Umberto Eco: un nome che è stato quasi un destino per la conoscenza e per la letteratura
Umberto Eco / 21 Febbraio 2016

“Il nome della rosa”, “Il pendolo di Foucault” libri che ho letto tanti anni fa (precisamente negli anni Ottanta del secolo scorso) quando il mondo forse non li conosceva ancora e il loro successo poteva, allora, essere solo un pronostico come tanti. Ero ancora una ragazza curiosa e avida di letture di ogni genere, ma soprattutto di conoscenza. La lettura di questi due romanzi mi colpì molto e mi schiuse orizzonti della mente forse impensabili e inauditi. Da “Il nome della rosa” sarebbe stato tratto un film, più tardi, che forse solo in pochi, sull’intero globo terrestre, non conoscono e non hanno mai e ancora visto. “Il pendolo di Foucault” è stata una lettura più difficile, più complessa, aperta al dubbio, alle ipotesi più strane e ambigue, alle congetture più insolite, più varie e più intriganti. Non nascondo, proprio adesso che il suo autore è scomparso per sempre, che il primo approccio è stato quasi uno shock e che le altre letture seguenti, nel corso degli anni, hanno mitigato certo però senza mai rimuovere del tutto la folgorante esperienza iniziale. Due romanzi. Forse i due romanzi più famosi e di successo, appunto, di Umberto Eco, di sicuro i più letti…

UN “non – mestiere” complicato e sfaccettato
Umberto Eco / 3 Settembre 2014

“(…) Ci sono epopee sbilenche, che non pongono capo a un’opera perfetta ma a un fiume lutulento. Può darsi che non soddisfino le regole dell’estetica, ma soddisfano la funzione fabulatrice, che forse è così direttamente connessa alla funzione estetica (…)”. Brano tratto da SUGLI SPECCHI – E altri saggi – di Umberto Eco Parliamo un  po’ del romanzo e della figura del romanziere o narratore. E anche se l’argomento è vasto, pieno di contraddizioni, piuttosto ambiguo e di difficile dissertazione, tenteremo di capirci qualcosa e di dire qualcosa. Partiamo dal presupposto che il romanziere non dovrebbe fornire interpretazioni della propria opera altrimenti è come se non avesse scritto un romanzo, il quale può essere definito un qualcosa che genera interpretazioni. Un romanzo deve avere sempre e innanzitutto un titolo, e un titolo è la prima e forse la chiave principale di interpretazione di un’opera. Il romanziere non deve dare interpretazioni della propria opera certo, però può dire o raccontare perché e come ha scritto. Lo scrittore e poeta americano Edgar Allan Poe non dice nulla e mai su come lo si deve leggere, però si sofferma spesso sui problemi di varia natura che si è posto per realizzare un effetto…

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