La poetica del francese Stèphane Mallarmè è stata definita spesso, a torto o a ragione, una selva di simboli dentro la quale ci si può smarrire o si può tranquillamente camminare sui suoi sentieri ombrosi. Non sembra sfuggire a tale definizione questo componimento poetico dal titolo BRINDISI. Un brindisi alla vita, ma molto più all’ebrezza suscitata dall’avventura e da una libertà che appare infinita. La spuma prodotta dalla bevanda nella coppa diventa la spuma delle onde di un mare dove la nave dell’amicizia si inoltra senza timore fendendo folgori, inverni e passati dolori. Attimo nel tempo o fuori dal tempo e dallo spazio, quando, la coppa è sollevata, le parole si susseguono, l’atmosfera festosa è al culmine; l’istante in cui una nave, in un mare infinito e sconosciuto, veleggia soltanto, andando lontano, sempre più lontano. Cosa ha stimolato un brindisi così carico di sogno e di evasione? Forse la solitudine, forse il frangente del momento, forse una piccola stella in un cielo di tenebre o qualunque cosa, immaginata o da immaginare, in grado di volgere per sempre la vela della vita verso isole abitate da sirene o verso flutti in tempesta dai quali non si farà più ritorno. Simboli e…