” ( … ) Era una bellezza strana e selvaggia, un volto che dapprima lasciava attoniti, ma che non si poteva dimenticare. I suoi occhi soprattutto avevano un’espressione allo stesso tempo voluttuosa e feroce che non ho mai più trovato in alcun sguardo umano. Occhio da zingaro, occhio da lupo, è un detto spagnolo che denota un buon spirito di osservazione. Se non avete il tempo di guardare al Jardin des Plantes per studiare lo sguardo di un lupo, osservate il vostro gatto quando punta un passerotto. ” Con questa osservazione acuta, profonda e insieme esauriente l’ io narrante della novella CARMEN e, se vogliamo, lo stesso Prosper Mèrimèe, lo scrittore francese che ne è l’ autore e che si presenta qui nei panni di un archeologo francese alla ricerca dell’ ubicazione di Munda in suolo spagnolo, il luogo cioè, in epoca romana, dove Giulio Cesare combatte contro gli ultimi difensori della Repubblica, descrive, nelle linee generali, l’ immagine della gitana o zingara CARMEN nel suo primo e unico incontro che ebbe con lei nella città di Cordova. CARMEN ha una bellezza strana e selvaggia, un volto che ha lasciato lo studioso straniero attonito, il quale non lo avrebbe più…