La libertà incondizionata dell’artista che non si piega… e non potrà mai essere piegato. “Charleston dell’apatia” di Sergio Sozi
000 Primo piano , Sergio Sozi / 9 Dicembre 2024

Strano romanzo “Charleston dell’apatia” di Sergio Sozi (ChiPiùNeArt Edizioni, ottobre 2024), purtuttavia, bisogna premettere subito, interessante e molto piacevole da leggere. Direi che io lo vedo nella sua funzione precipua, cioè di allegoria volta a smascherare e a rivelare e, insieme, a mantenere un profilo basso e latente, e a velare il suo sottile messaggio al lettore. Lo stile narrativo di “Charleston dell’apatia” è minimal e decisamente post – moderno; non può sfuggire in nessun modo l’ironia che lo pervade dalla prima pagina fino all’ultima le quali rilasciano, appunto, una narratività leggera, quasi soft, dietro la profondità delle idee e della metanarrazione. La scrittura, in particolare, come la cultura, in genere, stridono quasi sul piano della realtà quando ci presentano un protagonista la cui vita è più una lotta per la sopravvivenza quotidiana in un condominio, in un quartiere, in una città metropolitana, che una professione a tempo pieno quale, forse, dovrebbe essere quella dello scrittore, o quantomeno quella di chi fa del libro la propria dispensa di pane quotidiano; ricorda ciò, per alcuni versi, la vita dell’artista (poeta, scrittore, musicista, pittore etc.) nella Parigi de “I fiori del male” di Baudilaire, o quella de “Una stagione all’inferno” di Rimbaud,…

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