge. La parola che crea, plasma, dona forma, fluisce e rifluisce. Trasforma e si trasforma come energia allo stato puro che ha sconfitto la materia. L’inverno racchiude in sè l’estate. L’estate al culmine del suo splendore prelude già l’inverno. ZERO TERMICO è il titolo della silloge poetica di Paolo Mazzocchini. Titolo che può apparire curioso o strano, più vicino al campo scientifico che a quello letterario, forse profondo come uno specchio d’acqua cristallino, pieno al suo interno di rimandi, di segni, di dimensioni oltre la logica comune. Dell’intera raccolta di poesie, una…